Era un liuto, non è vero? (Si guarda attorno, dubbioso) Ah, eccolo là! Il liuto, se non lo sapete, lo amo pazzamente. Mi metto ad ascoltare con tutto me stesso, non so più quello che faccio, entro ansioso nella stanza per ammirare il viso della bella suonatrice che mi ha così potentemente sedotto, che mi ha commosso fino alle lacrime.

 

PRINCIPESSA

Un’incantevole impertinenza, che avete subito soddisfatto, come potrei testimoniare. (Dopo un attimo di pausa, con intenzione) Io sono in grado di apprezzare la discrezione di un uomo che, per impedire a una donna di arrossire, si nasconde sotto un cumulo di menzogne!

 

CARLOS (con sincerità)

Principessa, mi rendo conto di peggiorare una situazione che invece vorrei assolutamente migliorare! Dispensatemi dal sostenere un ruolo per il quale evidentemente non sono adatto! Voi, in questa stanza, cercavate un rifugio isolato dal mondo e, lontano dal consorzio umano, volevate dare liberamente sfogo ai palpiti segreti del cuore. Io, figlio dell’infelicità, vi penetro all’improvviso e subito il vostro bel sogno svanisce… permettete che mi allontani al più presto… (Si avvia all’uscita)

 

PRINCIPESSA (stupita e turbata, ma riprendendosi)

Principe, la vostra è pura malvagità.

 

CARLOS

Principessa, comprendo il significato del vostro sguardo in questa stanza e rispetto il vostro virtuoso imbarazzo. Guai all’uomo che diventa temerario vedendo il rossore di una guancia femminile! Io divento timidissimo, non appena le donne in mia presenza cominciano a tremare.

 

PRINCIPESSA

Possibile? Una coscienza rara, devo dire, in un giovane e, perdipiù, figlio di re! Principe, ora dovete restare, ve ne prego: davanti a una virtù come la vostra ogni timore femminile dilegua. Sapete che la vostra improvvisa comparsa mi ha spaventata nel bel mezzo della mia aria preferita? (Lo conduce verso il divano e riprende in mano il liuto) Principe, devo suonare ancora quell’aria: la vostra punizione sarà ascoltarmi.

 

CARLOS (sedendosi accanto a lei con visibile impaccio)

Una punizione piacevole come la colpa: se volete saperlo, le parole erano così leggiadre e affascinanti che mi piacerebbe riascoltarle… una terza volta.

 

PRINCIPESSA

Come? L’avete sentita fino in fondo? Che orrore, principe: mi pare che parlasse d’amore.

 

CARLOS

Se non sbaglio, di un amore felice, un bell’argomento su labbra squisite! Forse più detto che realmente sentito.

 

PRINCIPESSA

Più detto che sentito? Vi permettete di dubitarne?

 

CARLOS (seriamente)

Dubito, infatti, che in tema d’amore Don Carlos e la principessa d’Eboli possano trovarsi d’accordo. (La principessa è stupita, egli se ne accorge e prosegue in tono superficialmente galante) Chi potrebbe supporre osservando queste guance rosee che la passione sconvolga questo seno? Possibile che la principessa d’Eboli sospiri e nessuno la esaudisca? Solo colui che ama senza speranza conosce la passione d’amore.

 

PRINCIPESSA (prendendo un tono di vivacità mondana)

Tacete! Sono parole orribili, queste! Questo spaventoso destino sembra si accanisca su di voi più che su chiunque altro, specialmente oggi. (Prendendolo per mano, attenta e consapevole) Non siete felice, mio caro principe. Voi soffrite, sì, Dio mio, state soffrendo. Come mai? Perché soffrire quando si è destinati ad assaporare tutta la felicità del mondo, con tutti i doni che la natura vi concede nella sua sfrenata generosità? Col diritto inalienabile di disporne per essere felice? Voi… figlio di un potente sovrano, dotato fin dalla culla di tutte quelle meravigliose qualità che oscurano persino la magnificenza e lo splendore del vostro rango? Voi, che nel severo tribunale delle donne, là dove il valore maschile è passato impietosamente al vaglio, potete contare dei giudici non imparziali? Voi, che seducete non appena posate lo sguardo, e sollevate incendi spaventosi restando gelido e distante! Voi, che giocate coi cieli paradisiaci e prodigate una felicità che può ben dirsi divina quando volete scendere voi stesso in lizza… L’uomo cui la natura ha prodigato una simile messe di doni, sia che decida di far felici mille donne o solo qualcuna, sarebbe dunque un infelice? Dio! Tu che gli hai donato tutto, perché l’hai accecato al punto di non fargli scorgere i suoi veri trionfi?

