(Consegna una lettera alla regina)

 

REGINA (dopo averla letta)

Dice che deve parlarmi.

 

MARCHESE

Lo dico anch’io.

 

REGINA

Lo renderà felice constatare coi suoi occhi che nemmeno io sono felice?

 

MARCHESE

No, ma vedervi lo stimolerà, accentuerà i suoi propositi.

 

REGINA

Come?

 

MARCHESE

Il duca d’Alba ha ricevuto il comando per le Fiandre.

 

REGINA

Ha avuto il comando, sì, l’ho sentito dire.

 

MARCHESE

Il re non può smentirsi, e tutti quanti conosciamo bene il re. Ma è altrettanto vero che il principe non deve restare ancora qui, no, non può, e che le Fiandre non devono essere sacrificate.

 

REGINA

Sareste capace di impedirlo?

 

MARCHESE

Sì, forse. Il mezzo è ancora più orribile del pericolo. È rischioso come la disperazione, ma non ne conosco altri.

 

REGINA

Confidatelo a me.

 

MARCHESE

A voi, solo a voi oso confidarlo, o mia regina. Solo da voi Carlos può udirlo, senza provare orrore. Certo il suo nome non ammette replica…

 

REGINA

Ribellione…

 

MARCHESE

Egli deve disobbedire al re, e andare in segreto a Bruxelles dove i fiamminghi lo aspettano a braccia aperte. A un suo cenno i Paesi Bassi si solleveranno. La buona causa diventerà invincibile se la guida il figlio del re. Le sue armi faranno vacillare il trono spagnolo. Ciò che il padre non gli concesse a Madrid, dovrà accordarglielo a Bruxelles.

 

REGINA

Gli avete parlato oggi, e siete di questa opinione?

 

MARCHESE

Proprio perché gli ho parlato oggi.

 

REGINA (dopo un attimo di pausa)

Il piano che mi avete esposto mi fa paura e, al tempo stesso, mi seduce. Credo che abbiate ragione. L’idea è di un’audacia inaudita, ed è questo che mi piace. Voglio che maturi poco alla volta. Il principe ne è a conoscenza?

 

MARCHESE

Avevo stabilito che la udisse per la prima volta dalle vostre labbra.

 

REGINA

Non c’è dubbio, è un’idea straordinaria. D’altra parte la giovane età del principe…

 

MARCHESE

Non ha importanza. Laggiù troverà sia Egmont che Orange, i prodi soldati dell’imperatore Carlo, tanto capaci nel consiglio del regno quanto temerari in campo aperto.

 

REGINA (con viva emozione)

No! L’idea è grande e bella! Il principe deve intervenire. Lo sento con tutte le mie forze. La parte che è obbligato a sostenere qui, a Madrid, mi umilia profondamente come se si trattasse di me stessa! Gli prometto la Francia e la Savoia. Condivido pienamente la vostra opinione, marchese, egli deve intervenire. Ma è un’impresa che costa molto denaro.

 

MARCHESE

È già pronto.

 

REGINA

Potrei provvedervi anch’io.

 

MARCHESE

Posso dargli buone speranze per un colloquio?

 

REGINA

Voglio pensarci ancora.

 

MARCHESE

Carlos vuole assolutamente una risposta, Maestà. Gli ho promesso di portargliela di persona. (Porgendo un libriccino d’appunti alla regina) Per ora due righe saranno più che sufficienti…

 

REGINA (dopo aver scritto)

Vi vedrò ancora?

 

MARCHESE

Quando me lo comanderete.

 

REGINA

Quando ve lo comanderò? Marchese! Come posso spiegarmi questa libertà?

 

MARCHESE

Nel modo più innocente. Godiamo di questa libertà, e basta. Questo, alla regina, deve bastare.

 

REGINA (interrompendolo)

Che gioia sarà per me, marchese, se rimanesse in piedi in Europa questo ultimo baluardo della libertà, e se sopravvivesse grazie a lui! Potete fare affidamento sul mio tacito assenso.

 

MARCHESE (con foga)

Sapevo che qui sarei stato compreso.

 

(La duchessa di Olivarez compare sulla soglia)

 

REGINA (al marchese, in tono formale)

Ciò che mi viene comunicato dal mio signore e sovrano è una legge per me. Tornate e rassicuratelo della mia totale sottomissione!

 

(Lo congeda con un cenno, il marchese esce)

 

Scena quarta

 

 

Galleria. Don Carlos, il conte di Lerma.

 

CARLOS

Qui non ci disturberà nessuno. Cosa avete da dirmi?

 

LERMA

Vostra Altezza aveva un amico a corte.

 

CARLOS (stupito)

Qualcuno che non conosco! Spiegatevi, cosa volete dire?

 

LERMA

Vi chiedo scusa se sono venuto a sapere più del lecito. Ma Vostra Altezza può stare tranquilla: l’ho appreso da una fonte insospettabile, cioè da me stesso.

 

CARLOS

Di chi si tratta?

 

LERMA

È il marchese di Posa…

 

CARLOS

Allora?

 

LERMA

Se per caso dovesse venire a sapere sul conto di Vostra Altezza più di quanto è consentito, ed è ciò che temo…

 

CARLOS

Avete questo timore?

 

LERMA

È stato dal re.

 

CARLOS

E con ciò?

 

LERMA

Per due ore di fila in un colloquio a porte chiuse.

 

CARLOS

Veramente?

 

LERMA

Non hanno discusso di stupidaggini.

 

CARLOS

Lo credo bene.

 

LERMA

Principe, ho udito fare spesso il vostro nome.

 

CARLOS

Mi auguro non sia stato di cattivo auspicio.

 

LERMA

E stamani, nella camera da letto di Sua Maestà, si è parlato della regina in modo molto strano.

 

CARLOS (facendo qualche passo indietro)

Conte di Lerma…

 

LERMA

Quando il marchese si congedò, ricevetti l’ordine di lasciarlo entrare d’ora in poi senza preavviso.

 

CARLOS

Questa è una concessione notevole.

 

LERMA

Non ha precedenti, principe, da quando ricordo di essere al servizio del re.

 

CARLOS

È una cosa senza precedenti! Davvero! In che modo, ditemi, si è fatto il nome della regina?

 

LERMA (indietreggiando)

No, principe, no! Questo non rientra nel mio dovere.

 

CARLOS

Che procedura insolita! Prima mi dite una cosa e poi mi nascondete l’altra.

 

LERMA

La prima informazione la dovevo a voi, ma della seconda sono debitore al mio re.

 

CARLOS

Avete ragione.

 

LERMA

Ho sempre ritenuto il marchese un uomo d’onore.

 

CARLOS

Volete dire che l’avete conosciuto da vicino.

 

LERMA

Ogni virtù è immacolata… finché i nostri occhi non la esaminano scrupolosamente.

 

CARLOS

In alcuni casi, anche dopo averla esaminata.

 

LERMA

Il favore di un grande sovrano mi pare un problema su cui sia opportuno soffermarsi. A quell’uncino d’oro più di una virtù si è lacerata.

 

CARLOS

Indubbiamente.

 

LERMA

A volte è prova di saggezza svelare ciò che non si può più nascondere.

 

CARLOS

Sì, è proprio una prova di saggezza! Ma non dicevate di aver sempre ritenuto il marchese un uomo d’onore?

 

LERMA

Se lo è ancora, il mio dubbio non può scalfirlo. E voi, principe, ne guadagnate doppiamente.