La trovò aperta.

- Avanti, - disse Guido.

Ginia nell’imbarazzo si chiuse il battente alle spalle. Si fermò ansante, sotto gli occhi di Guido. Forse era effetto dell’ora, ma il tendone di velluto, colpito da un po’ di sole, arrossava tutta la stanza. Guido si mosse a testa bassa, e le disse: - Che c’è?

- Non mi conosce più?

Guido era in maniche di camicia al solito e in calzoni grigioverde.

- C’è anche l’altra? - disse.

Allora Ginia gli spiegò che era sola, e che Amelia se ne stava al caffè. - Rodrigues mi ha detto che potevo venire a vedere i quadri. Siamo già venute un mattino ma lei non c’era.

- Siediti, allora, - disse Guido. - Finisco un lavoro.

Tornò vicino alla finestra e si mise a raschiare una tavola di legno con un coltello. Ginia si sedette sul sofà, e le parve di cadere tant’era basso. Era confusa da quel tu, e le scappava da ridere pensando che tutti, pittori e meccanici, cominciavano a quel modo. Ma socchiudere gli occhi in quella luce morbida era bello.

Guido disse qualcosa di Amelia. - Siamo amiche, - rispose Ginia, - ma io lavoro all’atelier.

La stanza si andava spegnendo e allora Ginia si alzò e girò il collo a guardare un quadretto. Era quello delle fette di melone, che sembravano trasparenti e tutte acqua. Ginia s’accorse che c’era nel quadro un riflesso di luce rosa ma dipinta, che ricordava quello rosso del velluto di quand’era entrata. Capì allora che per dipingere bisogna sapere queste cose, ma non osò dirlo a Guido. Guido le venne dietro, e guardava i quadri con lei.

- Roba vecchia, - diceva ogni tanto.

- Ma sono belli, - disse Ginia, col cuore in gola perché si aspettava di sentirsi lì per lì una mano addosso. - Sono belli, - e fece un passo laterale. Guido guardava i quadri e non si mosse.

Mentre Guido accendeva la sigaretta, Ginia appoggiata contro il tavolo, cominciò a chiedergli chi erano quei ritratti e se non aveva mai dipinto Amelia. - Fa la modella, - disse. Ma guido cadde dalle nuvole e disse che non l’aveva mai saputo. - Se l’ho vista posare, - ribatté Ginia. - Quest’è nuova. Da che pittore? - Non so il nome, ma posava. - Nuda? - domandò Guido. - Sì.

Allora Guido cominciò a ridere. - Ha trovato il suo mestiere, le è sempre piaciuto far vedere le gambe. Anche tu sei modella? - Io no, lavoro, - disse Ginia di scatto, vado all’atelier.

Ma era un poco offesa che Guido neanche ci pensasse a farle il ritratto. Se il suo profilo era piaciuto a Barbetta, perché non a Guido? - Amelia racconta molte storie, disse allora, - e le piace farne di tutti i colori. Non si capisce che cosa voglia.

- Una volta, starle insieme era un divertimento, - disse Guido allegro. - Questo studio ne ha viste di belle.

- Ne vede ancora, - disse Ginia, - Amelia e Rodrigues non perdono tempo.

Guido la guardò tra serio e ridendo. Faceva già sera, e la sua espressione s’indovinava appena.