Giacché per tal mo-no lasciar dubitare con ragione della sua possibilità.

do non solo vien agevolato il nostro proprio lavoro in quanto esso è esattamente determinato, ma anche ad ogni altro che voglia esaminarlo è reso facile il giudizio se abbiamo soddisfatto o no al nostro 1 Taluno potrebbe ancora dubitare che questa esistenza l’abbia la fisica pura. Ma basta dare un’occhiata alle diverse proposizioni, che s’incontrano al principio della proposito. Il problema proprio della ragion pura è dunque contenu-fisica propriamente detta (empirica), come quelle della permanenza della stessa quanto nella domanda: COME SONO POSSIBILI GIUDIZI SINTETICI A tità di materia, dell’inerzia, dell’uguaglianza di azione e di reazione e così via, per PRIORI ?

convincersi subit o che esse costituiscono una physicam puram (o rationalem), che merita bene di essere esposta separatamente, come scienza speciale, in tutta la sua esten-La ragione per la quale la metafisica è rimasta fin qui in una con-sione, piccola o grande che sia (N. d, K.).

dizione tanto oscillante di incertezza e di contraddizione, è da cer-46

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Ma, tuttavia, anc he questa specie di conoscenza deve, in un Si può, dunque, anzi si deve far conto che non sieno mai esistiti certo senso, essere considerata come data, e la metafisica, se pure i tentativi fatti sino ad ora per creare dommaticamente una me -

non come scienza, esiste certo come disposizione naturale (meta-tafisica; perché quel che vi è in questa o in quella di analitico, cioè physica naturalis). Giacché la ragione umana viene irresistibilmente, la semplice scomposizione dei concetti che giacciono a priori nella anche senza che la muova la semplice vanità del molto sapere, spinta nostra ragione, non costituisce punto ancora lo scopo, ma solo un da un proprio bisogno fino a problemi tali che non possono essere preparativo per la vera metafisica: per estendere, cioè, sintetica-risoluti da nessun uso empirico della ragione, né da princìpi tolti da mente la sua conoscenza a priori; e a questo essa1 non basta; poiché questo; e così in tutti gli uomini, appena in loro la ragione si è in-mostra solo ciò che è contenuto nei concetti, ma non come noi sia-nalzata sino alla speculazione, v’è stata in ogni tempo una metafi-mo pervenuti a priori a tali concetti, acciò si possa in conseguenza sica, e vi sarà sempre. Ora anche per essa c’è la questione: COM’È

determinare il loro legittimo uso rispetto agli oggetti di ogni cono-POSSIBILE LA METAFISICA IN QUANTO DISPOSIZIONE NATURALE? cioè, co-

scenza in generale. E basta anche soltanto una piccola dose di abne-me nascono dalla natura della ragione umana universale i problemi gazione per rinunziare a queste pretese, giacché le incontestabili che la ragion pura affronta, e ai quali essa si sente dal proprio bi-contraddizioni della ragione con se stessa, inevitabili in un proce-sogno spinta a rispondere il meglio che può?

dimento dommatico, già da molto tempo han gettato il discredito Ma, poiché tutti i tentativi fatti fin qui, per rispondere a quelle sulla metafisica passata. Piuttosto sarà necessaria molta costanza per naturali domande: se il mondo abbia un cominciamento o esista dal-non lasciarsi distogliere dalla difficoltà intrinseca, o dalle resistenze l’eternità, e così via, sono sempre incorsi in inevitabili contraddi-esterne, dal promuovere finalmente una volta lo sviluppo rigoglioso zioni, così non ci si può accontentare della semplice disposizione e fecondo di una scienza indispensabile alla umana ragione; una naturale alla metafisica, cioè della stessa facoltà pura della ragione, scienza della quale si potranno tagliare i rami che ne son venuti dalla quale certo deriva sempre una qualche metafisica (quale che fuori, ma non mai svellere le radici, con un’altra trattazione del sia); ma dev’essere possibile giunger con essa alla certezza o nella tutto opposta alla precedente.

scienza o nella ignoranza de’ suoi oggetti, cioè, a pronunziarsi circa gli oggetti delle sue questioni, o a giudicare della potenza o impotenza della ragione rispetto ai medesimi; e però o ad allargare con VII

sicurezza la nostra ragion pura, o a restringerla entro limiti deter-IDEA E PARTIZIONE DI UNA SCIENZA SPECIALE

minati e sicuri. Quest’ultimo problema, che deriva da quello gene-SOTTO NOME DI CRITICA DELLA RAGION PURA

rale di sopra, sarebbe a ragione questo: COM’È POSSIBILE LA METAFISICA COME SCIENZA?

