Lo attesta la gente.
- Questa buona gente, - cominciò l'arrestato, e aggiunse rapidamente: - egemone... - continuò: -... è ignorante e ha confuso tutto quello che dicevo. E io comincio a temere che questa confusione andrà avanti assai a lungo. La colpa è tutta di chi ha trascritto le mie parole travisandole.
Subentrò il silenzio. Ora entrambi gli occhi sofferenti guardarono faticosamente l'arrestato.
- Te lo ripeto per l'ultima volta, smettila di fingerti pazzo, furfante, - proferí Pilato con voce blanda e monotona, - poche delle tue parole sono state trascritte, ma bastano a farti impiccare.
- No, no, egemone, - disse l'arrestato, tutto teso nel desiderio di essere convincente, - un tale mi segue dappertutto con la sua pergamena di capra e trascrive di continuo le mie parole. Ma una volta ho dato un'occhiata a quella pergamena e sono rimasto inorridito. Di tutto quello che c'era scritto, non avevo detto una parola. L'ho supplicato: «Brucia la tua pergamena, ti prego!» Ma me l'ha strappata di mano ed è fuggito.
- Chi? - domandò Pilato con un senso di ripugnanza, e si toccò una tempia con la mano.
- Levi Matteo, - spiegò di buon grado l'arrestato, - faceva il pubblicano; l'ho incontrato per la prima volta sulla strada di Betania, all'angolo del giardino dei fichi, e ci siamo messi a parlare. Dapprima mi trattava con ostilità, ed era persino offensivo, cioè credeva di offendermi chiamandomi cane -. L'arrestato ridacchiò. - Personalmente non vedo nulla di male in quella bestia perché debba offendermi il suo nome...
Il segretario smise di scrivere, e lanciò di sottecchi uno sguardo sorpreso, ma non all'arrestato, bensí al procuratore.
-... Però dopo avermi prestato ascolto si addolcí, - continuò Jeshua, - infine gettò il denaro sulla via e disse che mi avrebbe seguito nei miei viaggi...
Pilato sogghignò con una sola guancia, mettendo in mostra denti gialli, e disse, voltando tutto il torso verso il segretario:
- Oh, città di Jerushalajim! Che cosa non vi puoi udire! Un pubblicano, sentite, che getta il denaro nella via!
Non sapendo come rispondere, il segretario ritenne opportuno imitare il sorriso del procuratore.
- Disse che da quel momento il denaro gli era divenuto odioso, - cosí Jeshua spiegò lo strano atteggiamento di Levi Matteo, e aggiunse: - E da allora mi accompagna.
Senza smettere di sghignazzare, il procuratore guardò l'arrestato, poi il sole che saliva inesorabile al di sopra delle statue equestri dell'ippodromo in basso a destra, in lontananza, e in un parossismo di tormento assillante pensò che la cosa piú semplice sarebbe stata cacciare dalla loggia quello strano furfante pronunciando un'unica parola «impiccatelo». Cacciar via anche la scorta, rientrare dai porticato nel palazzo, dare ordine di oscurare la stanza buttarsi sul letto, chiedere acqua fresca, chiamare con voce lamentosa il cane Bangá, lagnarsi con lui dell'emicrania E il pensiero del veleno balenò seducente nella testa tormentata del procuratore.
Guardava l'arrestato con occhi torbidi, e per un po' tacque, cercando penosamente di ricordare perché sotto lo spietato solleone mattutino di Jerushalajim stava davanti a lui un arrestato dal volto tumefatto dalle percosse, e quali altre domande inutili dovesse ancora rivolgergli.
- Levi Matteo? - chiese l'ammalato con voce rauca, e chiuse gli occhi.
- Sí, - echeggiò la voce alta che lo torturava.
- Ma che cosa dicevi a proposito del tempio alla folla del mercato?
La voce dell'accusato sembrava trafiggere la tempia di Pilato, tormentandolo in modo indicibile; questa voce diceva:
- Io, egemone, dicevo che il tempio della fede antica deve crollare e al suo posto deve sorgere il nuovo tempio della verità. Dissi cosí perché fosse piú comprensibile.
- Ma perché, vagabondo, turbavi la gente del mercato parlando di una verità di cui non hai idea? Che cos'è la verità?
Appena ebbe detto questo, il procuratore pensò: «Oh numi! Gli sto chiedendo delle cose che non c'entrano col processo... non riesco piú a dominare la mia mente...» E di nuovo gli balenò davanti la visione d'una coppa di liquido scuro. «Del veleno, voglio del veleno...»
Di nuovo udí la voce:
- La verità anzitutto è che ti fa male la testa, ti fa talmente male che pavidamente pensi alla morte. Non solo non sei in grado di parlare con me, ma ti è perfino difficile guardarmi. E adesso sono involontariamente il tuo torturatore il che mi amareggia. Non riesci neppure a pensare e sogni solo che venga il tuo cane, l'unico essere, evidentemente, al quale sei affezionato. Ma il tuo tormento cesserà subito, la testa non ti farà piú male.
Il segretario spalancò gli occhi sull'arrestato e non terminò la parola che stava scrivendo.
Pilato alzò gli occhi di martire sul prigioniero e vide che il sole era già abbastanza alto sopra l'ippodromo, che un raggio era penetrato nel porticato e strisciava verso i sandali logori di Jeshua e che questi se ne scostava.
Il procuratore si alzò allora dalla scranna, strinse la testa fra le mani, e sul suo giallognolo volto sbarbato si dipinse il terrore. Ma lo represse subito con uno sforzo di volontà e si abbandonò di nuovo nella scranna.
Nel frattempo l'arrestato continuava il suo discorso, ma il segretario non scriveva piú nulla: cercava solo, allungando il collo come un'oca, di non perdere una parola.
- Ecco, tutto è finito, - diceva l'arrestato guardando con benevolenza Pilato, - ne sono molto lieto. Ti consiglierei, egemone, di lasciare temporaneamente il palazzo e di farti una passeggiata a piedi nei dintorni, anche solo nei giardini sul monte Elion. Il temporale avrà inizio... - il prigioniero si voltò, socchiuse gli occhi guardando il sole... piú tardi, verso sera. La passeggiata ti farebbe molto bene, e io ti accompagnerei volentieri. Mi sono venute in mente alcune idee che, credo, ti potrebbero sembrare interessanti e te ne farei volentieri partecipe, tanto piú che dai l'impressione di essere assai intelligente -. Il segretario diventò pallido come un cadavere e lasciò cadere a terra il rotolo di pergamena. - Il guaio è, - nessuno interrompeva l'uomo legato, - che sei troppo rinchiuso in te stesso, e non hai piú alcuna fiducia negli uomini.
1 comment