I piedi mi tenea la folta
erba. Sorridi? E dirmi sentia: Vieni!
Vieni! E fu molta la dolcezza! molta!
tanta, che, vedi… (l’altra lo stupore
alza degli occhi, e vede ora, ed ascolta
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con un suo lungo brivido…) si muore!”
Op. Grande biblioteca della letteratura italiana 50
ACTA G. D’Anna Thèsis Zanichelli
Giovanni Pascoli Primi poemetti
– Il bordone Q
Suor Virginia
I
Tum tum… tum tum… — Ell’era stata in chiesa a pregar sola, a dir la sua corona
sotto la sola lampadina accesa.
Avea chiesto perdono a chi perdona
5
tutto, di nulla; simile ad ancella
ch’ha gli occhi in mano della sua padrona;
a una che su l’uscio di sorella
ricca, socchiuso, prega piano, a volo;
ch’altri non oda. Era tornata in cella.
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E ora avanti il Cristo morto solo,
avanti l’agonia di Santa Rita,
si toglieva il suo velo, il suo soggólo.
Il cingolo a tre nodi dalla vita
poi si scioglieva; un giallo teschio d’osso 15
girò tre volte nelle ceree dita.
Tum tum… — Chi picchia? Si rimise in dosso lo scapolare. Forse alla parete
dell’altra stanza. L’uscio non s’è mosso.
Forse qualche educanda. Una ch’ha sete,
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ch’ha male… Aprì soavemente l’uscio.
Entrò. Niente. I capelli nella rete,
le braccia in croce, gli occhi nel lor guscio…
Op. Grande biblioteca della letteratura italiana 51
ACTA G. D’Anna Thèsis Zanichelli
Giovanni Pascoli Primi poemetti
– Il bordone Q
II
dormivano, composte, accomodate,
le due bambine. Aperta la finestra
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era a una gran serenità d’estate.
L’avea lasciata aperta la maestra
per via del caldo. Un alito di vento
recava odor d’acacia e di ginestra.
Ma che frufrù nell’orto del convento!
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Passava, ora d’un gufo, ora d’un gatto,
un sordo sgnaulìo subito spento.
Un grillo ora trillava, ora d’un tratto
taceva: come? Come se lì presso
fosse venuto chi sa chi, d’appiatto.
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Un fischiettare, un camminar represso,
un raspare, un frugare, uno sfrascare
improvviso su su per il cipresso…
Brillavan qua e là lucciole rare,
come spiando. Un ululo ogni tanto
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veniva da un lontano casolare.
L’urlo d’un cane alla catena, e il canto
più lontano d’un rauco vagabondo,
nell’alta notte, era la gioia e il pianto
che al monastero pervenìa, dal mondo.
III
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Dormivano. Sì: anche la sorella
piccina. Era composta, era coperta.
Suor Virginia tornò nella sua cella.
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