Pasqua e Natale falli con i tuoi”.
COMARE CAMILLA
(a compar Alfio). E vostra moglie, che vi vede soltanto a Pasqua e a Natale, cosa dice?
COMPAR ALFIO
Io non lo so cosa dice. Questo è il mio mestiere, comare Camilla. Il mio mestiere è di fare il vetturale e di andare sempre in viaggio di qua e di là.
GNÀ NUNZIA
(ritornando col fiasco colmo e colla mantellina ripiegata che lascia sul
panchetto della verdura). È meglio di quell’altro, compar Alfio; me lo direte poi, quando l’avrete bevuto, buon pro vi faccia. Diciotto soldi.
ZIA FILOMENA
Non è bene quello che avete detto, compar Alfio; ché avete la moglie giovane.
COMPAR ALFIO
Mia moglie sa che la berretta la porto a modo mio; Battendo sulla tasca del petto
e qui ci porto il giudizio per mia moglie, e per gli altri anche.
Due carabinieri in tenuta escono dalla caserma e si allontanano
pel viale della chiesa.
- I miei interessi me li guardo io, da me, senza bisogno di quelli del pennacchio. E in paese tutti lo sanno, grazie a Dio!
Suona la messa una seconda volta.
ZIA FILOMENA
(facendosi il segno della croce). Lontano sia!
Chiude l’uscio a chiave, e si mette la mantellina in capo
avviandosi verso la chiesa.
COMARE CAMILLA
Vengo anch’io, vengo anch’io, zia Filomena.
Via dalla terrazza.
ZIA FILOMENA
(a compar Alfio). Piuttosto andate a dire a vostra moglie che suona la messa, scomunicato!
COMPAR ALFIO
Corro a governare le mie bestie, e vado a dirglielo. Non dubitate, son cristiano anch’io.
GNÀ NUNZIA
(a compar Alfio). Diciotto. soldi.
COMPAR ALFIO
Vengo, vengo, pittima! Lasciatemi contare i denari.
COMARE CAMILLA
(dalla prima stradicciuola a sinistra, con mantellina in capo, va a dare
la chiave a suo marito). Eccovi la chiave, se mai. E voi non venite al solito quando stanno per terminare le funzioni in chiesa.
Via verso la chiesa colla zia Filomena.
Lo zio Brasi rientra nello stallatico. Dell’altra gente attraversa
la piazzetta alla spicciolata per andare in chiesa.
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