(N.d.T.)
Mentre la signora Patterson faceva i preparativi per il viaggio del marito, il signor Patterson dava un’ultima mano alla contabilità generale dell’Antilian School e si può essere certi che egli non avrebbe lasciato né una fattura da pagare né una registrazione a metà.
Poi avrebbe chiesto scarico a chi di dovere dell’ amministrazione, a partire dal 28 giugno in poi.
Nel contempo, egli non trascurava nessuna delle sue faccende personali, e senza dubbio regolò a modo suo quella a cui teneva in modo particolare, e della quale dovette parlare alla signora Patterson molto più chiaramente di quanto non aveva fatto durante il loro primo colloquio.
A questo riguardo, tuttavia, gli interessati mantennero un silenzio assoluto. Sapremo in futuro di che cosa si trattava? Sì, certamente, se per disgrazia il signor Horatio Patterson non dovesse più far ritorno dal Nuovo Mondo.
E certo comunque che i due fecero ripetute visite a un uomo di legge, un solicitor13
e che si presentarono anche dinanzi ai magistrati competenti. Fu osservato dal personale della scuola che, ogni volta che il signor Patterson e sua moglie tornavano insieme al loro appartamento, lui con aspetto più grave e riservato del solito, la sua degna consorte aveva a volte gli occhi rossi, come se avesse versato un ma-re di lagrime, e talaltra l’aspetto di chi è riuscito a condurre a buon fine un’energica risoluzione.
Del resto, nonostante la diversità di forme assunte nell’uno e nell’altra, queste espressioni di tristezza parvero, nella circostanza, assai ben giustificate.
Giunse il 28 giugno. La partenza sarebbe avvenuta in serata. Alle nove, il mentore e i suoi giovani compagni avrebbero preso il treno per Bristol.
Al mattino, il signor Julian Ardagh ebbe un ultimo colloquio con il signor Patterson.
Mentre gli raccomandava di tenere con precisione e regolarità la contabilità del viaggio – raccomandazione del tutto superflua – egli volle sottolineare l’importanza del compito che gli era stato affidato e come egli contasse su di lui per ottenere che la buona armonia re-13 Procuratore legale, ma anche notaio e avvocato. (N.d.T.) gnasse tra i pensionanti dell’Antilian School.
Alle nove e mezzo della sera, vennero scambiati gli addii nel vasto cortile del collegio. Roger Hinsdale, John Howard, Hubert Perkins, Louis Clodion, Tony Renault, Niels Harboe, Axel Wickborn, Albertus Leuwen e Magnus Anders strinsero la mano del direttore, dei professori e dei loro compagni, che li vedevano partire non senza qualche gelosia.
Il signor Horatio Patterson aveva salutato la signora Patterson, di cui portava con sé la fotografia: si era espresso con frasi commosse, ma con la coscienza dell’uomo pratico, che si è posto in guardia contro ogni eventualità.
Poi, rivolgendosi ai nove vincitori delle borse di viaggio, che erano in procinto di montare sulla carrozza che li avrebbe condotti alla stazione, disse, scandendo le sillabe, questo verso di Orazio:
— Cras ingens itembimus aequor. 14
E così erano partiti. Qualche ora dopo il treno li avrebbe portati a Bristol. Il giorno dopo avrebbero attraversato il canale San Giorgio, che il signor Horatio Patterson aveva chiamato ingens aequor…
E ora, buon viaggio ai vincitori del concorso dell’Antilian School!
14 Domani solcheremo lo sconfinato mare. (N.d.T.)
CAPITOLO IV
LA TAVERNA DEL «BLUE FOX»
CORK è stata chiamata in passato Coves, nome che deriva da un terreno paludoso, il Corroch, in lingua gaelica. Dopo aver avuto mo-desti inizi come villaggio, Cork è divenuta borgata; ora, capitale del Munster, occupa il terzo posto in Irlanda.
Città industriale di qualche rilievo, deve forse la sua importanza marittima al porto di Queenstown – l’antico Coves – a valle del fiume Lee, dove hanno sede cantieri, magazzini e officine. Un porto di ri-fornimento e di sosta accoglie le navi, soprattutto quei velieri ai quali la Lee non offre un adeguato fondale.
Giungendo tardi a Cork, il signor Patterson e i vincitori delle borse non avrebbero avuto il tempo di visitare la città, né di percorrere questa bellissima isola che per mezzo di due ponti comunica con le due rive della Lee, né di passeggiare nei magnifici giardini delle isole vicine, né di vedere i suoi dintorni. Questo insieme municipale non comprende meno di ottantanovemila abitanti: settantanovemila Cork, diecimila Queenstown.
Di queste gite, che fanno passare in modo piacevole alcune ore, non si preoccupavano affatto tre individui seduti a tavola, la sera del 29 giugno, in fondo a una sala della taverna del Blue Fox. 15
Nascosti in quel cantuccio semibuio, essi chiacchieravano a bassa voce davanti ad alcune tazze spesso riempite e vuotate. Dal loro aspetto truce e dal loro nervosismo, un osservatore avrebbe compreso subito che si trattava di gente della peggiore risma: probabilmente bricconi ricer-cati dalla polizia, come si poteva forse supporre dagli sguardi diffi-denti e sospettosi che essi lanciavano su coloro che entravano in quella losca locanda, in quella tap16
malfamata che era il Blue Fox!
15 Volpe azzurra.
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