 

CARLOS (che nel frattempo si è distratto, si riscuote all’improvviso silenzio della principessa e trasale)

Splendido, principessa, magnifico! Cantatemi ancora l’ultima strofa!

 

PRINCIPESSA (guardandolo con viva meraviglia)

Carlos, dove eravate mentalmente?

 

CARLOS (alzandosi)

Sì, Dio mio, me lo ricordate al momento giusto. Devo andarmene immediatamente.

 

PRINCIPESSA (trattenendolo)

Dove dovete andare?

 

CARLOS (profondamente addolorato)

All’aperto. Lasciatemi andare, principessa. Mi pare che il mondo, alle mie spalle, divampi in un grande fuoco.

 

PRINCIPESSA (trattenendolo a forza)

Cosa avete? Perché vi comportate in modo così enigmatico e strano? (Carlos rimane un istante indeciso. La principessa coglie l’opportunità di attirarlo di nuovo sul divano) Mio caro Carlos, voi avete bisogno di quiete. Il vostro sangue è agitato: sedetevi accanto a me, e scacciate per sempre dal cuore queste paurose e cupe fantasticherie! Interrogatevi con spietata intransigenza: la testa conosce forse ciò che desidera il cuore? Anche se ne fosse a conoscenza… possibile che in tutta la corte non ci sia un solo cavaliere o una sola dama in grado di placarvi e di guarirvi?

 

CARLOS (sovrappensiero, senza riflettere)

Forse la principessa d’Eboli.

 

PRINCIPESSA (con gioia)

Davvero?

 

CARLOS

Ve ne prego, datemi una supplica, una lettera di raccomandazione per mio padre. Dicono che abbiate una grande influenza su di lui.

 

PRINCIPESSA

Chi lo dice? (Tra sé) Ah, era questo atroce sospetto che ti costringeva a tacere!

 

CARLOS

Probabilmente la notizia si è già sparsa… Improvvisamente mi sono messo in testa di andare nel Brabante… ma solo per meritarmi gli speroni. Mio padre tuttavia non è d’accordo: il mio buon padre teme che, se comandassi un esercito, la mia voce ne avrebbe a soffrire.

 

PRINCIPESSA

Carlos, voi state barando. Confessate che state mettendo in opera tutte queste contorsioni al solo scopo di potermi evitare! Guardatemi in faccia, ipocrita, qui dentro gli occhi! Svelatemi se l’uomo che sogna solo gloriose imprese è capace, confessatelo vi prego!, di abbassarsi al punto di raccogliere di nascosto il nastro perduto da una signora e… perdonate… (Con un gesto rapido e deciso scosta il collare di pizzo del principe ed afferra un nastro che vi era nascosto) di conservarlo con tanta devozione?

 

CARLOS (arretrando sorpreso)

Principessa, no, questo è troppo! Sono tradito! È difficile ingannarvi! Voi siete alleata di spiriti e demoni!

 

PRINCIPESSA

Vi stupite, principe? Scommettiamo che sarò capace di evocare certe storie… Su, interrogatemi, fate la prova! Se persino un capriccio, uno scherzo, un suono evaporato misteriosamente nell’aria come un soffio, un sorriso annegato subito nella più sconfinata tristezza, se persino azioni e gesti da cui il vostro animo era assente io li ho percepiti, pensate se non ho capito là dove volevate essere capito.

 

CARLOS

Correte un grave rischio, principessa. Eppure, sono pronto ad accettare la scommessa. Voi vi impegnate a scoprire nel mio cuore dei segreti che persino io ignoro totalmente.

