«Oh sì, per Giove! Magnifica idea! Su, amico Powles, fila al campo, di grazia, va ai baraccamenti dell’Ottantaquattresimo e facci sapere quello che LA MORTE NON ESISTE di Florence Marryat

30

sta facendo il maggiore R… ». Il messaggio di risposta arrivò in circa tre minuti. «Il maggiore R… è appena tornato dal servizio», sillabò Powles. «E’

seduto sulla sponda del letto e sta cambiandosi i calzoni dell’uniforme con un paio di tweed grigi». «Sono sicuro che è sbagliato», affermò mio cugino,

«perché a quest’ora nessuno è mai chiamato in servizio».

Erano le quattro del pomeriggio, come avemmo la cura di accertare. Mio cugino tornò al campo quella sera stessa e il giorno dopo ricevetti un suo biglietto che diceva: «L’amico Powles è una brava persona. Era tutto esatto.

R… , nel pomeriggio di ieri, ebbe improvvisamente l’ordine di uscire con la compagnia e tornò ai baraccamenti esattamente alle quattro cambiando l’uniforme con un completo di tweed grigio».

Ma ho sempre trovato il mio amico Powles (quando si degna di fare qualche cosa per degli estranei, cosa che avviene di rado) estremamente esatto nel riportare i pensieri e le azioni di persone assenti, spesso dall’altro lato del globo.

Un pomeriggio andai a fare una comune visita a una signora, una certa signora W… , e la trovai impegnata in una vivace discussione sullo spiritismo con una signora corpulenta e un signore piuttosto banale: i due tipi più grossolani che abbia mai incontrato e che lo apparivano ancor più sotto un afoso sole d’agosto. Appena la signora W… mi vide, esclamò: «Oh! ecco qui la signora Ross-Church. Lei vi dirà tutto sugli spiriti. Da brava, signora Ross-Church, sedetevi al tavolino e dateci una séance» .

Una seduta in un ardente e sfavillante pomeriggio di agosto, con due estranei stolidi, non interessanti e, quel che è peggio, non interessati, i 29

quali sembravano pensare che la signora W… «stesse dando i numeri!»

Protestai, cercai di farli ragionare, mi difesi: tutto invano. La mia ospite continuava a insistere, e la società pone gli ospiti alla mercé di chi li ospita.

Così, di cattivo umore, mi tolsi i guanti a posi con indifferenza le mani sul tavolo. Subito furono battute le seguenti parole:

«Sono Edward G… Avete versato a Johnson le diciassette sterline e dodici scellini che avete ricevuto per la mia sella?».

Il signore che mi stava davanti divenne di mille colori, e cominciò a balbettare una risposta, mentre sua moglie appariva molto confusa. Io chiesi all’entità: «Chi sei?» Quella rispose: «Lui lo sa! Il suo defunto colonnello!

Perché Johnson non ha ricevuto quel denaro?» Questa è ciò che io chiamo una coincidenza «imbarazzante», e me ne sono occorse parecchie del genere, alcune delle quali hanno fatto allontanare dal tavolo delle conoscenze che mi giuravano vendetta e si scervellavano per scoprire chi mi avesse raccontato i loro peccatucci segreti. Il signore in questione (di cui non ricordo nemmeno il LA MORTE NON ESISTE di Florence Marryat

31

nome) confessò che molti punti del messaggio erano veri, ma non ci disse se Johnson aveva ricevuto le diciassette sterline e dodici scellini.

Avevo un bel levriere inglese di nome «Clytie», dono di Annie Thomas, e questo cane aveva l’abitudine di allontanarsi dalla mia casa in Colville Road, Bayswater, che corre parallela a Portobello Road, un quartiere molto popolare, fatto di bottegucce una delle quali, una friggitoria di pesce, era una noia intollerabile riempiendo l’aria tutt’intorno del suo intenso profumo. Una volta «Clytie» rimase lontana da casa così a lungo che io temetti si fosse davvero perduta e pubblicai degli annunci offrendo una ricompensa a chi me l’avesse riportata. Quella sera «Charlie» si manifestò al tavolo e disse: «Non offrire ricompense per il cane. Manda qualcuno a cercarlo».

«Dove devo mandare?» chiesi.

«E’ legato nella friggitoria in Portobello Road. Manda la cuoca a vedere».

Dissi a questa mia domestica di aver saputo che il levriere era trattenuto nella friggitoria e la mandai a indagare. Tornò con «Clytie».