9.

Vi é un’antica folle illusione, che si chiama bene e male. La ruota di questa folle illusione girò finora intorno a profeti e astrologi.

Un tempo si “credeva” a profeti ed astrologi: e “per questo” si credeva: - Tutto é destino: tu devi, perché non puoi diversamente! - .

Poi si tornò a diffidare di tutti i profeti e gli astrologi: e “per questo” si credette: - Tutto é libertà: tu puoi, perché vuoi! -

Fratelli miei, fino ad oggi si sono avute, sul conto delle stelle e del futuro, solo illusioni, non cognizioni: e “per questo” sul bene e sul male si sono avute solo illusioni, non cognizioni!

10.

- Non rubare! Non ammazzare! - - un tempo si dissero sacre queste parole; dinanzi ad esse si piegavano le ginocchia e la testa e si toglievano i calzari.

Ma io vi chiedo: quando mai vi furono al mondo predoni e assassini al pari di queste parole sacre?

Forse che nella vita stessa, intera, non é - predare e ammazzare? E

col santificare queste parole, forse, non venne - ammazzata la verità?

O fu una predica di morte, quella che santifica la contraddizione e la confutazione della vita? - Fratelli miei, spezzate, spezzate, ve ne prego, le antiche tavole!

11.

Questa é la mia compassione per tutto ciò che é passato: il vederlo abbandonato, -

- abbandonato in balìa alla clemenza, allo spirito, alla demenza di ciascuna generazione che viene e reinterpreta tutto quanto fu come ponte verso se stessa!

Potrebbe venire un grande despota, un mostro accorto che, esercitando la sua clemenza e inclemenza, costringesse e facesse violenza a tutto il passato: fino a farlo diventare il suo ponte, e presagio e araldo e canto del gallo.

Ma questo é l’altro pericolo e l’altra mia compassione: chi é della plebe, il suo pensiero giunge al padre del padre, e con ciò per lui finisce il tempo.

Così tutto il passato é abbandonato: un giorno, infatti, potrebbe avvenire che la plebe diventasse padrona e tutto il tempo annegasse in acque senza profondità.

Perciò, fratelli miei, occorre una “nobiltà nuova”, che si opponga a tutto quanto é plebe e despotismo e scriva su tavole nuove la parola

‘nobile’.

Infatti, vi é bisogno di molti nobili e di molte loro specie, “perché esista la nobiltà”! Oppure, come una volta dissi in parabola (220):

- Questo appunto é la divinità: che esistano déi, ma non esista un dio! - .

12.

Fratelli miei, io vi consacro e vi indirizzo a una nobiltà nuova: io voglio che diventiate i genitori, gli allevatori, i seminatori dell’avvenire, -

- invero, non a una nobiltà che potreste comprare, come i mercanti, con oro di mercanti: giacché poco valore ha tutto quanto ha un prezzo.

D’ora in poi il vostro onore consista non nella vostra origine, bensì nella vostra meta! Nella vostra volontà, nel vostro piede che vuole andare anche al di là e al di sopra di voi stessi - in ciò consista il vostro nuovo onore!

In verità non nell’avere voi servito un sovrano - che significano ormai i sovrani! - o nell’essere diventati il baluardo dell’ordine esistente, perché si rinsaldasse!

Non nel fatto che la vostra stirpe divenne cortigiana a Corte, e voi imparaste, simili al fenicottero dalle piume multicolori, a stare in piedi per lunghe ore nell’acqua bassa degli stagni.

- Infatti essere “capaci” di resistere in piedi é un merito per i cortigiani; e tutti i cortigiani credono che nella beatitudine dopo la morte sarà anche concesso - il “permesso” di stare seduti! -

E neppure che uno spirito, che essi chiamano santo, portasse i vostri antenati in terre promesse, che “io” non prometto affatto: poiché dove crebbe il più funesto degli alberi, la croce - nulla é da ripromettersi da una terra siffatta! -

- e, in verità, dovunque questo ‘spirito santo’ conducesse i suoi cavalieri, sempre queste spedizioni erano “precedute” da - capre e oche e da crociati mentecatti! -

Fratelli miei, la vostra nobiltà non deve guardare all’indietro bensì

“in avanti”! Voi dovete essere come degli scacciati da tutte le terre dei padri e degli avi!

La “terra” dei vostri “figli” voi dovete amare: sia questo amore la vostra nobiltà nuova, - la terra non ancora scoperta, nelle lontananze remote del mare! Questa terra io ordino di cercare e cercare, alle vostre vele!

Nei vostri figli dovete “riparare” di essere figli dei vostri padri (221): così dovete redimere tutto il passato! Questa tavola nuova io pongo sopra di voi!

13.

- A che vivere? Tutto é vano! (222). Vivere - é trebbiare paglia; vivere - é bruciarsi senza neppure riscaldarsi - . -

Questa filastrocca antiquata continua a farsi passare per ‘sapienza’; ma proprio “perché” é vecchia e sa di muffa viene tanto più rispettata. Anche la muffa nobilita. -

Così potevano parlare dei bambini: essi “scansano” il fuoco, perché ne sono stati scottati! Molta puerilità é negli antichi libri sapienziali (223).

E colui che non fa altro che ‘trebbiare paglia’, come può avere il diritto di sparlare della trebbiatura! Bisognerebbe metter la musoliera (224) a un siffatto pagliaccio! Costoro si siedono a tavola e non portano nulla con sé, nemmeno una buona fame: - e ora lanciano la calunnia: - Tutto é vano! - .

Ma bere e mangiare bene, fratelli miei, non é davvero un’arte vana!

Spezzate, spezzate, ve ne prego, le tavole degli eterni malcontenti!

14.

- Tutto per il puro é puro - (225) - così parla il popolo. Io però vi dico: per i porci tutto diventa porco!

Per questo i fanatici e i collitorti, cui anche il cuore penzola, predicano: - il mondo non é altro che un mucchio enorme di lordume - .

Giacché tutti costoro sono di spirito immondo; ma specialmente coloro che non hanno quiete né sosta, a meno che non vedano il mondo “dal di dietro”, - questi abitatori di un mondo dietro il mondo!

A “costoro” dico in faccia, sebbene non suoni gentile: il mondo, simile in questo all’uomo, ha un di dietro, - “questo” é vero!

Vi é nel mondo molto lordume: “questo” é vero! Ma non per questo il mondo sarà un mucchio enorme di lordume!

Vi é saggezza nel fatto che molte cose al mondo abbiano un odore cattivo: proprio la nausea fa spuntare le ali e crea energie presaghe di sorgenti! (226).

Nel migliore degli uomini é ancora qualcosa che desta nausea; e anche il migliore é qualcosa che deve essere superato! -

Fratelli miei, vi é molta saggezza nel fatto che al mondo vi sia molto lordume! -

15.

Da devoti abitatori di un mondo dietro il mondo ho udito pronunciare queste sentenze, e invero senza malignità e senza ipocrisia, - sebbene nulla al mondo vi sia di più ipocrita e maligno.

- Lascia che il mondo vada come vuole! Non sollevare un dito contro! - .

- Lascia pure strangolare e pugnalare e tagliuzzare e scorticare la gente a chi ne ha voglia: non levare un dito contro! Così impareranno anche a rinunciare al mondo - .