Ella può comandarmi, e disporre illimitatamente d’ogni mia facoltà; ma…

— Via, dunque fatemi vedere un’apparizione.

— Ma io deggio prima esser sicuro ch’ella non mi fa tal domanda per curiosità. Quantunque le forze invisibili dipendano in certo modo dal mio volere, ciò è non di meno sotto il sacro patto ch’io non profanerò i sacri misteri, che non abuserò della mia autorità.

— Le mie intenzioni non possono essere piú pure. Io voglio la verità.

Qui levaronsi dal loro posto, ed accostaronsi ad una finestra lontana, da dove non potei piú udire il seguito del loro discorso. L’Inglese che avea parimenti ascoltato questo colloquio, mi tirò in disparte.

— Il vostro Principe è un degno signore — mi diss’egli. — Io deploro ch’egli si familiarizzi con un impostore.

— La fortuna di costui — io gli risposi — sarà a misura del suo successo in questo affare.

— Sapete cosa faremo? — disse l’Inglese. — Ora il povero diavolo fa il prezioso. Egli non mostrerà la sua merce sinché non sente il suono del danaro. Noi siamo nove. Facciamo una colletta, e tentiamolo coll’esca d’un grosso premio. Questo sarà il suo rompicollo, ed aprirà gli occhi al vostro Principe.

— Ne sono contento.

L’Inglese gettò sei ghinee sopra un tondo, e raccolse in giro. Ognuno diede qualche luigi: il nostro progetto parve interessare singolarmente il Russo che pose sul tondo una cedola di banco di cento zecchini: prodigalità di cui l’Inglese rimase sorpreso. Noi portammo la colletta al Principe.

— Abbia la bontà — disse l’Inglese — d’intercedere per noi presso questo signore, affinché ci mostri un saggio dell’arte sua, ed accolga questa piccola testimonianza della nostra riconoscenza.

Il Principe pose sul tondo anche un ricco anello; e lo porse al Siciliano. Questi stette sovra pensiero alcuni secondi. Poi cosí parlò:

— Miei signori e mecenati, questa generosità mi fa arrossire. Sembra che non conosciate bene il mio carattere; ma io m’arrendo alle vostre brame. Il vostro voto s’adempirà. — Frattanto tirò il cordone d’un campanello. — Quanto a quest’oro, sul quale io non ho alcun diritto, voi mi permetterete ch’io ne faccia deposito nel qui vicino monastero di Benedettini per usi pii. Quest’anello poi io lo serbo come preziosa memoria di questo degnissimo Principe.

Qui comparve l’oste, cui egli tosto consegnò il danaro.

— Eppure egli non lascia d’essere un furfante — dissemi l’Inglese sotto voce all’orecchio. — Egli ricusa il danaro perché ora il Principe è quegli che piú gli preme.

— Oppure l’oste è con lui d’accordo — disse un altro.

— Chi brama ella di vedere? — disse il Mago al Principe.

Il Principe pensò un momento.

— Un uomo grande a dirittura — gridò il Lord. — Cerchi il Papa Ganganelli. Per questo signore la fatica sarà presso a poco eguale.

Il Siciliano si morse le labbra:

— Non mi lice evocare alcuno che abbia ricevuto gli ordini sacri.

— Questo è male — disse l’Inglese. — Noi forse avremmo potuto sapere da lui di che malattia è morto.

— Il Marchese di Lanoy — cosí prese il Principe a parlare — era brigadier francese nell’ultima guerra, e mio intimo amico. Nella battaglia di Hastinbeck egli riportò una ferita mortale; fu portato nella mia tenda, dove pochi minuti dopo spirò fra le mie braccia. Mentr’egli stava agonizzando mi fe’ cenno di accostarmegli. “Principe” cominciò egli a dirmi, “io non rivedrò la mia patria; permettami dunque di confidarle un segreto a me sol noto. In un chiostro situato sui confini delle Fiandre vive una…” e qui spirò. Le forbici della Parca troncarono il filo della sua vita e del suo discorso: quanto bramerei di qui averlo per udirne il fine!

— Gran dimanda! — gridò l’Inglese. — Io la dichiaro per un secondo Salomone s’ella scioglie questo problema.

Noi ammirammo l’ingegnosa scelta del Principe e l’approvammo concordemente. Frattanto il Mago passeggiava con rapidi passi avanti e indietro per la camera, e sembrava combattuto da contrari pensieri.

— E questo era tutto quello — disse al fine al Principe — che il moribondo avea da lasciarle?

— Tutto.

— Fece ella qualche ulteriore indagine in rapporto a ciò nella sua patria?

— Tutte furono inutili.

— Visse il Marchese di Lanoy una vita irreprensibile? Non mi è permesso di evocare indistintamente ogni defunto.

— Egli morí pentito de’ suoi giovanili trascorsi.

— Porta ella qualche memoria di lui presso di sé?

— Sí.