Devo ammettere di non aver dato prova di delicatezza quando vi ho combattuto con armi tali che voi non potrete mai rivolgere contro di me.

 

ALBA

Non potrei mai rivolgere?

 

CARLOS (tendendogli sorridendo la mano)

Peccato che ora non abbia tempo di impegnarmi col duca d’Alba in singolar tenzone. Un’altra volta…

 

ALBA

Principe, noi ci sbagliamo in modo completamente diverso nelle nostre valutazioni. Voi vi considerate di vent’anni più vecchio, ed io di vent’anni più giovane.

 

CARLOS

E allora?

 

ALBA

Penso a quante notti il nostro sovrano avrebbe rinunciato a trascorrere accanto alla sua bella sposa portoghese - vostra madre - per conquistare un braccio come questo al suo trono. Certo, egli sapeva benissimo che è molto più facile generare monarchi che monarchie e come è più rapido dotare il mondo di un sovrano che non un sovrano di un mondo.

 

CARLOS

Giustissimo! Ma allora, duca d’Alba?

 

ALBA

Quanto sangue ha dovuto essere sparso, sangue del vostro popolo, prima che due gocce di questo sangue vi trasformassero in un re!

 

CARLOS

Verissimo, per Dio! Ecco qua, riassunto in due parole, tutto ciò che l’orgoglio del merito può opporre all’orgoglio della sorte. Ma qual è la conclusione del discorso, duca d’Alba?

 

ALBA

Guai alla tenera maestà regale che, nella culla, può prendersi gioco della sua balia! Come dev’essere piacevole dormire sul soffice guanciale delle nostre vittorie! Sulla corona scintillano solo le perle e non le ferite che hanno permesso di conquistarla! Questa spada ha imposto a popoli stranieri le leggi spagnole, il lampo accecante del suo acciaio ha preceduto la Croce che ha iscritto solchi di sangue per farvi cadere il seme ardente della fede: Dio giudicava in cielo, ed io in terra…

 

CARLOS

Dio o il diavolo, non ha importanza! So che eravate il suo braccio destro. Ma adesso non parliamone più, vi scongiuro: non vorrei evocare certi ricordi. Mi inchino alla volontà paterna: mio padre ha bisogno di un Alba, ma non lo invidio certo perché ne ha bisogno. Siete un grand’uomo: può essere, e sono quasi pronto a crederci. Eppure temo che siate venuto al mondo con un millennio d’anticipo. Io penso, vedete, che un Alba debba sorgere alla fine del tempo. Allora, quando la sfacciata arroganza del vizio avrà sbaragliato l’indulgenza del cielo, quando la messe rigogliosa del male sarà matura ed esigerà a gran voce il più spietato dei mietitori, allora sarete perfetto al vostro posto! Dio mio, il mio paradiso, le mie Fiandre! No, non ci devo pensare, è meglio non nominarle nemmeno! Si dice che voi vi portiate appresso un’infinità di sentenze di morte firmate in anticipo. Che previdenza encomiabile! Così non correrete mai il rischio di avere dei fastidi. O padre mio, come ti avevo frainteso! Ti ho accusato di durezza perché mi hai negato l’incarico in cui rifulgeranno tutte le capacità del tuo Alba! Questo era invece il primo segno della tua stima.

 

ALBA

Principe, questa parola meriterebbe…

 

CARLOS (prorompendo)

Cosa?

 

ALBA

Siete protetto dalla vostra dignità di figlio di re.

 

CARLOS

Questo esige del sangue! Sguainate la spada, duca!

 

ALBA (freddamente)

Contro chi?

 

CARLOS (attaccandolo con foga)

Sguainate la spada, o vi trapasso da parte a parte!

 

ALBA (sguainando la spada)

Se mi costringete… (Combattono)

 

Scena sesta

 

 

La regina, Don Carlos, il duca d’Alba.

 

REGINA (uscendo terrorizzata dalla sua stanza)

Spade sguainate! (Sdegnata, al principe in tono di comando) Carlos!

 

CARLOS (scorgendo la regina lascia cadere la spada come fuori di sé, e rimane in piedi, immobile, senza dire una parola, poi corre dal duca e lo bacia)

Riconciliamoci, duca! Perdoniamo tutto! (Si getta senza una parola ai piedi della regina, poi si alza rapidamente e fugge fuori di sé)

 

ALBA (stupefatto, osserva con attenzione l’uno e l’altra)

Per dio, tutto questo è davvero strano!

 

REGINA (rimane per un attimo in preda a un grande turbamento, poi si avvia lentamente verso la sua stanza e, dalla soglia, si rivolge al duca)

Duca d’Alba! (Il duca la segue nella stanza)

 

Scena settima

 

 

Lo studio della principessa d’Eboli. La principessa, vestita di un abito dal taglio eccentrico, semplice ma incantevole, canta accompagnandosi col liuto. Entra il paggio della regina.

 

PRINCIPESSA (alzandosi)

Eccolo!

 

PAGGIO (entrando rapidamente)

Siete sola? Mi stupisce che non sia già arrivato, ma verrà da un momento all’altro.

