Peccato che il martire sopraffatto dal suo stesso sangue non sia in grado di cantare le lodi del suo carnefice, e peccato soprattutto che siano sempre gli uomini, e non esseri di gran lunga superiori, coloro cui è affidato il compito di tramandare la storia del mondo! Secoli più dolci e soavi si sostituiscono ormai ai duri tempi di Filippo, e trascinano dietro a loro una saggezza più umana: allora la felicità del suddito uguaglierà la nobiltà del principe, lo Stato risparmierà la vita dei suoi figli e la Necessità assumerà un volto umano.

 

RE

E voi credete che questa nuova felice era avrebbe la possibilità concreta di realizzarsi se avessi vacillato dal terrore di fronte alla maledizione di questo? Guardatevi attorno nella mia Spagna! Qui la felicità del suddito ha luogo in una pace colma di serenità e si tratta della stessa pace che io riservo ai fiamminghi.

 

MARCHESE (rapidamente)

La pace di un camposanto! E voi sperate di portare a termine ciò che avete cominciato? Sperate di ritardare questa evoluzione in corso, la piena fioritura di un cristianesimo che sta per ringiovanire il mondo? Voi, unico in tutta Europa, volete scagliarvi contro il destino che, nel suo vorticoso turbine, procede instancabile e gettare tra i suoi raggi il vostro braccio, il misero braccio di un individuo? Non ce la farete. Già migliaia di esseri umani, lieti della loro miseria, hanno lasciato i vostri Stati. I sudditi che avete perduto per motivi religiosi erano i migliori. Elisabetta spalanca le sue braccia come una madre ad accogliere gli esuli, e l’Inghilterra grazie alle capacità del nostro paese cresce e si afferma. Abbandonata dall’attività dei neocristiani, Granada è ormai deserta e con gioia l’Europa assiste allo spettacolo della sua nemica che si dissangua delle sue stesse ferite. (Il re è commosso, Posa se ne accorge e gli si avvicina) Volete costruire in vista dell’eternità o seminare la morte? Un’opera così freddamente pianificata non riuscirà a sopravvivere al suo creatore. Avete edificato per l’ingratitudine, vi siete opposto inutilmente alle leggi di natura, avete sacrificato a una vana opera distruttiva la vostra nobile vita! L’uomo ha un’essenza superiore a quella che gli attribuite, l’uomo spezzerà le catene del suo lungo sonno, e chiederà a gran voce che i suoi sacri diritti vengano rispettati. E inciderà il vostro nome accanto ai nomi di Nerone e di Busiri. E questo mi addolora, perché eravate un uomo generoso.

 

RE

Su cosa basate la vostra certezza?

 

MARCHESE (con foga)

Sì, per l’Onnipotente! Sì, lo ripeto. Restituiteci ciò che ci avete sottratto! Fate che la felicità umana si riversi dalla vostra cornucopia ed agite con spirito realmente generoso, come un animo nobile! Fate che i grandi spiriti crescano nei vostri regni, ridateci ciò che ci avete tolto, e diventate, tra milioni di re, un autentico sovrano! (Gli si accosta coraggiosamente, e lo percuote con occhi ardenti di furore) Oh, se l’eloquenza di tutti gli uomini che stanno vivendo questo momento solenne potesse radunarsi tutta quanta e prorompere dalle mie labbra! E il raggio che brilla in fondo ai loro occhi potesse alzarsi in alta e pura fiamma! Rigettate per sempre il culto idolatra che ci distrugge! E tramutatevi ai nostri occhi nell’immagine della Verità e dell’Eternità! Vi rendete conto che non è mai accaduto che un essere umano abbia potuto disporre di simili elementi per destinarli a un uso divino? Tutti i monarchi europei rendono omaggio al nome della Spagna, capitanate i sovrani d’Europa: un solo tratto della vostra penna, e l’Europa di nuovo sarà creata. Concedete la libertà di pensiero… (Si getta ai suoi piedi)

 

RE (stupito, volta il capo dal lato opposto, poi fissa di nuovo il marchese)

Eccentrico sognatore! Alzatevi, io…

 

MARCHESE

Osservate attorno a voi dispiegarsi meravigliosa la Natura! Si fonda sulla libertà, e la libertà contribuisce alla sua ricchezza! Il Creatore scaglia il verme dentro la goccia d’acqua e lascia che l’arbitrio regni indisturbato nei regni estinti della putrefazione… Com’è piccola e misera, in paragone, la vostra creazione! Lo stormire di una foglia turba il Signore della Cristianità… Voi dovete tremare di fronte a qualsiasi virtù! Egli, per non sconvolgere l’incantevole apparizione della libertà, sceglie che il male con tutto ciò che di orribile si trascina dietro si scateni nell’universo da lui creato, egli ha deciso di non mostrarsi e il Creatore si nasconde sotto il velo immutabile delle leggi di natura. L’ateo ha il potere di scorgerle, e non Lui. «A cosa serve un Dio?», si domanda, «il mondo basta a se stesso». Mentre invece nulla quanto l’isolata imprecazione dell’ateo, nessuna profonda orazione lo onora più di questo dubbio.

