Il suo primo romanzo, That Lass o’ Lowries (ambientato nel Lancashire) vede la luce nel 1877, conoscendo una discreta accoglienza; escono quindi Lindsay’s Luck nel 1878 e Haworth’s nel 1879. Dopo essersi trasferita con il marito a Washington D.C., Frances, infaticabile pubblica Louisiana (1880), A Fair Barbarian (1881) e Through One Administration (1883), nonché il testo teatrale Esmeralda (1881), scritto in collaborazione con William Gillette. Nel 1886, con Little Lord Fauntleroy (apparso l’anno prima a puntate sulla rivista per bambini «St. Nicholas» ) arriva il grande successo: il libro vende più di mezzo milione di copie in un anno e viene tradotto in dodici lingue. La figura del protagonista è modellata sul secondo figlio della scrittrice, Vivian, nato nel 1875 (il primogenito Lionel, è del 1874, e morirà a soli sedici anni). Dal 1887 Frances comincia a dividere la sua vita e la sua attività professionale tra gli Stati Uniti e l’Inghilterra (dove, dall’estate del 1890, vive a Great Maytham Hall, di cui ritroveremo gli splendidi giardini in The Secret Garden), mentre continua a scrivere a getto continuo libri per adulti e per bambini: Sara Crewe (1888), The Fortunes of Philippa Faifax (1888, il suo solo libro a non avere l’edizione americana), The Pretty Sister of José (1889), The Drury Lane Boys’ Club (1892), la sua autobiografia The One I Knew the Best of All (1893), A Lady of Quality (1896)... Nel 1898 divorzia da Swan Burnett, conservando però il cognome per motivi professionali. Nel 1900, dopo una convivenza che non manca di destare scandalo, sposa il suo business-manager Stephen Townsend, da cui divorzierà senza troppi rimpianti neppure due anni dopo. Nel 1905 prende la cittadinanza americana, e dal 1907 va a stabilirsi nella stupenda tenuta di Plandome Park, a Long Island, tenendo un tenore di vita costosissimo e stravagante. Sono di questi anni: In Connection with the De Willoughby Claim (1899), The Making of a Marchioness (1901), A Little Princess (versione rivisita e ampliata del suo precedente lavoro Sara Crrewe, 1905), Queen Silver-Bell (1906), The Shuttle (1907), The Secret Garden (che oggi la critica tende a considerare la sua cosa migliore, 1911), The Lost Prince (1915), The Little Hunchback Zia (1916), The Head of the House of Coombe (1922), In the Garden (postumo, 1925).

 

R.R.

Il piccolo Lord sugli schermi e la fortuna in Italia

 

 

 

 

Dopo essere stato adattato più volte per il teatro (nel 1887 anche dall’autrice stessa) Little Lord Fauntleroy ha conosciuto un’ottima fortuna sugli schermi cinematografici:e, più recentemente, televisivi. La prima versione per il cinema è del 1914, Little Lord Fauntleroy, a opera di F. Martin Thornton, con Edward Viner e H. Agar Lyons, alla quale fanno seguito, nel giro di pochi anni, A Kis Lord di Alexander Antalffy (1918) e il famoso Little Lord Fauntleroy di Alfred E. Green e Jack Pickford, con Mary Pickford nel doppio ruolo di Cedric/Dearest e Claude Gillingwater (1921). Nel 1926 Augusto Genina gira il non troppo felice L’ultimo Lord, con Oreste Bilancia e Carmen Boni, mentre nel 1936 John Comwell dirige Lord Fauntleroy, con Freddie Bartholomew e C. Aubrey Smith. Nel 1960 e nel 1971 arrivano due produzioni televisive italiane: lo sceneggiato Il piccolo Lord, diretto da Vittorio Brignole e il film TV Il piccolo Lord, diretto da Luciano Emmer e interpretato da Johnny Dorelli, mentre nel 1976 è la volta della serie televisiva inglese Little Lord Fauntleroy per la regia di Paul Annet. Nel 1980 arriva nelle sale cinematografiche l’importante produzione Little Lord Fauntleroy per la regia di Jack Gold, con Rick Schroder e Alec Guinness, mentre nel 1988 è la volta della serie animata giapponese Shoukoushi Cedie, diretta da Kôzô Kusuba. Nel 1994 e nel 1995 ancora due produzione televisive, la prima italiana, Il piccolo Lord (conosciuto anche come Il piccolo Milord), per la regia di Gianfranco Albano e l’interpretazione di Mario Adorf (di cui ci sarà un sequel nel 2001, Il ritorno del piccolo Lord, diretto da Giorgio Capitani), e la seconda americana, Little Lord Fauntleroy, per la regia di Andrew Morgan, mentre nel 1996 viene realizzato nelle Filippine il film Cedie, diretto da Romy Suzara, con Tom Taus e Ronaldo Valdez. Infine, del 2003 è la produzione russa Radosti i pechali malen’kogo lorda diretta da Ivan Popov.

 

Fra le numerosissime traduzioni italiane (non sempre fedeli e non sempre integrali) vanno almeno segnalate: la classica, diffusissima edizione Salani Un piccolo lord, trad. di Piero Battaini, con le bellissime illustrazioni di Alberto Micheli, letta dai bambini di tre o quattro generazioni; Il piccolo lord, trad. di Scilla Alfieri e Mary Tibaldi Chiesa, AMZ, Milano 1960; Il piccolo Lord, a cura di S. Molinari, Mursia, Milano 1990; Il piccolo Lord, trad. di A. Mazzoni, Euromeeting, Milano 2003; Il piccolo Lord, a cura di A.M. Vicini, Ghisetti e Corvi, Milano 2010; Il piccolo Lord Fauntleroy, trad. di Daniela Padoan, nuova ed. Rizzoli, BUR, Milano 2010; Il piccolo Lord, trad. di R. Pasini, nuova edizione, De Agostini, Milano 2011.

 

R.R.

 

Il piccolo Lord

Capitolo primo.