 

PRINCIPESSA

Deve arrivare? Allora, vuole venire, e tutto è deciso.

 

PAGGIO

Mi stava dietro. Graziosa principessa, voi siete amata, nessuna è stata più amata di voi e nessuna lo sarà mia. A che scena ho assistito!

 

PRINCIPESSA (impaziente, gli fa cenno di avvicinarsi)

Su, dimmi, gli hai parlato? Cos’ha fatto? Cosa ti ha detto? Che parole ha pronunciato? Aveva un aspetto impacciato, stupito? Ha indovinato chi era che gli mandava la chiave? Su, dimmi: ha indovinato o no? Sono certa che non ha indovinato, o mi ha scambiato per un’altra. Come, non mi rispondi nulla? Vergognati! Non ti ho mai visto così ottuso, così lento, come un pezzo di legno!

 

PAGGIO

Principessa, non mi lasciate il tempo di dire una parola! Gli ho dato la chiave e il biglietto nell’anticamera della regina. Quando mi è uscito di bocca che mi mandava una signora, è trasalito e mi ha guardato negli occhi.

 

PRINCIPESSA

È trasalito? Bene, bravo! Ma dimmi, narrami!

 

PAGGIO

Volevo dirgli di più, ma è diventato pallido, mi ha strappato la lettera di mano e guardandomi con aspetto minaccioso mi ha risposto che sapeva tutto. Ha letto la lettera con vivo stupore, poi si è messo a tremare.

 

PRINCIPESSA

Che sapeva tutto? Ha detto proprio questo?

 

PAGGIO

Mi ha chiesto tre, quattro volte se eravate stata proprio voi a darmi la lettera.

 

PRINCIPESSA

Se ero proprio stata io? Ha pronunciato il mio nome?

 

PAGGIO

Il nome… no, non l’ha detto. Ha detto che nei paraggi potevano esserci delle spie che l’avrebbero riferito al re.

 

PRINCIPESSA (meravigliata)

Ha detto questo?

 

PAGGIO

Al re, ha detto, importava moltissimo essere a conoscenza di questa lettera.

 

PRINCIPESSA

Al re? Hai sentito bene? Al re? Si è espresso in questi termini?

 

PAGGIO

Sì! Ha detto che si trattava di un segreto pericoloso, e mi ha esortato a fare molta attenzione, a non lasciarmi sfuggire dei cenni o dei gesti, per non insospettire il re.

 

PRINCIPESSA (dopo aver riflettuto, lievemente stupita)

Tutto corrisponde… Non può essere altrimenti, evidentemente è a conoscenza dei fatti… Strano, chi può averglielo detto? Chi? Me lo chiedo. Chi può penetrare con tanto acume fino in fondo se non l’occhio di falco dell’amore? Ma continua, ti prego: lui, mi dicevi, ha letto il biglietto…

 

PAGGIO

Ha detto che il biglietto gli prometteva una felicità che lo faceva tremare, e che non aveva mai osato sperare una cosa del genere. Sfortunatamente il duca è entrato nella sala e questo ci ha costretti a…

 

PRINCIPESSA (irritata)

Cosa c’entra il duca in questa storia? Ma lui dov’è? Dov’è andato a finire? Perché ritarda? Perché non viene? Quanta felicità avrebbe potuto godere nel tempo che ci hai messo a dirmi che desidera ardentemente goderne!

 

PAGGIO

Ho paura che il duca…

 

PRINCIPESSA

Ancora il duca! Cosa vuole qui? Cosa ha a che fare quell’uomo intrepido con la mia segreta felicità? Poteva sbarazzarsene, e congedarlo: tutti si possono congedare a questo mondo! La verità è che il principe non comprende nulla né dell’amore né del cuore delle dame, purtroppo! Non sa cosa sono i minuti… Taci, taci! Sento che arriva qualcuno. Vattene! È il principe. (Il paggio esce in fretta) Via! Via! Dov’è il mio liuto? Devo fingermi sorpresa. Il mio canto gli darà il segnale.

 

Scena ottava

 

 

La principessa d’Eboli e subito dopo Don Carlos. La principessa suona sdraiata su un divano.

 

CARLOS (si precipita nella stanza, la riconosce e si ferma come se fosse colpito da un fulmine)

Dio mio! Dove sono?

 

PRINCIPESSA

Principe Carlos! Sì, siete proprio voi…

 

CARLOS

Dove sono! Spaventoso inganno! Ho sbagliato stanza.

 

PRINCIPESSA

Con quanta abilità Vostra Altezza sa ricordare le stanze in cui si possono incontrare signore senza testimoni.

 

CARLOS

Perdonate, principessa, ma ho trovato aperto l’uscio dell’anticamera.

 

PRINCIPESSA

Com’è possibile? Sono certa di averlo chiuso personalmente.

 

CARLOS

Vi sembrava, ma vi siete sbagliata, ne sono più che sicuro. Probabilmente volevate chiuderlo, ve lo concedo. Ma non era chiuso, credetemi. Io sento qualcuno suonare il liuto.