Elizabeth Gaskell - Nord e Sud_by elena&Flo
Elizabeth Gaskell
Nord e Sud
PER LA PRIMA VOLTA IN ITALIANO IL CAPOLAVORO DELLA GRANDE SCRITTRICE INGLESE

Agartha 260
Nord e Sud inaugura la collana Atlantide che, con l'umiltà di un lavoro che si prefigge qualità e cura nei dettagli, ambisce a riempire i tasselli mancanti di un continente letterario sommerso. Le tessere sono in realtà già scritte, da qualche parte; noi le acciuffiamo e diamo solo la forma e l'ordine, portandole a galla. La spinta perché affiorino, è decisiva: i nostri cari, i nostri sostenitori, i nostri maestri, i nostri scrittori, ci insegnano il coraggio per farlo.
V.M. e L.R. J. CARSTAIRS
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"In fretta alle nozze"
“Edith!” disse Margaret dolcemente, “Edith!”
Ma, come Margaret aveva sospettato, Edith si era addormentata. Giaceva rannicchiata sul divano nel retro del salotto in Harley Street, e il suo aspetto era molto bello, rivestito con la mussola bianca e i nastri blu. Se Venere avesse indossato la mussola bianca e i nastri blu, e si fosse addormentata sul divano di damasco cremisi nel retro del salotto, avrebbe senz’altro potuto essere scambiata per lei. Margaret era stata colpita dalla bellezza sorprendente di sua cugina. Erano cresciute insieme sin dall’infanzia, durante la quale Edith si era distinta agli occhi di tutti, per la sua grazia; ma Margaret non aveva mai pensato a questo prima di quei giorni; era come se la prospettiva di perdere presto la sua compagnia, rafforzasse tutte le dolci qualità e il fascino che Edith naturalmente possedeva. Avevano parlato dell’abito da sposa e della cerimonia di nozze; del Capitano Lennox e di ciò che aveva detto a Edith riguardo la sua vita futura a Corfù, dove era stazionato il suo reggimento; della difficoltà di mantenere una buona accordatura al pianoforte (una difficoltà che Edith sembrava considerare come una delle più formidabili che potevano capitare nella sua vita coniugale), e di quale abito da sera avrebbe dovuto indossare nelle visite in Scozia, che sarebbero avvenute subito dopo il matrimonio; ma le sue parole sussurrate erano diventate via via sempre più sonnolente, e dopo una pausa di pochi minuti, nonostante il brusio della stanza accanto, come Margaret aveva immaginato, Edith si era raggomitolata in una morbida palla di mussola, di nastri e riccioli di seta, cadendo in un tranquillo sonnellino serale.
Margaret era sul punto di raccontare alla cugina di alcuni dei progetti e delle idee che aveva per la sua vita futura nella canonica del paese, dove suo padre e sua madre vivevano, e dove aveva trascorso delle luminose vacanze; così le definiva, avendo effettivamente considerato negli ultimi dieci anni, casa di sua zia Shaw come casa propria. Ma in mancanza d’un ascoltatore, si ritrovò a rimuginare sui cambiamenti della propria vita in un silenzio come mai prima di allora. Erano pensieri felici, anche se velati dal rammarico per essere separata per un tempo indefinito dalla sua dolce zia e dalla sua cara cugina. Mentre però rifletteva sulla gioia di ricoprire l’importante ruolo di unica figlia del Pastore di Helstone, stralci di conversazione provenienti dalla stanza accanto arrivarono alle sue orecchie. Sua zia Shaw stava conversando con le cinque o sei dame che avevano cenato lì, e i cui mariti si trovavano ancora nella sala da pranzo. Erano conoscenze abituali della casa; semplici vicini d’abitazione a dire il vero, che però la Signora Shaw definiva amici, per il semplice fatto che cenava con loro più frequentemente che con tutte le altre persone; e anche perché era ben consapevole che se lei o Edith avessero avuto bisogno di qualcosa da loro, o loro da lei, non si sarebbero fatti scrupolo a chiamarsi l’un l’altro, perfino un attimo prima del pranzo. Queste dame con i loro rispettivi mariti erano stati invitati, in qualità di amici, a una cena d’addio in onore dell’imminente matrimonio di Edith. Edith contrariata, aveva obbiettato a tale disposizione, visto che l’arrivo in treno del Capitano Lennox non era previsto che in tarda serata; ma, sebbene fosse stata molto viziata, era troppo distratta e pigra per esercitare la sua volontà, e lo dimostrò quando scoprì che sua madre non si era adoperata a ordinare quelle prelibatezze fuori stagione che sempre dovrebbero essere servite contro il dolore smodato alle cene d’addio. Sembrò appagata semplicemente dall’appoggiarsi allo schienale della sedia, dal giocare con il cibo nel suo piatto, con sguardo grave e assente, mentre tutti intorno a lei si stavano godendo gli aneddoti del Signor Grey, un gentiluomo che spesso sedeva a capotavola alle cene della Signora Shaw, e che incitava Edith a deliziarli con un po’ di musica. Il Signor Grey si era dimostrato particolarmente gradevole a quella cena d’addio, per questo i gentiluomini si erano trattenuti nella sala più a lungo del solito. Era andato tutto molto bene – a giudicare dai frammenti di conversazione che Margaret era riuscita a sentire.
“Ho sofferto così tanto; non che non fossi estremamente felice con il povero caro Generale, ma la nostra differenza d’età è stata un tale svantaggio, nel quale non avrei mai permesso si ritrovasse la mia Edith. Certamente, senza alcuna parzialità materna, avevo previsto che la mia cara bambina fosse incline a sposarsi presto; anzi, avevo spesso detto che ero certa che si sarebbe maritata prima del compimento dei diciannove anni. Ho avuto una sensazione profetica quando il Capitano Lennox…” – e qui la voce le si ridusse a un sussurro, ma Margaret poté facilmente immaginare il resto. Gli eventi che portarono al vero amore di Edith furono estremamente agevoli. La Signora Shaw aveva presto abbandonato il presentimento, così s’espresse, per sollecitare il matrimonio, anche se questo era al di sotto delle aspettative che molti conoscenti di Edith prospettavano per lei, un’ereditiera così giovane e carina. Ma la Signora Shaw desiderava che la sua unica figlia si sposasse per amore, - e sospirò questa frase con enfasi, come a voler sottolineare che non era stato l’amore il motivo per il quale lei aveva sposato il Generale. Effettivamente la Signora Shaw era felice del corteggiamento e del regalo di fidanzamento, molto più di sua figlia. Non che Edith non fosse accuratamente e correttamente innamorata, semplicemente avrebbe preferito una bella casa a Belgravia, invece della pittoresca vita che il Capitano Lennox le prospettava a Corfù. Molte descrizioni facevano avvampare Margaret durante l’ascolto, mentre Edith faceva finta di tremare e rabbrividire; in parte per il piacere di riuscire a sorvolare le proprie antipatie grazie al suo amore appassionato, e in parte perché veramente solo l’ascoltare storie d’una zingara o di vite di fortuna, era davvero tedioso per lei. Eppure se qualcuno si fosse presentato con una bella casa, con una bella tenuta, e con un bel titolo, Edith sarebbe rimasta aggrappata al suo Capitano Lennox, resistendo alla tentazione; e quando l’occasione sarebbe passata, v’era la possibilità che le venissero degli scrupoli e un po’ di malcelato rammarico, ammettendo che il Capitano Lennox non poteva contenere nella sua unica persona, tutto ciò che vi è di desiderabile in un uomo.
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