Ginia ci andò perché da quel negozio si vedeva il portone di Amelia, ma quel Massimo non immaginava certo perché lei si fermasse a chiacchierare e a ridere, e ci tornasse il giorno dopo.
Guardavano le lampade rosa e celesti, e lei faceva la matta. Dalla vetrina si vedeva passar la gente, e Ginia gli chiese se era vero che Amelia girava vestita di bianco. Chi lo sa? - disse Massimo, - siete tante, voi ragazze. Lo saprà Severino. - Oh perché Severino? - A Severino, disse Massimo, - piacciono le cavallone. È ben quella che va senza calze? - Te l’ha detto lui? - chiese Ginia. - Sei sua sorella e non lo sai? - rispose Massimo ridendo; - fattelo dire da Amelia. Non ti veniva sempre in casa?
A questo Ginia non aveva mai pensato. L’idea che a Severino fosse piaciuta Amelia, che se lo fossero detto e magari si vedessero, le guastò la giornata. Se questo era vero, tutta l’amicizia di Amelia era stata una finta. «Sono proprio una bambina», pensava Ginia, e per tenersi dalla rabbia si ricordò che vederla nuda le aveva fatto ribrezzo. «Ma sarà vero?», pensava. Severino innamorato di qualcuna non riusciva a immaginarselo, e anzi era certo che, se lui l’avesse vista quella volta posare, povera Amelia non gli sarebbe più piaciuta. «O forse sì?» «Ma perché siamo nude?» pensò disperata.
Verso sera, era già più tranquilla, e convinta che Massimo aveva detto per dire. Mentre mangiava con Severino, gli guardava le mani e le unghie rotte e capiva che Amelia era abituata a tutt’altro. Poi rimase sola alla luce smorzata e pensava alle belle sere di agosto che Amelia veniva a prenderla, quando sentì dietro la porta la sua voce.
5
- Venivo a trovarti, - disse Amelia.
Ginia non rispose subito.
- Sei sempre arrabbiata, - disse Amelia. - Lascia correre. Non c’è tuo fratello?
- È uscito adesso.
Amelia aveva il vecchio vestito, ma una bella pettinatura coi coralli. Andò a sedersi sul sofà e le chiese subito se usciva. Parlava con la voce di un tempo, ma più bassa, come fosse raffreddata.
- Cerchi me o Severino? - disse Ginia.
- Oh questa gente. Lasciala stare. Voglio soltanto divagarmi, se vieni anche tu.
Allora Ginia si cambiò le calze e corsero giù per le scale, e Amelia si lasciò raccontare cos’era successo nel mese. E tu cos’hai fatto? - diceva Ginia. - Cosa vuoi che abbia fatto? - diceva Amelia ricominciando a ridere, niente ho fatto. Stasera ho detto: Andiamo a vedere se Ginia pensa ancora a Barbetta -. Altro non si poteva cavarle, ma Ginia era contenta. - Andiamo a bere un bicchierino? - disse.
Mentre bevevano, Amelia le chiese perché non era mai venuta a trovarla. - Non sapevo dov’eri. - Figùrati. Al caffè tutto il giorno - Non l’avevi mai detto.
L’indomani Ginia andò a cercarla al caffè.
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