Lei sa o potrebbe sapere che se anche avessi voluto essere docile con i miei zii, non avrei mai saputo inchinarmi con tanta grazia da conquistare il loro favore. Avrei sacrificato i miei comodi per non ottenere comunque la loro protezione».

«È molto probabile. E dunque ha stabilito che fosse più assennato seguire da subito le sue inclinazioni».

«Esatto. Io devo seguire le mie inclinazioni; devo, finché vivrò, perché non posso comprendere, né far mie né elaborare quelle degli altri».

Hunsden sbadigliò. «E sia», disse. «In tutto ciò una cosa sola mi è chiara, e cioè che tutta questa storia non è affar mio». Si stiracchiò e sbadigliò di nuovo. «Chissà che ora si è fatta», disse, «ho un appuntamento alle sette».

«Le sei e tre quarti, stando al mio orologio».

«Bene, allora me ne vado». Si alzò. «Non si metterà di nuovo nel commercio?», disse, poggiando il gomito alla mensola del caminetto.

«No, penso di no».

«Sarebbe un pazzo se lo facesse. Magari finirà col riconsiderare l’offerta di suo zio ed entrerà nella Chiesa».

«Dovrebbe aver luogo una rigenerazione straordinaria nel mio carattere, fisico e morale, perché questo avvenga. Un buon ecclesiastico è il migliore degli uomini».

«Davvero lo pensa?», mi interruppe Hunsden sarcastico.

«Lo penso e non ne dubito. E non possiedo quelle caratteristiche necessarie a essere un buon ecclesiastico; quindi, piuttosto che imbarcarmi in una professione per la quale non ho vocazione, sopporterei le durezze estreme della povertà».

«Lei è un cliente molto difficile da accontentare. Non vuole essere un commerciante né un pastore, non può fare l’avvocato, il dottore o il gentiluomo perché non ha soldi. Le consiglierei di viaggiare».

«E come? Senza soldi?».

«Lei dovrebbe viaggiare proprio in cerca di denaro, amico mio. Sa parlare francese, con un terribile accento inglese, senz’altro, ma lo parla. Vada sul continente e stia a vedere cosa può saltare fuori per lei una volta lì».

«Dio solo sa quanto mi piacerebbe!», dissi con involontario entusiasmo.

«Ci vada, allora, cosa la trattiene? Può raggiungere Bruxelles con cinque o sei sterline, se sa come muoversi in economia».

«Pur non sapendolo, di necessità lo imparerei».

«Ci vada, allora, e lasci che sia l’astuzia a guidarla una volta lì. Conosco Bruxelles quasi quanto X., e sono certo che sia più adatta di Londra per un tipo come lei».

«E il lavoro, signor Hunsden? Devo avere un lavoro, e come potrei trovare una raccomandazione, una referenza o un impiego a Bruxelles?».

«Ecco che parla la lingua della prudenza. Non sopporta di farsi avanti anche di un passo, se non ha già certezza di ogni millimetro della sua strada. Ha penna, carta e inchiostro?».

«Spero di sì», e tirai subito fuori quel che mi serviva per scrivere, perché intuivo cosa volesse fare. Sedette, scrisse qualche riga; piegò, sigillò, scrisse l’indirizzo sulla lettera e me la porse.

«Ecco, Prudenza, questo è un pioniere che abbatterà le prime difficolta del suo sentiero. Sono sicuro, amico, che lei non è il tipo di persona che metterebbe il collo in un cappio senza aver pensato a come tirarlo fuori dopo, e fa bene. Odio gli uomini imprudenti e niente mi persuaderebbe a immischiarmi negli affari di una persona simile. Quelli che sono imprudenti con se stessi in genere lo sono dieci volte di più coi loro amici».

«Devo supporre che si tratti di una lettera di presentazione?», dissi prendendo la lettera.

«Sì, con quella in tasca non rischierà di trovarsi in povertà, cosa che, lo so, sarebbe per lei un’umiliazione, così come lo sarebbe anche per me. La persona a cui la presenterà può garantire due o tre posti rispettabili con la sua raccomandazione».

«Quello che ci vuole per me».

«Bene, e ora dov’è la sua gratitudine?», chiese Hunsden. «Non è capace di dire grazie?».

«Ho quindici sterline e un orologio che la mia madrina, che non ho mai conosciuto, mi ha regalato diciotto anni fa», risposi io senza cognizione; e subito dopo dichiarai di essere un uomo felice e affermai di non invidiare nessun altro al mondo.

«E la sua gratitudine?».

«Partirò subito, signor Hunsden: domani, se posso. Non resterò a X. un giorno più del necessario».

«Bene; ma sarebbe educato esprimere il dovuto riconoscimento per l’assistenza che ha ricevuto. Avanti! Sono quasi le sette: sto aspettando di essere ringraziato».

«Per favore, signor Hunsden, si tolga da lì, devo prendere una chiave sulla mensola del caminetto. Voglio preparare il mio bagaglio prima di andare a letto».

L’orologio batté le sette.

«Il ragazzo è un selvaggio», fece Hunsden, e prendendo il cappello dall’attaccapanni se ne andò, ridendo tra sé.