Orribile delitto, l’uccisione di un membro del Parlamento!»
Quella era l’orazione funebre di un amico e cliente; l’avvocato non poté non avvertire una certa apprensione, per timore che il buon nome di un altro fosse coinvolto nello scandalo. Era per lo meno una decisione delicata quella che doveva prendere; e lui, che era sempre stato così sicuro di sé, cominciò a provare il desiderio di un consiglio. Non poteva attenerlo in modo diretto; ma forse, pensò, poteva procurarselo con qualche artificio.
Poco dopo, sedeva ad un lato del proprio focolare, di fronte al signor Guest, il suo primo scrivano; in mezzo a loro, a una distanza ben calcolata dal fuoco, era una bottiglia di uno speciale vino vecchio, che aveva riposato a lungo, lontano dalla luce, nella cantina della casa. La nebbia indugiava ancora sulla città sommersa, dove i lampioni ardevano come carbonchi: e, attraverso quelle soffici nuvole basse, il ritmo della vita cittadina continuava nelle grandi arterie, con un rumore di forte vento. La stanza era rallegrata dalla vampa del focolare. Nella bottiglia gli acidi s’erano da molto tempo disciolti; il colore imperiale s’era smorzato con il tempo, come si trasforma il colore delle vetrate a piombo; è lo splendore dei caldi pomeriggi autunnali nei vigneti sulle colline, era pronto a librarsi per disperdere le nebbie londinesi. Insensibilmente l’avvocato si calmava. A nessun’altra persona nascondeva meno i suoi segreti che al signor Guest; e non sempre era sicuro di nasconderne quanti ne avrebbe voluto. Guest era stato spesso a casa del dottore, per affari; conosceva Poole; e non poteva non aver sentito parlare della familiarità del signor Hyde con quella casa; avrebbe potuto trarne delle conclusioni: tanto valeva, allora, che vedesse una lettera che metteva le cose a posto. Inoltre, Guest, essendo uno studioso di grafologia, avrebbe considerato naturale e doverosa la confidenza. Lo scrivano era anche un uomo saggio; e non avrebbe potuto leggere un così strano documento senza pronunciare un’osservazione; su quell’osservazione il signor Utterson avrebbe potuto regolare le proprie mosse future.
«È una faccenda triste, questa di Sir Danvers» disse.
«Sì, certo. Ha impressionato una gran parte dell’opinione pubblica» replicò Guest. «Quell’uomo, certo, doveva essere pazzo.»
«Mi piacerebbe avere la vostra opinione sul fatto» replicò Utterson. «Io ho qui un documento di sua mano; la cosa resta fra noi, perché non so ancora quello che ne farò; è una brutta faccenda. Ma eccolo qui, questo fa per voi: l’autografo di un assassino.»
Gli occhi di Guest brillarono, prese immediatamente a studiare la lettera con passione.
«No, signore,» disse «questo non è un pazzo. Ma ha una curiosa scrittura.»
«Ma è anche un curioso scrittore» aggiunse l’avvocato. In quel momento entrò un domestico con un biglietto.
«È del dottor Jekyll, signore?» chiese lo scrivano. «Mi pare di riconoscere la scrittura. È un biglietto personale, signor Utterson?»
«Soltanto un invito a pranzo. Perché? Volete vederlo?»
«Un attimo. Vi ringrazio, signore» e lo scrivano pose i due fogli uno accanto all’altro, e confrontò diligentemente le scritture. «Grazie signore,» disse infine restituendoli tutt’e e due; «è un autografo interessantissimo.»
Vi fu una pausa, durante la quale il signor Utterson sostenne un intimo combattimento. «Perché lo avete confrontato, Guest?» chiese poi, ad un tratto.
«Ecco, signore,» rispose lo scrivano «esiste una rassomiglianza piuttosto singolare: le due scritture sono in molti punti identiche: solo inclinate in modo diverso.»
«Strano!» disse Utterson.
«Come voi dite, è molto strano» rispose Guest.
«Io non parlerei di questo biglietto, sapete» disse l’avvocato.
«No, signore» disse lo scrivano. «Mi rendo conto.»
Ma appena il signor Utterson si trovò solo, quella notte, chiuse il biglietto nella cassaforte, ove esso riposò d’allora in poi. «Come?» pensò «Henry Jekyll può fare un falso per un assassino?» E il sangue gli gelò nelle vene.
VI
LO STRANO INCIDENTE DEL DOTTOR LANYON
Passava il tempo: una taglia di migliaia di sterline era stata offerta come ricompensa a chi avesse rintracciato l’assassino. La morte di Sir Danvers, infatti, era considerata un’offesa alla comunità; ma il signor Hyde era scomparso dal raggio delle ricerche della polizia, quasi non fosse mai esistito. Era stata scoperta gran parte del suo passato, ed era disonorevole: si diffusero storie sulla crudeltà di quell’uomo, così duro e violento, sulla sua vergognosa vita, sulle sue strane relazioni, sull’odio che pareva aver sempre circondato la sua carriera; ma sul luogo dove viveva attualmente, non una parola. Dal giorno che aveva lasciato quella casa di Soho, la mattina del delitto, era semplicemente sparito; e a poco a poco, con il passare del tempo il signor Utterson cominciò a riaversi dal suo stato di ansietà, e a sentirsi più tranquillo nell’animo. La morte di Sir Danvers era secondo lui più che compensata dalla scomparsa del signor Hyde. Ora che la malvagia influenza era cessata, una nuova vita, incominciava per il dottor Jekyll.
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