 

RE

E voi vorreste riproporre questo divino modello tra i poveri sudditi dei miei Stati?

 

MARCHESE

Voi siete in grado di farlo. Chi, se non voi? Dedicate solennemente alla felicità dei popoli quel potere regale che finora ha servito solo gli interessi del trono! Ripristinate la nobiltà umana che è andata perduta! Il suddito torni ad essere il fine supremo del regno, com’era stato in passato! E nessun dovere limiti il suo raggio d’azione, tranne i reciproci doveri dei suoi fratelli! Solo quando l’uomo, restituito alla sua naturale dignità, recupera la coscienza del proprio valore, solo quando tornano a fiorire le alte e nobili virtù della libertà, solo allora, Sire, quando avrete tramutato la Spagna nel regno più felice del mondo, allora dominare il mondo diverrà il vostro unico compito!

 

RE (dopo una lunga pausa)

Vi ho lasciato parlare fino in fondo… Comprendo benissimo che nel vostro cervello il mondo assuma un’immagine ben diversa da quella che si presenta negli altri uomini, e per questo io stesso mi rifiuto di sottoporvi alla stessa unità di misura cui sottopongo gli altri. Io sono il primo cui voi avete schiuso le vostre più intime concezioni del mondo: lo credo, lo so. Ma proprio in considerazione di quella censura che vi ha finora costretto a non svelare delle opinioni espresse con tanto impeto, in considerazione di questa umile e saggia tutela, io ho deciso di dimenticare, mio giovane amico, di esserne venuto a conoscenza e di come me ne avete reso partecipe. Alzatevi. Voglio oppormi non come sovrano, ma come uomo anziano al giovane che con tanta foga è passato oltre i limiti consentiti. Lo voglio perché così voglio… Quindi, persino il veleno nelle nature ben disposte può tramutarsi in un elemento positivo… Ma evitate la mia Inquisizione, sarei addolorato se…

 

MARCHESE

Davvero? Ne sareste addolorato?

 

RE (perduto nella contemplazione)

Non ho mai visto un uomo simile… No, no, marchese, voi siete ingiusto con me. Non sono, non voglio diventare un Nerone! Non voglio esserlo nei vostri confronti. Nel mio regno non deve prosciugarsi la fonte di ogni gioia e voglio che voi, ai miei occhi, continuiate ad essere uomo.

 

MARCHESE (precipitosamente)

E i miei concittadini, Sire? Oh, non ero io in gioco, non volevo parlare a titolo personale. I vostri sudditi, Sire?

 

RE

Dal momento che sapete così bene in che considerazione sarò preso dai posteri, voglio che imparino dal vostro esempio come ho trattato gli uomini, quando ne ho scoperto uno.

 

MARCHESE

Oh, il più equo dei sovrani non si tramuti d’improvviso nel più iniquo! Nelle vostre Fiandre ci sono migliaia di uomini superiori a me. Ma voi - se mi concedete, mio sovrano, di parlare liberamente - solo oggi vedete la libertà sotto un aspetto meno opprimente.

 

RE (con minor severità)

Non parliamo più di questo argomento, mio giovane amico. I vostri pensieri cambierebbero radicalmente se conosceste gli uomini come li conosco io. Non vorrei che questa fosse l’ultima opportunità di vedervi: ditemi cosa posso fare per legarvi a me.

 

MARCHESE

Lasciatemi nello stato in cui mi trovo! Cosa diventerei ai vostri occhi se riusciste a comprare anche me?

 

RE

Non tollero un simile orgoglio! Da oggi siete al mio servizio: nessuna obiezione. Questa è la mia volontà! (Dopo una pausa) Ma come? Di cosa andavo in cerca? Non desideravo proprio la verità? Ho trovato qualcosa di più: voi mi avete minuziosamente studiato sul trono, marchese, perché non dovreste farlo nella mia casa? (Poiché il marchese sembra riflettere) Vi comprendo. Anche se fossi il padre più infelice del mondo, non potrei essere uno sposo felice?

 

MARCHESE

Se un figlio che autorizza ogni speranza, se il possesso di un’amabile creatura concedono a un mortale il diritto di proclamarsi felice, voi Sire avete un duplice motivo per dichiararvi felice.

 

RE (irritato)

No, non sono felice! E non ho mai avvertito come ora così a fondo l’abisso della mia infelicità… (Osserva tristemente il marchese)

 

MARCHESE

Il principe è d’animo nobile e generoso. Non ho mai constatato il contrario.

 

RE

Io invece sì. Ciò che mi ha sottratto, nessuna corona me lo potrà mai ridare, una regina adorna di tante virtù!

 

MARCHESE

Sire, chi oserebbe mai?

 

RE

Il mondo! La calunnia! Io stesso! Qui ci sono prove che li condannano senza appello, e ne esistono altre che mi fanno temere cose ancora più orribili… tuttavia, marchese… mi è particolarmente difficile basare la mia fiducia su una sola opinione.