Cavalleria Rusticana

Giovanni Verga

CAVALLERIA RUSTICANA

Scene popolari

A Giuseppe Giacosa

PERSONAGGI

TURIDDU MACCA

COMPAR ALFIO DI LICODIANO

LA GNÀ LOLA, sua moglie

SANTUZZA

LA GNÀ NUNZIA, madre di Turiddu

LO ZIO BRASI, stalliere

COMARE CAMILLA , sua moglie

LA ZIA FILOMENA

PIPPUZZA

La piazzetta del villaggio, irregolare. In fondo a sinistra, il viale alberato che conduce alla chiesuola, e il muro di un orto che chiude la piazzetta; a destra una viottola, fra due siepi di fichidindia, che si perde nei campi. Al primo piano a destra, la bettola della gnà Nunzia, colla frasca appesa all’uscio; un panchettino con su delle ova, pane e verdura, in mostra; e, dall’altra parte dell’uscio una panca addossata al muro. La bettola fa angolo con una stradicciuola che immette nell’interno del villaggio. All’altra cantonata la caserma dei carabinieri, a due piani, collo stemma sul portoncino. Più in là, sulla stessa linea, lo stallatico dello zio Brasi, con un’ampia tettoia sul davanti. Al primo piano, a sinistra, una terrazza con pergolato. Poscia una stradicciuola. Infine la casetta della zia Filomena.

SCENA I

Lo zio Brasi attraversa la scena dalla sinistra con un fascio di fieno in capo, che va a deporre sotto la tettoia. Comare Camilla sulla terrazza, ripiegando della biancheria di bucato. Donne lungo il viale per andare in chiesa. Un contadino seduto sotto la tettoia, col mento fra le mani canticchiando. Suona la messa. La zia Filomena esce dalla bettola della gnà Nunzia, portando roba sotto il grembiale.

COMARE CAMILLA

Spesa, zia Filomena?

ZIA FILOMENA

Oggi è Pasqua, colla grazia di Dio!

Entra in casa.

COMARE CAMILLA

(A Santuzza, che arriva agitata dalla prima viottola a sinistra, col viso nascosto nella mantellina). O comare Santa, che andate a confessarvi?

Santuzza leva il capo verso di lei e tira via senza rispondere.

ZIO BRASI

(a comare Camilla, dalla porta dello stallatico). Tu rientra in casa, e bada ai fatti tuoi, linguaccia!

Comare Camilla rientra in casa. A un carabiniere ch’è affacciato sul terrazzino della caserma: Mi vuol sempre cimentare, quel diavolo di mia moglie!

Al contadino ch’è sotto la tettoia:

Venite qua, compare Peppi.

Lo conduce via nello stallatico.

SANTUZZA

(sull’uscio della bettola). O gnà Nunzia!

GNÀ NUNZIA

(affacciandosi). O tu!… che vuoi?

Il carabiniere rientra.

SANTUZZA

Non temete, me ne vado subito. Ditemi soltanto se c’è vostro figlio Turiddu…

GNÀ NUNZIA

Sin qui vieni a cercarmi mio figlio Turiddu?… Non c’è.

SANTUZZA

Ah, Signore benedetto!

GNÀ NUNZIA

Lo sai che nei vostri pasticci io non voglio entrarvi!

SANTUZZA

(scostando la mantellina). Ah, gnà Nunzia, non mi vedete la faccia che ho? Fate come Gesù Cristo a Maria Maddalena… Ditemi dov’è vostro figlio Turiddu, per carità!

GNÀ NUNZIA

È andato a Francofonte per il vino.

SANTUZZA

No! Ier sera era ancor qui.