Ma ai vecchi, molte volte, piace apparire morti, incerti, lenti, pesanti, lividi come il piombo.
Entrano la nutrice e Pietro.
Oh Dio, eccola che arriva! Oh, dolce balia, che notizie mi porti? L'hai trovato? Manda via quell'uomo.
NUTRICE Pietro, aspettami fuori. (Esce Pietro.)
GIULIETTA E ora, dolce, cara balia, ... oh Dio, ma perché hai quell'aria triste? Anche se le notizie sono tristi, dammele almeno con un volto allegro! E se sono belle, tu sciupi la loro dolce musica suonandomela con quella faccia.
NUTRICE Non ne posso più, lasciami tirare il fiato, accidenti! Le mie ossa son tutte un dolore! Che trottata!
GIULIETTA Ti darei le mie ossa, se tu mi dessi le tue notizie. Su. da brava, parla, ti prego, buona, buona balia.
NUTRICE Gesù, che fretta! Non puoi aspettare un momento? Non vedi che mi manca il fiato?
GIULIETTA Come fa a mancarti il fiato, se hai fiato abbastanza per dirmi che sei senza fiato? Le scuse per i tuoi indugi sono più lunghe di quello che ti scusi di non potermi dire. Le notizie son buone o cattive? Dì una parola soltanto, sì o no e poi potrò aspettare i particolari. Contentami: buone o cattive?
NUTRICE La fai semplice, tu, colle tue scelte. Non sei neanche buona a sceglierti un uomo! Romeo? No, no, non è per te! La faccia, sì , è bella, più di quella di tanti altri e anche le gambe, son più dritte, e quanto poi alle mani, i piedi, il corpo tutto, anche se non se ne dovrebbe parlare, sono senza paragone. Certo non è il fior fiore della cortesia, anche se, posso garantirlo, è docile come un agnello. Va' pur per la tua strada, bambina, per far piacere a dio, ...ma avete già mangiato in questa casa?
GIULIETTA No, no! Ma tutte queste cose le sapevo già. Che ha detto del matrimonio? Su, cos'ha detto?
NUTRICE Oh Dio, la mia testa! Che male! Mi martella tutta dentro come se si dovesse rompere in mille pezzi! E la schiena, poi, ahi, la mia schiena! La schiena! Ci vuole un bel cuore a mandarmi in giro così , a morire a forza di correre su e giù!
GIULIETTA Mi spiace, davvero, che tu non stia bene. Mia dolce, dolce, dolcissima balia, dimmi, su, cosa dice il mio amore?
NUTRICE II tuo amore, da vero gentiluomo, dice, come s'addice a un uomo cortese, gentile, bello e, posso garantirlo, virtuoso,... dov'è tua madre?
GIULIETTA Mia madre? È in casa, dove dovrebbe essere? Perché dai queste risposte strane? "II tuo amore, da vero gentiluomo, dice dov'è tua madre?"
NUTRICE cara madre di Dio, come vi scaldate! Abbiate pazienza, su! Sarebbe questo il balsamo per le mie ossa doloranti? D'ora in avanti, i messaggi, te li porterai da sola!
GIULIETTA Quante storie fai! Su, cosa dice Romeo?
NUTRICE Avete avuto il permesso oggi d'andare a confessarvi?
GIULIETTA Sì .
NUTRICE Allora andate in fretta alla cella di Fra Lorenzo. Lì c'è un marito che vuole farvi sua sposa. Ecco, il sangue caldo vi sale alle guance. Diventano scarlatte a qualsiasi notizia. Correte in chiesa, su, io devo andare da un’altra parte, a trovare una scala, così che il tuo amore, appena buio, potrà arrampicarsi nel nido di passera. E io faccio il facchino che si spezza in due per farvi divertire. Ma stanotte il peso ce l'avrai tu addosso! Va, io vado a mangiare qualcosa, tu corri in chiesa.
GIULIETTA Corro verso la felicità! Onesta balia, addio!
Escono.
Scena VI (Torna all'indice)
Entrano il Frate (Lorenzo) e Romeo.
FRATE LORENZO Sorrida il cielo a questa sacra cerimonia, e che le ore future non debbano rimproverarci con qualche dolore.
ROMEO Amen, amen. Venga pure qualsiasi dolore, conterà meno della gioia che mi dà un solo minuto della sua presenza. Tu unisci con parole sacre le nostre mani, poi la morte, che divora gli amori, faccia pure ciò che vuole: mi basta poterla chiamare mia.
FRATE LORENZO Queste gioie violente hanno fini violente. Muoiono nel loro trionfo, come la polvere da sparo e il fuoco che si consumano al primo bacio. II miele più dolce diventa insopportabile per la sua eccessiva dolcezza: assaggiato una volta, ne passa per sempre la voglia. Amatevi dunque moderatamente, così dura l'amore. Chi ha troppa fretta arriva tardi come chi va troppo piano.
Entra Giulietta un po' in fretta e abbraccia Romeo
Ecco la sposa. Oh, un piede così leggero non consumerà mai la pietra che dura per sempre. Chi ama riesce a cavalcare il filo d'una ragnatela oscillante nella gioiosa aria d'estate, senza mai cadere: leggera è la vanità!
GIULIETTA Buona sera al mio padre spirituale!
FRATE LORENZO Figliola, Romeo ti ringrazierà anche per me!
GIULIETTA Ed io ringrazio lui, se no avrà troppo da ringraziare.
ROMEO Oh, Giulietta, se la misura della tua gioia è colma come la mia ma con più arte di me sai esprimerla a parole, allora rendi dolce col tuo fiato l'aria che ci circonda, lascia che la tua lingua, ricca di musica, sveli quale felicità fantastica riceviamo l'uno dall'altro in questo caro incontro.
GIULIETTA L'immaginazione, più ricca di cose che di parole, va orgogliosa della sua sostanza, non degli ornamenti. Solo i pezzenti sono in grado di contare le loro ricchezze, il mio amore sincero è invece così cresciuto a dismisura, che non arrivo a contare neanche la metà del mio tesoro.
FRATE LORENZO Su, su, venite con me, dobbiamo fare in fretta, non vi dispiaccia, ma non posso lasciarvi soli finché la Santa Chiesa non abbia fatto, di due, una persona.
(Escono)
ATTO III
Scena I (Torna all'indice)
In una piazza.
Entrano Mercuzio, Benvolio e dei servitori
BENVOLIO Ti prego, buon Mercuzio, ritiriamoci. La giornata è calda, i Capuleti sono in giro, se ci incontriamo non eviteremo uno scontro, perché in queste giornate torride il sangue, insensato, ribolle.
MERCUZIO Mi sembri uno di quei tizi che, non appena hanno oltrepassato la porta d'una taverna, sbattono la spada su, tavolo e dicono "Voglia Dio che non abbia bisogno di te!", e poi, sotto l’effetto del secondo bicchiere, la puntano contro il cameriere senza che ce ne sia bisogno...
BENVOLIO Assomiglio a un tipo del genere?
MERCUZIO Su, su, che quando sei di un certo umore hai una testa calda quali altre non ce n’è, in Italia; tanto facile al cattivo umore, quanto d'umor pronto a eccitarti subito.
BENVOLlO E per che cosa?
MERCUZIO Per niente: ci fossero al mondo due come te, in un attimo non ce ne sarebbe più nemmeno uno, perché l'uno ammazzerebbe l'altro. Tu? Che diamine, litigheresti con qualcuno solo perché ha un pelo in più o in meno di te nella barba.
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