— Scusa! — disse il Topo con cipiglio, ma con molta cortesia: — Dicevi qualche cosa?

— Niente affatto! — rispose in fretta il Lori.

— M'era parso di sì — soggiunse il Topo. — Continuo: Edwin e Morcar, i conti di Mercia e Northumbria, si dichiararono per lui; e anche, Stigand, il patriottico arcivescovo di Canterbury, trovò che... — Che cosa? — disse l'anitra.

Trovo che — replicò vivamente il Topo — tu sai che significa “che?”

Significa una cosa, quando trovo qualche cosa? — rispose l'Anitra; — un ranocchio o un verme. Si tratta di sapere che cosa trovò l'arcivescovo di Canterbury.

Il Topo non le badò e continuò: — Trovò che era opportuno andare con Edgar Antheling incontro a Guglielmo per offrirgli la corona. In principio Guglielmo usò moderazione; ma l'insolenza dei Normanni... Ebbene, cara, come stai ora? — disse rivolto ad Alice.

— Bagnata come un pulcino, — rispose Alice afflitta, — mi sembra che il tuo racconto secchi, ma non asciughi affatto.

— In questo caso, — disse il Dronte in tono solenne, levandosi in piedi, — propongo che l'assemblea si aggiorni per l'adozione di rimedi più energici...

Ma parla italiano! — esclamò l'Aquilotto. — Non capisco neppur la metà di quei tuoi paroloni, e forse tu stesso non ne capisci un'acca. — L'Aquilotto chinò la testa per nascondere un sorriso, ma alcuni degli uccelli si misero a sghignazzare sinceramente.

— Volevo dire, — continuò il Dronte, offeso, — che il miglior modo di asciugarsi sarebbe di fare una corsa scompigliata.

— Che è la corsa scompigliata? — domandò Alice. Non le premeva molto di saperlo, ma il Dronte taceva come se qualcheduno dovesse parlare, mentre nessuno sembrava disposto ad aprire bocca o becco.

— Ecco, — disse il Dronte, — il miglior modo di spiegarla è farla. — (E siccome vi potrebbe venire in mente di provare questa corsa in qualche giorno d'inverno, vi dirò come la diresse il Dronte.)

Prima tracciò la linea dello steccato, una specie di circolo, (— che la forma sia esatta o no, non importa, — disse) e poi tutta la brigata entrò nello steccato disponendosi in questo o in quel punto. Non si udì: — Uno, due tre... via! 'ma tutti cominciarono a correre a piacere; e si fermarono quando vollero, di modo che non si seppe quando la corsa fosse terminata. A ogni modo, dopo che ebbero corso una mezz'ora o quasi, e si sentirono tutti bene asciugati, il Dronte esclamò: — La corsa è finita! — e tutti lo circondarono anelanti domandando: — Ma chi ha vinto?

Per il Dronte non era facile rispondere, perciò sedette e restò a lungo con un dito appoggiato alla fronte (tale e quale si rappresenta Shakespeare nei ritratti), mentre gli altri tacevano. Finalmente il Dronte disse: — Tutti hanno vinto e tutti debbono essere premiati.

—. Ma chi distribuirà i premi? — replicò un coro di voci.

— Lei, s'intende! — disse il Dronte, indicando con un dito Alice. E tutti le si affollarono intorno; gridando confusamente: — I premi! i premi!

Alice non sapeva che fare, e nella disperazione si cacciò le mani in tasca, e ne cavò una scatola di confetti (per buona sorte non v'era entrata l'acqua,) e li distribuì in giro. Ce n'era appunto uno per ciascuno. — Ma dovrebbe esser premiata anche lei, — disse il Topo.

Naturalmente, — soggiunse gravemente il Dronte; — Che altro hai in tasca? — chiese ad Alice.

— Un ditale, rispose mestamente la fanciulla.