Per Dio! Ero come un peccatore che trema in presenza della virtù… (Lungo silenzio. Si siede e nasconde il volto tra le mani) Sì, duca d’Alba, avete ragione: questo potrebbe spingermi a commettere qualcosa d’orribile… Lasciatemi un attimo solo.

 

ALBA

Mio sovrano, nemmeno questo basta a suffragare completamente…

 

RE (afferrando i fogli)

Nemmeno questo? E questo? E quest’altro? Tutta questa spaventosa collezione di prove che condannano? Oh, se è chiaro come il sole… lo prevedevo da molto tempo: il tradimento cominciò il giorno in cui, per la prima volta, la ricevetti, per mano vostra, a Madrid. Ricordo lo sguardo terrorizzato che, pallida come una morta, posò sui miei capelli grigi. Il gioco del tradimento cominciò allora!

 

ALBA

Nella sua giovane madre il principe perdeva una sposa. Si erano già persi nei desideri, erano precipitati con ardore in sentimenti preclusi dal loro nuovo stato. Poi il timore fu sbaragliato, il timore che si accompagna generalmente alla prima confessione, e la seduzione parlò con vigore più appassionato e veemente, accoppiandosi alle immagini familiari dei ricordi leciti e comuni. Affratellati dall’equilibrio degli anni e degli affetti, sdegnati da una costrizione che li colpiva entrambi, assecondarono con un’audacia ancora più insolente le pulsioni del cuore. La politica si oppose al loro amore, ma possiamo davvero credere che abbiano effettivamente voluto riconoscere questa supremazia ai vostri uomini di Stato? Che Elisabetta abbia soffocato i suoi desideri per dedicarsi a uno studio approfondito della composizione del gabinetto? Aspettava l’amore ed ebbe in cambio una corona.

 

RE (offeso, con amaro sdegno)

Le vostre analisi sono molto sottili, duca… Ammiro la vostra eloquenza, e vi ringrazio. (Alzandosi in piedi, con fredda arroganza) Avete ragione: la regina si è resa colpevole nascondendomi lettere di tale importanza, nel celarmi la presenza del principe nel boschetto. Per un malinteso senso di generosità, si è resa colpevole, ed io la punirò. (Suona il campanello) C’è qualcun altro in anticamera? Non ho più bisogno di voi. Potete andare, duca d’Alba.

 

ALBA

Forse il mio indebito zelo è dispiaciuto una seconda volta a Sua Maestà?

 

RE (a un paggio che entra)

Fate entrare padre Domingo. (Il paggio esce) Vi perdono, se per quasi due minuti mi avete fatto temere che si possa commettere un delitto contro la vostra persona. (Alba esce)

 

Scena quarta

 

 

Il re, padre Domingo, poi il duca d’Alba. Il re passeggia per la stanza per rimettere ordine nei suoi pensieri.

 

DOMINGO (entra qualche minuto dopo l’uscita del duca e si avvicina al re)

Come sono felicemente sorpreso nel ritrovare Vostra Maestà così calma e serena!

 

RE

Ve ne stupite?

 

DOMINGO

Ringraziamo la Provvidenza che i miei timori erano infondati! Adesso mi è concesso sperare.

 

RE

I vostri timori? Di cosa avevate timore?

 

DOMINGO

Non posso nascondere a Vostra Maestà che sono al corrente di un segreto…

 

RE (altero)

Vi ho mai lasciato intendere di volerne parlare con voi? Perché osate prevenirmi? È un’audacia incredibile, da parte vostra!

 

DOMINGO

Sovrano, il luogo, l’occasione che me ne hanno reso partecipe, e il suggello che me lo fece apprendere, mi assolveranno da una colpa come questa! L’ho appreso in confessionale, come un delitto che pesa sull’intima coscienza di colei che l’ha scoperto e cerca perdono in cielo. Troppo tardi la principessa rimpiange un’azione da cui si aspetta orribili conseguenze per la sua regina.

 

RE

Davvero? Ma che buon cuore! Avete indovinato alla perfezione il motivo per cui vi ho convocato: dovete trascinarmi lontano dal cupo labirinto in cui sono stato gettato da uno zelo cieco! Da voi io voglio la verità, con me siate terribilmente sincero. Cosa devo credere, a che conclusioni devo giungere? Voglio dal vostro sacro ufficio la nuda verità.

 

DOMINGO

Sire, anche se la clemenza che compete alla mia condizione non mi imponesse il dovere di essere indulgente nei vostri confronti, io implorerei umilmente Vostra Maestà per la tranquillità della sua anima di non spingersi oltre a ciò che ha finora scoperto… e di rinunciare per sempre a proseguire un’indagine che può significare solo una rinnovata angoscia. Basta una sola parola del re… e la regina non ha commesso nessun peccato! La volontà del sovrano dispensa sia la felicità che la virtù… e solo la serenità imperturbabile del re può cancellare sul nascere le voci che la calunnia si permette di diffondere.

 

RE

Voci? Su di me? Da parte del popolo?

