Chi imparar vuol d’amare, disimpari il rispetto: osi, domandi, solleciti, importuni, al fine involi; e se questo non basta, anco rapisca.
95
Or non sai tu com’è fatta la donna?
Fugge, e fuggendo vuol che altri la giunga; niega, e negando vuol ch’altri si toglia; pugna, e pugnando vuol ch’altri la vinca.
Ve’, Tirsi, io parlo teco in confidenza: 100
non ridir ch’io ciò dica. E sovra tutto non porlo in rime. Tu sai s’io saprei renderti poi per versi altro che versi.
Tirsi
Non hai cagion di sospettar ch’io dica cosa giamai che sia contra tuo grado.
105
Ma ti prego, o mia Dafne, per la dolce memoria di tua fresca giovanezza, che tu m’aiti ad aitar Aminta miserel, che si muore.
Dafne
Oh che gentile
110
scongiuro ha ritrovato questo sciocco di rammentarmi la mia giovanezza, il ben passato e la presente noia!
Ma che vuoi tu ch’io faccia?
Tirsi
A te non manca
115
né saper, né consiglio. Basta sol che ti disponga a voler.
Dafne
Or su, dirotti:
debbiamo in breve andare Silvia ed io al fonte che s’appella di Diana, Op. Grande biblioteca della letteratura italiana 32
ACTA G. D’Anna Thèsis Zanichelli Torquato Tasso Aminta
Atto secondo Q
120
là dove a le dolci acque fa dolce ombra quel platano ch’invita al fresco seggio le ninfe cacciatrici. Ivi so certo che tufferà le belle membra ignude.
Tirsi
Ma che però?
Dafne
Ma che però? Da poco
intenditor! s’hai senno, tanto basti.
Tirsi
Intendo; ma non so s’egli avrà tanto d’ardir.
Dafne
S’ei non l’avrà, stiasi, ed aspetti 130
ch’altri lui cerchi.
Tirsi
Egli è ben tal che ‘l merta.
Dafne
Ma non vogliamo noi parlar alquanto di te medesmo? Or su, Tirsi, non vuoi tu inamorarti? sei giovane ancora, 135
né passi di quattr’anni il quinto lustro, se ben sovviemmi quando eri fanciullo; vuoi viver neghittoso e senza gioia?
che sol amando uom sa che sia diletto.
Tirsi
I diletti di Venere non lascia 140
l’uom che schiva l’amor, ma coglie e gusta le dolcezze d’amor senza l’amaro.
Dafne
Insipido è quel dolce che condito non è di qualche amaro, e tosto sazia.
Tirsi
E’ meglio saziarsi, ch’esser sempre 145
famelico nel cibo e dopo ‘l cibo.
Dafne
Ma non, se ‘l cibo si possede e piace, e gustato a gustar sempre n’invoglia.
Tirsi
Ma chi possede sì quel che gli piace che l’abbia sempre presso a la sua fame?
Dafne
Ma chi ritrova il ben, s’egli no ‘l cerca?
Tirsi
Periglioso è cercar quel che trovato trastulla sì, ma più tormenta assai non ritrovato. Allor vedrassi amante Op. Grande biblioteca della letteratura italiana 33
ACTA G. D’Anna Thèsis Zanichelli Torquato Tasso Aminta
Atto secondo Q
Tirsi mai più, ch’Amor nel seggio suo 155
non avrà più né pianti né sospiri.
A bastanza ho già pianto e sospirato.
Faccia altri la sua parte.
Dafne
Ma non hai
già goduto a bastanza.
Tirsi
Né desio
goder, se così caro egli si compra.
1 comment