Non era riuscito a distinguere le
parole, ma dall'intonazione era certo che chi parlava doveva
essere un italiano. Conosceva Madame L. e sua figlia. Aveva
parlato sovente con entrambe. Era convinto che la voce stridula
non appartenesse né all'una né all'altra vittima.
... Odenheimer, restaurateur. Si è presentato spontaneamente a
testimoniare. Non sapendo parlare francese è stato interrogato a
mezzo di un interprete. E' nato ad Amsterdam. Passava davanti alla
casa nel momento in cui riecheggiarono quelle grida. Erano urla
prolungate e alte, paurose e strazianti. Fu uno di quelli che
entrarono nella casa. Confermava le deposizioni precedenti su
tutti i punti meno uno. Era certo che la voce stridula fosse
quella di un uomo, di un francese. Non riuscì tuttavia a
distinguere le parole pronunciate. Erano forti e rapide,
sconnesse, come se fossero state proferite in un accesso di paura
oltre che di collera. La voce era aspra, non tanto stridula quanto
aspra. Non l'avrebbe proprio definita stridula. La voce roca
ripeté più volte "sacré", "diable" e una volta "mon Dieu".
Jules Mignaud, banchiere, della ditta Mignaud e Figli, Rue
Deloraine. E' il maggiore dei Mignaud. Madame L'Espanaye aveva una
piccola fortuna. Aveva aperto un conto nella sua banca nella
primavera dell'anno... (otto anni prima). Effettuava sovente dei
depositi di piccole somme. Non aveva mai prelevato nulla fino a
tre giorni prima della sua morte quando era venuta a ritirare
personalmente una somma di quattromila franchi. L'ammontare era
stato pagato in oro e mandato a casa a mezzo d'un fattorino.
Adolphe Le Bon, fattorino di Mignaud e Figli, depone di aver
accompagnato il giorno suddetto, verso mezzogiorno, Madame
L'Espanaye fino alla sua abitazione con i quattromila franchi
riposti in due borse. All'aprirsi della porta gli si parò innanzi
Mademoiselle che gli tolse dalle mani una delle borse mentre la
vecchia signora prendeva in consegna l'altra. Dopo un inchino di
saluto si congedò. Non scorse nessuno per strada a quell'ora. E'
un vicolo laterale, pochissimo frequentato.
William Bird, sarto, depone di essere stato fra le persone che
penetrarono all'interno della casa. E' inglese. Vive a Parigi da
due anni. Fu uno dei primi a lanciarsi per le scale. Udì le voci
alzarsi nell'alterco. La voce roca apparteneva a un francese. Poté
distinguere qualcuna delle parole pronunciate, ma al momento non
se le ricorda tutte. Udì distintamente "sacré" e "mon Dieu". In
quel momento c'era un rumore come di più persone impegnate in una
lotta - un rumore di zuffa e di scalpiccii. La voce stridula era
forte, molto più forte di quella roca, e certo non era quella di
un inglese. Sembrava quella di un tedesco. Avrebbe potuto essere
una voce di donna. Non conosce il tedesco.
Quattro dei sopra citati testi, riconvocati, hanno deposto che la
porta della camera in cui fu rinvenuto il cadavere di Mademoiselle
L. era chiusa dall'interno quando arrivò il gruppo di persone. Il
silenzio era assoluto, non un gemito, non un rumore di nessun
genere. Forzata la porta, non si vide nessuno nella stanza. Le
finestre, sia quella della stanza che dà sul retro della casa
quanto quella che si apre sulla facciata, erano chiuse e
saldamente assicurate dall'interno. Una porta di comunicazione tra
le due camere era chiusa, ma non a chiave. La porta che mette in
comunicazione la stanza che dà sulla facciata con il corridoio era
chiusa a chiave, con la chiave all'interno. Uno stanzino
prospiciente la casa, al quarto piano, all'estremità del
corridoio, era aperto, con l'uscio accostato. Questa stanza
rigurgitava di vecchi letti, di scatole, e così via. Tutti questi
oggetti vennero scrupolosamente rimossi e esaminati. Non c'è un
centimetro di angolo di casa che non sia stato minuziosamente
perquisito. Si spazzarono anche i camini con delle scope. La casa
consisteva di quattro piani più le soffitte (mansardes). Un
lucernario sul tetto era inchiodato molto saldamente e lasciava
supporre di non essere stato aperto da anni. Il tempo trascorso
tra il momento in cui si udirono le voci alzarsi nella lite e
quello in cui fu forzata la porta, varia secondo le deposizioni
dei vari testi. Alcuni lo calcolano in tre minuti, altri lo
prolungano fino a cinque. La porta fu aperta con difficoltà.