 

DOMINGO

Menzogne! Spaventose menzogne, lo giuro! Sfortunatamente ci sono dei casi in cui ciò che il popolo crede, anche se non ha il minimo fondamento, è importante quanto la verità.

 

RE

Per Dio! E questo sarebbe uno di quei casi…

 

DOMINGO

Il buon nome è il solo bene prezioso per il quale una regina è costretta a competere con una donna qualunque…

 

RE

…e per il quale, mi auguro, qui non si debba tremare, non è vero? (Con aria dubbiosa guarda Domingo. Dopo una pausa) Cappellano, comprendo che avete ancora qualcosa di mostruoso da espellere, non esitate! Sul vostro viso portatore di sfortuna lo leggo già da tempo! Sputate quel che avete da dire, e accada quel che deve accadere! Non torturatemi ancora di più! Cosa crede il popolo?

 

DOMINGO

Ve lo ripeto un’altra volta, Sire: il popolo può sbagliare. Certamente sbaglia. Le sue convinzioni non devono turbare il nostro sovrano. Solo il fatto che si sia spinto così avanti, fino ad insinuare certe cose…

 

RE

Ma quali? Devo supplicarvi ancora per ottenere una sola goccia di veleno?

 

DOMINGO

Il popolo ricorda quel mese in cui Vostra Maestà rischiò quasi di morire… e trenta settimane dopo apprese la notizia del lieto evento… (Il re si alza e suona il campanello, entra il duca d’Alba provocando lo stupore di Domingo) Sire, sono stupefatto!

 

RE (muovendo incontro al duca d’Alba)

Toledo! Voi siete un uomo. Proteggetemi da questo prete!

 

DOMINGO (scambiando un’occhiata piena d’imbarazzo col duca d’Alba)

Se avessimo saputo prima che questa notizia doveva ritorcersi contro chi ne era latore…

 

RE

Una bastarda, allora? Voi affermate che ero appena sfuggito alla morte quando ella seppe che sarebbe stata madre? Ma non avvenne quando voi avevate indetto solenni ringraziamenti a San Domenico in tutte le chiese per il miracolo che aveva fatto ridandomi la vita? Ciò che è stato allora un miracolo adesso non è più niente? Evidentemente mi avete ingannato allora o mi state ingannando oggi. Cosa volete farmi credere? Oh, io penetro nelle vostre anime: se allora l’intrigo fosse stato messo perfettamente a punto, il santo ci avrebbe perduto in popolarità!

 

ALBA

Intrigo?

 

RE

Vorreste farmi credere che vi siete meravigliosamente trovati d’accordo nell’esprimere lo stesso giudizio senza esservi consultati in precedenza? Credete che non abbia notato con quale perverso accanimento avete assalito la vostra preda? E con quale piacere vi cibate del mio sdegno e del mio dolore? Credete che non abbia colto l’infernale avidità del duca di impadronirsi del favore destinato a mio figlio? E di come il degno ministro di Dio che si trova tra noi sia lieto di aver armato la sua ira miserabile con l’arma gigantesca del mio furore? Credete proprio che non sia che un arco che potete tendere come vi pare e piace? Possiedo ancora una volontà personale… e se devo dubitare lasciate che cominci da voi.

 

ALBA

La nostra fedeltà non si attendeva una simile errata interpretazione!

 

RE

Fedeltà! La fedeltà vigila contro i delitti che ci minacciano, la vendetta ci parla di quelli che hanno avuto luogo. Rispondete: a cosa mi sono valsi i vostri servizi? Se quello che dite è vero, a me cosa rimane se non il doloroso scempio della separazione e il tristissimo trionfo della vendetta? No, voi avete solo paura, venite qui a lanciarmi in una ridda di supposizioni, mi lasciate sul ciglio dell’abisso e fuggite lontano.

 

DOMINGO

Dove l’occhio da solo non può sincerarsi, esistono altre prove?

 

RE (dopo una lunga pausa, rivolgendosi a Domingo con particolare gravità)

Voglio convocare i Grandi del mio regno e sedere personalmente ad amministrare la giustizia. Venite avanti, se avete il coraggio, ad accusarla d’adulterio! In tal caso, sarà condannata a morte… non avrà scampo, lei e l’infante moriranno. Ma badate bene: se riuscirà a dimostrare la sua innocenza, sarete voi a morire! Volete offrire un sacrificio di questa portata alla verità? Scegliete: lo volete o no? Piombate in silenzio? Quindi, non lo volete? Il vostro è lo zelo di chi mente!

 

ALBA (che è rimasto in silenzio in disparte, freddo e calmo)

Io lo voglio.

 

RE (si volta sorpreso e fissa il duca)

Tutto questo denota audacia. Ma, se ben mi ricordo, in battaglia avete messo a repentaglio la vostra vita per molto meno: l’avete messa in gioco con la leggerezza del giocatore di dadi per l’inutile ombra della gloria. Cos’è per voi la vita? No, io non voglio gettare il sangue regale in pasto al folle che coltiva l’unica speranza di mettere fine a un’esistenza mediocre con un gesto sublime! Io rifiuto il vostro sacrificio. Andate, andate nella sala delle udienze e rimanete in attesa di altri ordini.