Da tutto ciò scaturisce dunque l’idea di una scienza speciale, che La critica della ragione, dunque, conduce alla fine necessaria-si può chiamare Critica della ragion pura. Poiché la ragione è mente alla scienza; l’uso dommatico, invece, di essa senza critica, ad la facoltà che ci fornisce i princìpi a priori della conoscenza2. Ragion affermazioni prive di fondamento, alle quali si potrà sempre con-pura è perciò quella che contiene i princìpi per conoscere qualche trapporne altre ugualmente verisimili, e però allo scetticismo.

cosa assolutamente a priori. Un organo della ragion pura sarebbe Inoltre, questa scienza non può essere d’una lunghezza grande, un complesso dei princìpi, secondo i quali possono essere acquistate scoraggiante, perché non ha da fare con oggetti della ragione, la cui ed effettivamente recate in atto tutte le conoscenze pure a priori.

molteplicità è infinita, ma soltanto con se stessa, con problemi che sorgono esclusivamente dal suo grembo, proposti a lei, non dalla L’applicazione completa di un siffatto organo costituirebbe un si-natura delle cose che sono da lei differenti, ma dalla sua propria; dal momento che, quando essa abbia prima imparato a conoscere com-1 La scomposizione dei concetti.

piutamente la sua propria capacità rispetto agli oggetti che le si pos-2 La prima edizione diceva: « …una scienza speciale, che può servire alla critica sono presentare nella esperienza, deve diventar facile determinare della ragion pura. Pura si chiama ogni conoscenza che non è mista di nulla d’estra neo: ma in particolare si chiama pura una conoscenza, nella quale non sia mescolata in modo completo e sicuro l’ambito e i limiti del suo tentato uso al nessuna esperienza o sensazione, e che perciò è possibile del tutto a priori. Ora la di là di tutti i confini dell’esperienza.

ragione è la facoltà, ecc.»

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stema della ragion pura. Ma poiché questo sistema è desiderato mol-di noi, non ci può restare celato, e secondo ogni presunzione è ab-tissimo, e resta ancora a veder se e in quali casi una tale estensione bastanza piccolo da poter essere rilevato interamente, giudicato nel della nostra conoscenza sia possibile, così noi possiamo considerare suo valore o non valore, e ridotto al suo giusto apprezzamento.

una scienza che si limiti al semplice giudicamento della ragion pura, Tanto meno ci si può aspettare qui una critica dei libri e dei delle sue fonti e dei suoi limiti, come la propedeutica al sistema sistemi della ragion pura, bensì quella della facoltà stessa della ra-della ragion pura. Una tale scienza non si dovrebbe ancora chiamare gion pura. Se non che, se si pone a base questa critica, si ha una dottrina, ma solo critica della ragion pura; e la sua utilità sa-sicura pietra di paragone per valutare il contenuto filosofico di opere rebbe in realtà, riguardo alla speculazione1, solo negativa, giacché antiche e moderne in questa branca; se no, storico e giudice, in-servirebbe non ad allargare ma solo ad epurare la nostra ragione, e competenti, giudicano le asserzioni infondate degli altri in nome a liberarla dagli errori; ciò che è già moltissimo di guadagnato. Chia-delle proprie, che sono altrettanto infondate1.

mo trascendentale ogni conoscenza che si occupa non di oggetti, La filosofia trascendentale è l’idea d’una scienza, di cui la critica ma del nostro modo di conoscenza degli oggetti in quanto questa della ragion pura deve architettonicamente, cioè per princìpi, deve esser possibile a priori2. Un sistema di siffatti concetti si chia-abbozzare il disegno intero, con piena garanzia di solidità e sicu-merebbe filosofia trascendentale. Ma questa filosofia, d’altra rezza di tutte le parti che compongono un tale edificio. Essa è il parte, è ancora troppo per cominciare.