Questa guardò K. con i suoi occhi azzurri stanchi, un fazzoletto di seta trasparente le scendeva fino a metà fronte, il bambino dormiva al suo seno. «Chi sei?», chiese K. In tono sdegnoso - senza che si capisse se il disprezzo fosse rivolto a K. o riguardasse la sua stessa risposta - la donna rispose: «Una del castello».
Tutto questo era durato un istante, ma già a destra e a sinistra di K. stavano i due uomini e, quasi non ci fosse altro modo per farsi intendere, lo trascinarono alla porta in silenzio ma con la massima energia. Il vecchio trovava in questo un motivo per essere contento e batteva le mani. Anche la lavandaia rideva mentre accanto a lei i bambini si mettevano all'improvviso a fare un baccano indiavolato.
Ma K. si ritrovò presto in strada, gli uomini lo tenevano d'occhio dalla soglia. Aveva ripreso a nevicare eppure l'aria pareva un poco rischiarata. L'uomo con la gran barba gridò spazientito: «Dove volete andare? Di qua si va al castello, di là al paese». K. non rispose a lui ma all'altro che gli pareva il più affabile malgrado la sua apparente superiorità. «Chi siete?», disse. «Chi devo ringraziare per questa sosta?». «Sono Lasemann, il conciatore», fu la risposta, «ma non dovete ringraziare nessuno». «Va bene», disse K., «forse c'incontreremo ancora». «Non credo», disse Lasemann. In quel momento il barbuto gridò levando la mano: «Buon giorno Artur, buon giorno Jeremias!». K. si voltò, dunque in questo paese qualcuno si faceva pur vedere per strada! Dalla parte del castello venivano due uomini giovani di media statura, entrambi decisamente snelli, con abiti attillati, si somigliavano molto anche di faccia. Il loro colorito era bruno scuro, sul quale tuttavia la barba a pizzetto risaltava per la particolare nerezza. Camminavano a una velocità sorprendente date le condizioni della strada e lanciavano a tempo le gambe snelle. «Che cosa avete?», gridò il barbuto. Ci si poteva capire con loro solo gridando, tanto camminavano in fretta; e non si fermavano. «Affari!», risposero ridendo. «Dove?». «Alla locanda». «Ci vado anch'io!», esclamò improvvisamente K. più forte di tutti gli altri, aveva un gran desiderio che quei due lo prendessero con loro; non pensava che la loro conoscenza potesse servirgli a granché, ma avevano l'aria di essere di buona compagnia e l'avrebbero tirato un po' su.
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