Alfonzo Garcio, impresario di pompe funebri, dichiara di abitare
in Rue Morgue. E' spagnolo. Fu tra quelli che irruppero nella
casa. Non salì ai piani superiori. E' impressionabile, e temeva le
conseguenze di un forte turbamento. Sentì le voci nell'alterco. La
voce roca era quella di un francese. Non poté capire cosa dicesse.
La voce acuta apparteneva a un inglese, ma giudica
dall'intonazione.
Alberto Montani, pasticcere, depone di essere stato uno dei primi
a salire le scale. Sentì le voci in questione. La voce roca era
quella di un francese. Distinse diverse parole. Colui che parlava
sembrava rimproverare qualcuno. Non riuscì a comprendere quel che
diceva la voce stridula. Parlava velocemente e a scatti. Pensa che
fosse la voce di un russo. Conferma le altre testimonianze in
linea generale. E' un italiano. Non ha mai conversato con un
russo.
Diversi testi, qui riconvocati, hanno deposto che tutti i camini
delle stanze del quarto piano erano troppo stretti per permettere
il passaggio di un essere umano. Per ' scope ' intendevano quelle
spazzole cilindriche che vengono usate dagli spazzacamini. Quelle
spazzole vennero fatte passare attraverso tutte le tubature della
casa. Non ci sono passaggi sul retro che potessero offrire a
qualcuno una via di scampo mentre il gruppo di accorsi saliva ai
piani superiori. Il corpo di Mademoiselle L'Espanaye era così
saldamente incastrato nel camino che ci vollero gli sforzi
combinati di quattro o cinque persone per estrarvelo.
Paul Dumas, medico, depone di essere stato chiamato ad esaminare i
cadaveri verso l'alba. Al suo arrivo erano entrambi composti sul
pagliericcio del letto nella camera dove era stata rinvenuta
Mademoiselle L. Il cadavere della ragazza presentava molte
ecchimosi ed escoriazioni. Il fatto che fosse stato forzato su per
il camino giustificava sufficientemente le sue condizioni. Appena
sotto il mento si riscontravano diversi graffi profondi, oltre a
una serie di lividure che erano evidentemente impronte di dita. Il
viso era spaventosamente livido, e gli occhi sporgevano
all'infuori. La lingua era stata parzialmente morsicata. Una larga
ecchimosi fu scoperta alla bocca dello stomaco, causata,
all'apparenza, dalla pressione di un ginocchio. Secondo il signor
Dumas, Mademoiselle L'Espanaye era stata strangolata da una o più
persone ignote. Il cadavere della madre era orrendamente
sfigurato. Tutte le ossa della gamba e del braccio destro erano
più o meno fratturate. La tibia sinistra, come pure le costole del
fianco sinistro, si presentavano scheggiate in più punti. Il
corpo, spaventosamente illividito, era tutto ricoperto di
contusioni. Non era possibile stabilire come fossero stati vibrati
i colpi. Una pesante mazza di legno, o una grossa sbarra di ferro,
una sedia, qualsiasi tipo di arma, grande, pesante e contundente,
avrebbe potuto conseguire risultati simili se manovrata da un uomo
di forza eccezionale. Nessuna donna avrebbe potuto inferire colpi
simili con nessun'arma. La testa della vittima, quando il teste la
vide, era completamente staccata dal busto, e a sua volta
sfracellata. La gola era stata evidentemente recisa con qualcosa
di molto tagliente: con tutta probabilità un rasoio.
Alexandre Etienne, chirurgo, fu chiamato con M.
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