Una Giornata

"Una giornata" di Luigi Pirandello

INDICE ---------------------------------------------- Effetti di un sogno interrotto C'è qualcuno che ride Visita Vittoria delle formiche Quando s'è capito il giuoco Padron Dio La prova La casa dell'agonia Il buon cuore La Tartaruga Fortuna di esser cavallo Una sfida Il chiodo La signora Frola e il signor Ponza, suo genero Una giornata

EFFETTI D'UN SOGNO INTERROTTO

Abito in una vecchia casa che pare la bottega d'un rigattiere. Una casa che ha preso, chi sa da quanti anni, la polvere. La perpetua penombra che la opprime ha il rigido delle chiese e vi stagna il tanfo di vecchio e d'appassito dei decrepiti mobili d'ogni foggia che la ingombrano e delle tante stoffe che la parano, preziose sbrindellate e scolorite, stese e appese da per tutto, in forma di coperte, di tende e cortinaggi. Io aggiungo di mio a quel tanfo, quanto più posso, la peste delle mie pipe intartarite, fumando tutto il giorno. Soltanto quando rivengo da fuori, mi rendo conto che a casa mia non si respira. Ma per uno che vive come vivo io... Basta; lasciamo andare. La camera da letto ha una specie d'alcova su un ripiano a due scalini; il soffitto in capo; l'architrave sorretto da due tozze colonne in mezzo. Cortinaggi anche qui, per nascondere il letto, scorrevoli su bacchette d'ottone, dietro le colonne. L'altra metà della camera serve da studio. Sotto le colonne è un divanaccio, per dir la verità molto comodo, con tanti cuscini rammucchiati e, davanti, una tavola massiccia che fa da scrivania; a sinistra, un grande camino che non accendo mai; nella parete di contro, tra due finestrette, un antico scaffale con cadaveri di libri rilegati in cartapecora ingiallita. Sulla mensola di marmo annerito del camino è appeso un quadro secentesco, mezzo affumicato, che rappresenta la MADDALENA IN PENITENZA, non so se copia o originale ma, anche se copia, non priva d'un certo pregio. La figura, grande al vero, è sdrajata bocconi in una grotta; un braccio appoggiato sul gomito sorregge la testa; gli occhi abbassati sono intenti a leggere un libro al lume d'una lucerna posata a terra accanto a un teschio. Certo, il volto, il magnifico volume dei fulvi capelli sciolti, una spalla e il seno scoperti, al caldo lume di quella lucerna, sono bellissimi. La casa è mia e non è mia. Appartiene con tutto l'arredo a un mio amico che tre anni fa, partendo per l'America, me la lasciò in garanzia d'un grosso debito che ha con me. Quest'amico, s'intende, non s'è fatto più vivo, né, per quante domande e ricerche io abbia fatte, son riuscito ad averne notizie. Certo però non posso ancora disporre, per riavere il mio, né della casa né di quanto vi sta dentro. Ora, un antiquario di mia conoscenza fa all'amore con quella MADDALENA IN PENITENZA e l'altro giorno mi condusse in casa un signore forestiere per fargliela vedere. Il signore, sulla quarantina, alto, magro, calvo, era parato di stranissimo lutto, come usa ancora in provincia. Di lutto, pure la camicia. Ma aveva anche impressa sul volto scavato la sventura da cui è stato di recente colpito. Alla vista del quadro si contraffece tutto e subito si coprì gli occhi con le mani, mentre l'antiquario gli domandava con strana soddisfazione: - Non è vero? Non è vero? Quello, più volte, col viso ancora tra le mani, gli fece segno di sì. Sul cranio calvo le vene gonfie pareva gli volessero scoppiare. Si cavò di tasca un fazzoletto listato di nero e se lo portò agli occhi per frenare le lagrime irrompenti. Lo vidi a lungo sussultar nello stomaco, con un fiottìo fitto nel naso. Tutto - meridionalmente - molto esagerato. Ma fors'anche sincero. L'antiquario mi volle spiegare che conosceva fin da bambina la moglie di quel signore, ch'era del suo stesso paese: - Le posso assicurare ch'era precisa l'immagine di questa MADDALENA. Me ne son ricordato jeri, quando il mio amico venne a dirmi che gli era morta, così giovane, appena un mese fa.