 

PRINCIPESSA (lievemente alterata)

Che voi ignorate totalmente? Principe, pensateci meglio. Guardatevi intorno: questa stanza non è una delle camere della regina dove le uniche persone degne di lode sono quelle che portano eternamente la maschera! Siete sorpreso? Arrossite, divampate addirittura! Oh, certo, chi può essere tanto scaltro, audace e ozioso da spiare Don Carlos nel momento in cui si crede inosservato? Chi si è accorto che, all’ultimo ballo di corte, ha lasciato nel bel mezzo della danza la sua dama - la regina - per insinuarsi di prepotenza nella coppia che gli stava accanto ed offrire il braccio alla principessa d’Eboli oltraggiando spudoratamente la sua regale compagna? Un errore, principe, che fu notato persino dal re che entrava in quel momento.

 

CARLOS (con un risolino ironico)

Anche da lui? Oh, cara principessa, ma per lui la cosa era assolutamente insignificante!

 

PRINCIPESSA

Contava quanto la scena che si è svolta nella cappella, di cui il principe forse non si ricorderà. Eravate in ginocchio davanti alla statua della Vergine, assorto in preghiera, quando d’improvviso… ma come potevate esserne responsabile? - gli strascichi di alcune dame frusciarono dietro a voi. Allora l’eroico figlio di Don Filippo cominciò a tremare come un eretico davanti al Santo Uffizio e sulle sue labbra smorte l’orazione morì avvelenata e, nella furia cieca della passione - era una farsa commovente, principe! - voi vi slanciaste sulla mano della santissima Madre e faceste piovere sulla pietra baci di fuoco!

 

CARLOS

Voi mi fraintendete, principessa. Era solo devozione.

 

PRINCIPESSA

Oh, allora le cose stanno diversamente, principe! Allora è stata solo la paura di perdere quando, una volta, Carlos giocava con la regina e con me e certo per questo motivo mi portò via questo guanto… (Carlos si alza in piedi turbato) che tuttavia con estrema gentilezza scambiò con una carta da gioco.

 

CARLOS

Dio mio, Dio mio, cos’ho fatto!

 

PRINCIPESSA

Nulla che potete sconfessare, mi auguro. Che dolce sorpresa è stata per me quando, per pura combinazione, scopersi un bigliettino che avevate gelosamente celato nel guanto! Era la più commovente romanza che…

 

CARLOS (interrompendola)

Poesia, niente di più! Il mio cervello a volte è lieto di creare delle bolle di sapone che scoppiano d’improvviso come d’improvviso si sono formate. Tutto qui: non è il caso di parlarne.

 

PRINCIPESSA (allontanandosi stupita e osservandolo a distanza per alcuni minuti)

Sono stanchissima… tutte le mie risorse scorrono e dileguano sulla pelle di questo individuo sfuggente, più liscio e gelido di una serpe! (Tacciono entrambi) O non sarà uno spaventoso orgoglio di maschio che si maschera d’indifferenza per godere con maggior trasporto? Se fosse questa la verità? (Si riavvicina al principe e lo guarda in preda al dubbio) Spiegatevi, principe… mi sembra di trovarmi di fronte a uno scrigno ermeticamente chiuso che nessuna delle mie chiavi può aprire!

 

CARLOS

La stessa cosa accade a me in vostra presenza.

 

PRINCIPESSA (si scosta rapidamente da lui, passeggia nervosamente per la stanza e sembra riflettere su un argomento di grande importanza. Seriamente, dopo una lunga pausa)

Ebbene, devo decidermi, non posso più tacere. Vi scelgo come giudice. Principe, voi siete un uomo nobile, un cavaliere: mi getto tra le vostre braccia perché voi dovete essere il mio salvatore e, se salvarmi si rivelasse impossibile, sarete almeno così pietoso da compiangere la mia sorte. (Il principe le si accosta e resta in attesa, vivamente commosso) Un favorito del sovrano chiede spudoratamente la mia mano… Ruy Gomez, conte di Silva.