Considerazioni complementari

Sezione IV

TRASFORMAZIONE DEL CAPITALE-MERCE E DEL CAPITALE MONETARIO IN CAPITALE PER IL COMMERCIO DI MERCI E CAPITALE PER IL COMMERCIO DI DENARO

(CAPITALE COMMERCIALE)

Capitolo 16

Il capitale per il commercio di merci

Capitolo 17

Il profitto commerciale

Capitolo 18

La rotazione del capitale commerciale. I prezzi

Capitolo 19

Il capitale per il commercio di denaro

Capitolo 20

Cenni storici sul capitale commerciale

Sezione V

SUDDIVISIONE DEL PROFITTO IN INTERESSE E GUADAGNO D’IMPRENDITORE.

IL CAPITALE PRODUTTIVO D’INTERESSE

Capitolo 21

Il capitale produttivo d’interesse

Capitolo 22

Ripartizione del profitto. Saggio dell’interesse. Saggio naturale dell’interesse

Capitolo 23

Interesse e guadagno d’imprenditore

Capitolo 24

Esteriorizzazione del rapporto capitalistico nella forma del capitale produttivo d’interesse

Capitolo 25  

Credito e capitale fittizio

Capitolo 26

Accumulazione di capitale monetario, sua influenza sul saggio dell’interesse

Capitolo 27

La funzione del credito nella produzione capitalistica

Capitolo 28

Mezzi di circolazione e capitale. Concezioni di Tooke e Fullarton

Capitolo 29

Elementi del capitale bancario

Capitolo 30

Capitale monetario e capitale effettivo (I)

Capitolo 31

Capitale monetario e capitale effettivo (II) (Continuazione)

1.Trasformazione del denaro in capitale da prestito

2.Trasformazione del capitale o del reddito in denaro che è trasformato in capitale da prestito

Capitolo 32

Capitale monetario e capitale effettivo (III) (Fine)

Capitolo 33

Il mezzo di circolazione nel sistema creditizio

Capitolo 34

Il currency principle e la legislazione bancaria inglese del 1844

Capitolo 35

Metallo prezioso e corso dei cambi

  1. I.Il movimento del tesoro aureo 

  2. II.II Il corso dei cambi 

            Il corso di cambio con l’Asia

            La bilancia commerciale dell’Inghilterra

Capitolo 36

Condizioni precapitalistiche

             L’interesse nel Medioevo

             Vantaggi derivanti alla Chiesa dalla interdizione dell’interesse

Sezione VI

TRASFORMAZIONE DEL PLUSPROFITTO IN RENDITA FONDIARIA

Capitolo 37

Introduzione

Capitolo 38

La rendita differenziale. Caratteristiche generali

Capitolo 39

La prima forma della rendita differenziale

(Rendita differenziale I)

Capitolo 40

La seconda forma della rendita differenziale

(Rendita differenziale II)

Capitolo 41

La rendita differenziale II. Primo caso: prezzo di produzione costante

Capitolo 42

La rendita differenziale II. Secondo caso: il prezzo di produzione diminuisce

  I. La produttività dell’investimento addizionale di capitale rimane costante

 II. Saggio decrescente di produttività dei capitali addizionali

III. Saggio crescente di produttività dei capitali addizionali

Capitolo 43

La rendita differenziale II. Terzo caso: prezzo di produzione crescente. Risultati

