Quella intuizione che si riferisce all’oggetto mediante la sensazione, dicesi empirica. L’oggetto indeterminato di una intuizione empirica si dice fenomeno5.
Nel fenomeno, io chiamo materia ciò che corrisponde alla sen-1 La divisione in paragrafi mancava nella 1a edizione.
2 «almeno per noi uomini» è aggiunta della 2a edizione.
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«affìztere».
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«mediante certe note» è un’aggiunta della 2a edizione.
5 II testo ha Erscheinung = apparizione, o parvenza. Ma tanto l’uno quanto l’altro di questi termini dicono in italiano qualcosa di troppo più di particolare dell’ Er-scbeinung di Kant, che è, come egli dice altrove, l’oggetto della percezione. Quindi preferiamo tradurlo con «fenomeno», adoperando egli infatti promiscuamente Er-sckeinung e Phaenomenon.
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Dottr. trasc. degli elem., Parte I: Est. frase.
Sezione 1, § 2
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sazione; ciò invece, per cui il molteplice del fenomeno possa essere stituisca la prima parte di una dottrina trascendentale degli elemen-ordinato1 in determinati rapporti, chiamo forma del fenomeno.
ti, in opposizione a quella che contiene i princìpi del pensiero puro, Poiché quello in cui soltanto le sensazioni si ordinano e possono e vien denominata logica trascendentale.
essere poste in una forma determinata, non può essere da capo sen-Nella estetica trascendentale, dunque, noi isoleremo dappri-sazione; così la materia di ogni fenomeno deve bensì esser data solo ma la sensibilità, separandone tutto ciò che ne pensa coi suoi con-a posteriori, ma la forma di esso deve trovarsi per tutti bella e pron-cetti l’intelletto, affinchè non vi resti altro che l’intuizione empi-ta a priori nello spirito; e però potersi considerare separata da ogni rica. In secondo luogo, separeremo ancora da questa ciò che appar-sensazione.
tiene alla sensazione, affinchè non ne rimanga altro che la intui-Tutte le rappresentazioni, nelle quali non è mescolato nulla di ciò zione pura e la semplice forma dei fenomeni, che è ciò solo che la sensibilità può fornire a priori. In questa ricerca si troverà che vi che appartiene alla sensazione, le chiamo pure (in senso trascenden-sono due forme pure d’intuizione sensibile, come princìpi della co-tale). Quindi la forma pura delle intuizioni sensibili in generale, in noscenza a priori, cioè spazio e tempo, del cui esame noi ci occu-cui tutta la varietà dei fenomeni viene intuita in determinati rapporti peremo ora.
si troverà a priori nello spirito. Questa forma pura della sensibilità si chiamerà essa stessa intuizione pura. Così, se dalla rappresentazione di un corpo separo ciò che ne pensa l’intelletto, come sostanza, Sezione Prima
forza, divisibilità, ecc., e a un tempo ciò che appartiene alla sensa-DELLO SPAZIO
zione, come impenetrabilità, durezza, colore, ecc., mi resta tuttavia qualche cosa di questa intuizione empirica, cioè l’estensione e la for -
§ 2. Esposizione metafisica di questo concetto1
ma. Queste appartengono alla intuizione pura, che ha luogo a priori nello spirito, anche senza un attuale oggetto dei sensi, o una sensa-Mediante il senso esterno (una delle proprietà del nostro spirito) zione, quasi semplice forma della sensibilità.
noi ci rappresentiamo gli oggetti come fuori di noi, e tutti insieme Chiamo estetica trascendentale 2 una scienza di tutti i prin-nello spazio. Quivi sono determinate, o determinabili, la loro for-cìpi a priori della sensibilità. Deve esserci una tale scienza, che co-ma, grandezza, e reciproche relazioni. Il senso interno, mediante il quale lo spirito intuisce se stesso, o un suo stato interno, non ci da invero nessuna intuizione dell’anima stessa, come di oggetto; ma c’è 1 La 1a edizione: «viene intuito, ordinato in determinati rapporti».
tuttavia una forma determinata per la quale soltanto è possibile l’in-2 I tedeschi sono i soli, che si servano al presente della parola estetica per indicare ciò che gli alt ri chiamano critica del gusto.
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