O Hathi, hai mai veduto una siccità simile?
Passerà, passerà, rispose Hathi schizzandosi l’acqua sul dorso e sui fianchi.
Abbiamo uno qui che non può resistere a lungo, disse Baloo volgendo lo sguardo verso il fanciullo.
Io? rispose Mowgli sdegnosamente levandosi a sedere entro l’acqua. Io non ho il pelo lungo che mi copra le ossa, ma… se ti si levasse di dosso il pelliccione, Baloo?
Hathi sussultò dal ridere al sentire questo, e Baloo disse severamente: Cucciolo, non sta bene parlar così ad un Maestro della Legge. Nessuno mi ha 5
mai visto senza la pelliccia.
Ma non avevo intenzione di offenderti, Baloo, volevo soltanto dire che tu sei come una noce di cocco nel guscio, ed io sono la stessa noce sgusciata. Ora cotesto tuo guscio bruno…
Mowgli era seduto con le gambe incrociate, e per spiegarsi meglio, secondo la sua abitudine, accompagnava le parole accennando con l’indice, e Bagheera allungò una zampa e lo rovesciò supino nell’acqua.
Di male in peggio, disse la Pantera Nera mentre il ragazzo si rialzava sputacchiando. Prima Baloo deve essere scuoiato ed ora somiglia ad una noce di cocco. Bada che non faccia come le noci mature.
E che cosa fanno? disse Mowgli lasciandosi prendere alla sprovvista, benché quello fosse uno dei più vecchi scherzi della Giungla.
Spaccano la testa! rispose calma Bagheera rituffandolo nell’acqua.
Non sta bene burlarsi del proprio maestro, disse l’Orso, dopo che Mowgli fu tuffato per la terza volta.
Non sta bene! Ma che volete farci? Quel cosino spelato che corre avanti e indietro, canzona e scimmiotta quelli che furono una volta valenti cacciatori, e per gioco tira i baffi anche ai migliori di noi.
Era Shere Khan che aveva parlato. La Tigre Zoppa che scendeva zoppiconi verso l’acqua. Attese un poco per gode rsi l’impressione che aveva suscitato fra i cervi dell’altra sponda, poi abbassò la testa quadrata e barbuta e cominciò a lambire l’acqua brontolando: La Giungla è diventata un canile per i cuccioli spelati adesso? Guardami, Cucciolo d’uomo!
Mowgli fissò la tigre con insolenza, e dopo un minuto Shere Khan, turbato, volse gli occhi altrove.
Cucciolo qui e Cucciolo là, brontolò continuando a bere. Il Cucciolo non è né un uomo né un cucciolo altrimenti avrebbe avuto paura. La prossima stagione dovrò chiedergli il permesso di bere. Aurgh!
Potrebbe anche darsi, disse Bagheera guardandolo fisso negli occhi. Chi lo sa… Puah! Shere Khan! Che nuova vergogna hai portato qui?
La Tigre Zoppa aveva tuffato le ganasce e il mento nell’acqua e da essi si allargarono, seguendo la corrente, cerchi bruni e oleosi.
L’Uomo! disse Shere Khan freddamente. L’ho ucciso un’ora fa. E continuò a ronfare ed a brontolare.
La fila delle belve tremò e ondeggiò su e giù, poi sorse un mormorio che crebbe e culminò in un urlo: L’Uomo! L’Uomo ! Ha ammazzato l’Uomo! Tutti gli sguardi si volsero verso Hathi, l’elefante selvatico, ma parve che questi non avesse udito niente. Hathi fa sempre ogni cosa a suo tempo, e questa è una delle ragioni per cui vive così a lungo.
Ammazzare l’Uomo in una stagione come questa! Non c’era altra selvaggina in giro? disse Bagheera sprezzantemente, ritraendosi dall’acqua contaminata e scrollando una zampa dopo l’altra, come fanno i gatti.
Ho ammazzato per mio piacere, non per fame.
Il mormorio di orrore ricominciò, e gli occhietti bianchi e vigili di Hathi si fissarono su Shere Khan.
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