Capitolo 44

Rendita differenziale anche sul peggiore terreno coltivato

Capitolo 45

La rendita fondiaria assoluta

Capitolo 46

Rendita di aree fabbricabili. Rendita mineraria. Prezzo della terra

Capitolo 47

Genesi della rendita fondiaria capitalistica I

  I Osservazioni introduttive

 II La rendita in lavoro

III La rendita in prodotti

IV La rendita in denaro

 V La mezzadria e la proprietà contadina parcellare

Sezione VII

I REDDITI E LE LORO FONTI

Capitolo 48

La formula trinitaria

Capitolo 49

Per l’analisi del processo di produzione

Capitolo 50

L’apparenza della concorrenza

Capitolo 51

Rapporti di distribuzione e rapporti di produzione

Capitolo 52

Le classi

Tabelle di conversione

IL CAPITALE LIBRO III

PREFAZIONE

Finalmente mi è concesso di offrire al pubblico questo terzo Libro dell’opera principale di Marx, la conclusione della parte teorica. All’atto della pubblicazione del secondo Libro, nel 1885, pensavo che il terzo avrebbe presentato solo delle difficoltà tecniche, ad eccezione, tuttavia, di alcune sezioni molto importanti. E così era in realtà: però non avevo allora alcuna idea della difficoltà che appunto queste sezioni, che rappresentano le parti più importanti dell’opera, mi avrebbero riservato, né degli altri ostacoli che dovevano tanto ritardare la pubblicazione del libro.

Innanzitutto e più di tutto mi disturbò una continua debolezza della vista, che per anni ridusse al minimo il tempo che potevo dedicare allo scrivere e tuttora solo eccezionalmente mi permette di adoperare la penna alla luce artificiale. Sopravvennero poi altri lavori dai quali non potevo esimermi: edizioni nuove e traduzioni di precedenti lavori di Marx e miei e quindi revisioni, introduzioni, integrazioni, che spesso richiedevano studi particolari, ecc. In primo luogo l’edizione inglese del primo Libro, del cui testo sono in ultima istanza personalmente responsabile, e che di conseguenza ha assorbito molto del mio tempo. Chi ha in qualche misura seguito il colossale sviluppo della letteratura socialista internazionale durante gli ultimi dieci anni e specialmente il numero delle traduzioni di prece denti lavori di Marx e miei, mi darà ragione se mi rallegro del fatto che è molto limitato il numero delle lingue per le quali io potevo essere utile al traduttore e avevo quindi il dovere di non sottrarmi a una revisione del suo lavoro. Lo sviluppo della letteratura socialista, però, era solo un sintomo del corrispondente sviluppo dello stesso movimento operaio internazionale. E questo mi impose nuovi doveri. Dai primi giorni della nostra attività pubblica, una buona parte del lavoro di contatto fra i movimenti nazionali dei socialisti e degli operai nei diversi paesi ricadde su Marx e su di me: questo lavoro aumentò col rafforzarsi del movimento nel suo complesso.

Mentre però, anche in questo settore, Marx si era assunto, fino alla sua morte, l’onere maggiore, da allora In poi il lavoro sempre crescente ricadde solo su di me. È vero che frattanto i rapporti diretti fra i singoli partiti operai nazionali sono diventati la regola e lo diventano fortunatamente sempre di più; ciò nondimeno si ricorre tuttora al mio aiuto, molto più spesso di quanto non mi farebbe piacere nell’interesse dei miei lavori teorici. Chi, come me, è stato attivo per oltre cinquant’anni in questo movimento, considera i lavori che ne derivano un dovere irrecusabile e da compiere senza indugio. Come nel sedicesimo secolo, così nella nostra età movimentata, si trovano teorici puri nel campo degli interessi pubblici solo dalla parte della reazione ed appunto perciò questi signori non sono più dei veri teorici, ma semplici apologeti della reazione stessa.

La circostanza che io abito a Londra comporta che tali rapporti di partito si svolgano durante l’inverno per lo più in forma epistolare, mentre d’estate, in gran parte, a mezzo di contatti per.. sonali. Di qui, e insieme dalla necessità di seguire gli sviluppi del movimento in un numero di paesi continuamente crescente e in un. complesso di organi di stampa in ancor più rapido aumento, è derivata per me l’impossibilità di compiere altro che in inverno, e specialmente nei primi tre mesi dell’anno, lavori che non tollerino interruzioni. Quando si sono lasciati indietro i settant’anni, le fibre cerebrali lavorano con una certa sgradevole lentezza: non si superano più, con la stessa facilità e prontezza di prima, interruzioni in difficili lavori teorici.