Era credenza popolare che gli infusi di alcune erbe, tra cui la sanguinella (“knot-grass”) influissero negativamente sulla crescita delle persone.

(65) Il testo ha semplicemente: “I mistook”: “Mi son proprio sbagliato”. “Mistake” è l’errore non intenzionale, il “qui pro quo”.

(66)“I with the Morning’s love have oft made sport”: la personificazione dell’Aurora (chiamata indifferentemente anche “The Morning”) è un topo della poesia elisabettiana.

(67)“We’ll try non manhood here”, letteralm.: “Qui non potremo dar prova di nessuna virilità”.

(68) Bottone continua a spropositare: vuol dire “disposizione” (“disposition”) e dice “esposition”.

(69)“Sweet favours”: per “favours” nel senso di “tokens of favours” v. anche “Riccardo III”, V, 3, 18: “And swear it as a favour”: “A segno e pegno dei (di lei) favori”.

(70)“Begg’d my patience”: qui “patience” ha il senso di “forbearance”.

(71)“Our observation is performed”: “observation” sta qui per “observance”, “celebrazione di un rito” (come nella “Tempesta”, III, 3, 87: “… with good life and observation strange”, con buona grinta e con strana osservanza”. Di che rito si tratta, si capisce dalle seguenti parole di Teseo: “The rite of may”, la celebrazione dell’ingresso della primavera.

(72) Il giorno di San Valentino (14 febbraio) era anche allora celebrato come la festa degli innamorati, uomini e uccelli.

(73)“Because it had no bottom”: il testo inglese gioca sul nome del personaggio, che è “Bottom”, e significa “fondo”.

([74])“You must say paragon. A paramour is, God bless us, a thing of naught”: “paragon” è il diamante perfetto; “paramour” l’“amor dolce” (specie sessuale). Si è cercato di mantenere l’assonanza “zuccherino”/ “gioiellino”.

(75) Il testo ha: “In a brow of Egypt”, “in una fronte d’Egitto”. La pelle scura, come quella delle africane (e nella letteratura inglese le “etiopi” lo sono per antonomasia) era segno di bruttezza, per le dame inglesi (cfr. anche la nota n. 61).

(76) Allusione alla sanguinosa zuffa tra Centauri e Lapiti, avvenuta in occasione delle nozze del re di questi, Piritoo, con Ippodamia. Il centauro Eurizione, ubriaco, tentò di rapire la sposa, causando la terribile zuffa, alla quale prese parte anche Teseo, e con il suo aiuto i Lapiti ebbero la meglio. L’episodio è cantato da Ovidio nel XII libro delle “Metamorfosi”. Ercole non c’era; egli ebbe a che fare coi Centauri nel cacciarli dalla Tessaglia per relegarli sul monte Pinto (Stazio, “Tebaide”, V).

Quale sia la parentela tra Teseo ed Ercole non si sa. Ercole nasce da stirpe dorica, Teseo ad Atene; forse l’origine divina di entrambi, Ercole essendo figlio di Zeus e Alcmena, Teseo di Poseidone, fratello di Zeus, e di Etra.

(77) Il testo inglese ha tutta la frase in astratto: “Non amo veder l’incapacità sopraffatta dalle difficoltà, e lo zelo venir meno al suo compito nell’atto stesso di compierlo”; che in italiano è maledettamente artificiosa.

(78) Cotogna legge un testo in cui gli errori di interpunzione gli fanno dire il contrario di quel che dovrebbe. Il discorso dovrebbe correre così: “Se diremo qualcosa di offensivo, lo facciamo con tutta l’intenzione di far che voi possiate persuadervi che non siamo venuti per offendere, ma con tutta la buona volontà di mostrare la nostra semplice arte, che è il vero fine della nostra iniziativa. Considerate che veniamo a voi non già a nostro dispetto, ma con l’intenzione di piacervi. Noi siamo qui per il vostro diletto. Noi siam venuti per farci sentire. Gli attori sono pronti e alla mano, e dalla loro recita saprete tutto quello che forse già sapete”.

(79) Nella fantasia popolare la personificazione dell’“uomo della luna” era un uomo con un fascio di sterpi sotto il braccio e una lanterna accesa in mano; così interpretava il popolo le ombre che si vedono sulla superficie lunare.

([80])“Sweet youth and tall”: per “tall” nel senso di “ben prestante” (“of a fine specimen of manhood”) in Shakespeare, cfr. “Antonio e Cleopatra”, II, 6, 7: “And carry back to Sicily much tall youth”.

(81)“Would you desire lime and hair to speak better?”, letteralm.: “Si potrebbe desiderare che un impasto di calce e terriccio parli meglio?”. “Lime and hair” è locuzione della terminologia edile. Il “pelo” o “peluria” o “pelame” (“hair”) non c’entra affatto.

(82)“Like Limander”: così nel testo, come corruzione – evidentemente voluta dal poeta in bocca a Piramo/Bottone – di Leander, Leandro, il mitico giovinetto di Abido, amante della sacerdotessa di Afrodite Ero, che per recarsi da lei, dimorante a Sesto, passava a nuoto l’Ellesponto, finché vi morì annegato.

(83) Come il precedente, corruzione di Hero, la sacerdotessa amata da Leandro. Nulla da vedere – come vedono alcuni – con la Elena della commedia.

(84) Allusione alla leggenda di Cefalo e Procri narrata da Igino (“Favole”, CLXXXIX): “Cefalo sposò Procri, figlia di Pandione; i due giovani, amandosi teneramente, si erano scambiata la promessa di non tradirsi mai. Cefalo era appassionato della caccia; una mattina, trovandosi su un monte, fu scorto dall’Aurora, che invaghitesene, lo rapì, ma il giovane rifiutò i favori della bella dea”.

(85) Il discorso del personaggio è contorto e piuttosto astruso. Nel testo c’è una contrapposizione letterale, che diviene concettuale. L’attore dice: io vengo come Conforto a fare il leone; perché se venissi come leone a fare Conforto, dovreste avere pietà della mia vita (perché sarei un leone, e non il Conforto che sono).

(86)“It appears by his small light of discretion”: qui “discretion” sta per “talent”, “skilfullness”: “A giudicare dalla scarsa luce che emana il suo talento…”.

(87) Il gioco di parole contenuto in questa battuta di Demetrio e nelle due seguenti è tutto inglese, e intraducibile. Il lettore lo prenda qual è. Piramo ha concluso la sua tirata con: “Io muoio, muoio, muoio!” (“Now die, die, die…”). “Die”, sostantivo, è “dado”, e su questo gioca Demetrio. Il dado ha sei facce numerate da 1 a 6, e il numero 1, il più basso al giuoco, si dice “ace”. Ma “ace” si pronuncia come “ass” che è “asino”, e su questo gioca a sua volta Teseo, quando dice che, tornando in vita, l’asso può rivelarsi un “asino”.

(88)“Videlicet”: è il latino “cioè”.

(89)“A bergamask”: si chiamava così una danza rustica, d’origine di Bergamo, in Italia.

(90) È uno dei consueti anacronismi di Shakespeare: nell’Atene di Teseo non c’erano orologi che battessero l’ore.

(91) Cioè ai morsi della critica, velenosi come quelli di un serpente; in questo caso “ai vostri fischi di disapprovazione”.

(92) È l’annuncio di una prossima commedia romanzesca col soprannaturale, e sarà “La Tempesta”, in cui Puck riapparirà nelle vesti di “Ariel”.

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