41

In ritardo …………………………………………. 145

La tovaglia …………………………………………. 58

La schilletta di Caprona………………………… 60

Il ritorno a San Mauro ……………………………… 147

Il primo cantore ………………………………….. 63

Le rane…………………………………………….. 147

La capinera…………………………………………. 65

La Messa………………………………………….. 149

Foglie morte ………………………………………. 66

La tessitrice ………………………………………. 151

Canzone di marzo ……………………………….. 68

Casa mia ………………………………………….. 152

Valentino …………………………………………… 70

Mia madre ……………………………………….. 155

Il croco ……………………………………………… 71

Commiato……………………………………….. 157

Fanciullo mendico ………………………………. 73

Giovannino ……………………………………… 159

La vite ………………………………………………. 74

Il bolide …………………………………………… 161

Il sonnellino……………………………………….. 75

Tra San Mauro e Savignano…………………. 163

La bicicletta ……………………………………….. 77

Il ritorno delle bestie ……………………………. 79

Appendice ……………………………………………… 166

La figlia maggiore ……………………………….. 80

Diario autunnale (1907)……………………… 166

L’usignolo e i suoi rivali………………………… 83

Il fringuello cieco ………………………………… 84

Note …………………………………………………….. 173

La canzone dell’ulivo……………………………. 85

Alla prima edizione [marzo 1903] ………… 173

Passeri a sera ……………………………………….. 88

Alla seconda edizione [agosto 1903] ……… 178

Il gelsomino notturno ………………………….. 91

Il poeta solitario ………………………………….. 92

La guazza …………………………………………… 94

Primo canto……………………………………….. 95

Op. Grande biblioteca della letteratura italiana 3

ACTA G. D’Anna Thèsis Zanichelli

Giovanni Pascoli Canti di Castelvecchio – Prefazione Q

Prefazione

E su la tomba di mia madre rimangano questi altri canti!… Canti d’uccelli, anche questi: di pettirossi, di capinere, di cardellini, d’allodole, di rosignoli, di cuculi, d’assiuoli, di fringuelli, di passeri, di forasiepe, di tortori, di cincie, di verlette, di saltimpali, di rondini e rondini e rondini che tornano e che vanno e che restano. Troppi? Facciano il nido il nido, covino, cantino, volino, amino almen qui, intorno a un sepolcro, poiché la crudele stupidità degli uomini li ha ormai aboliti dalle campagne non più così belle e dal sempre bel cielo d’Italia! E

sono anche qui campane e campani e campanelle e campanelli che suonano a gioia, a gloria, a messa, a morto; specialmente a morto. Troppo? troppa questa morte? Ma la vita, senza il pensier della morte, senza, cioè, religione, senza quello che ci distingue dalle bestie, è un delirio, o intermittente o continuo, o stolido o tragico.