Dava a Santo del signore in omaggio alla persona cui parlava.
Entrò la signorina Annetta e Alfonso si levò in piedi confuso; l’aveva molto agitato la lunga preparazione.
Era una bella ragazza, quantunque, come egli disse a Miceni, il suo volto largo e roseo non gli piacesse. Di statura alta, con un vestito chiaro che dava maggior rilievo alle sue forme pronunciare, non poteva piacere ad un sentimentale. In tanta perfezione di forme Alfonso trovava che l’occhio non era nero abbastanza e che i capelli non erano ricci. Non sapeva dire il perché, ma avrebbe voluto che lo fossero.
Francesca presentò Alfonso. Annetta s’inchinò leggermente mentre stava per sedersi. Era palese che non aveva neppure l’intenzione di dirigergli la parola. Si mise a leggere un giornale che aveva portato seco. Ad Alfonso sembrò ch’ella non leggesse e che i suoi occhi fissassero sempre il medesimo punto sul foglio. Si lusingò ancora ch’ella fosse imbarazzata quanto lui e che volesse cavarsela facendo mostra di leggere. Ella però aveva il volto tranquillamente sorridente.
Meno disinvolta, Francesca volle riprendere il discorso interrotto.
– E abitano sempre ancora quella casa lontana tanto dal villaggio?
Alfonso ebbe appena il tempo di affermarlo. Lasciandosi andare a un risolino di compiacenza che fino ad allora con fatica aveva rattenuto, Annetta disse a Francesca:
– Ero da papà. Si parte doman l’altro; ha acconsentito e promesso.
Francesca parve sorpresa aggradevolmente. La voce di Annetta meravigliò Alfonso; se l’era aspettata meno dolce in un organismo tanto forte.
Le due donne parlavano a bassa voce. Alfonso comprese che Annetta doveva aver strappato con qualche astuzia un consenso al signor Maller.
Ignorato del tutto, egli si trovò imbarazzato. Guardò un quadro alla sua Op. Grande biblioteca della letteratura italiana 27
ACTA G. D’Anna Thèsis Zanichelli Italo Svevo Una vita IV
Q
destra: il ritratto di un vecchio dai tratti grossolani, gli occhi piccini, la testa calva.
Parve che Francesca indovinasse il suo malessere e volesse riparare alla scortesia di Annetta ch’era stata la prima a parlare a mezza voce. Gli raccontò che avevano progettato un viaggio per Parigi e che, dopo aver resistito per lungo tempo, il signor Maller finalmente acconsentiva di accompagnarle e di lasciare per otto o dieci giorni le sue occupazioni, in piena stagione di lavoro.
Si volse di nuovo ad Annetta.
– Ha detto espressamente che io vi accompagnerò?
Anche da lei quel viaggio doveva essere stato molto desiderato.
– Ma certo, – rispose Annetta con un sorriso che Alfonso fu costretto di trovare buono.
1 comment