Adesso lei si sentiva così, stordita, incapace di riacquisire la padronanza di sé stessa, sufficiente per entrare nella conversazione banale tra suo padre e il Signor Lennox. Era pensierosa e poco disposta a parlare; si domandava quando il Signor Lennox se ne sarebbe andato, e desiderava ardentemente rilassarsi e riflettere sugli eventi dell’ultimo quarto d’ora.
Lui era ansioso di congedarsi, almeno quando lo era lei di vederlo partire; ma quei pochi minuti di conversazione banale, portati avanti con sforzo, erano un sacrificio che doveva alla sua vanità mortificata, e al rispetto di sé stesso. Ogni tanto gettava un’occhiata verso il viso pensieroso e triste di Margaret.
“Non le sono così indifferente come crede” pensò. “Non devo perdere la speranza”.
In meno di mezzora tutto finì, la conversazione divenne tranquilla e divertente, parlarono della vita di Londra e della vita di campagna, e il Signor Lennox cercò di farsi perdonare i suoi sarcasmi passati. Il Signor Hale sembrava perplesso. Il suo visitatore era un uomo completamente diverso da quello che aveva conosciuto al pranzo di nozze – un uomo più leggero, più intelligente, più mondano, e come tale, completamente differente dal Signor Hale. Fu un sollievo per tutti e tre quando il Signor Lennox disse che doveva congedarsi immediatamente, se voleva riuscire a prendere il treno delle cinque. L’accompagnarono in casa per salutare la Signora Hale, e si augurarono ogni bene. Ma all’ultimo momento il Signor Lennox cedette, mostrando nuovamente i suoi sentimenti.
“Margaret, non mi disprezzate ve ne prego! Ho un cuore, vedete che non resisto a non parlarvi. Non riesco ad odiarvi – nonostante il disprezzo con cui mi avete ascoltato nell’ultima mezzora - e questo dimostra che vi amo più che mai. Addio Margaret! Addio!”.
iv
Dubbi e difficoltà
Se n'era andato. La casa era stata chiusa per la notte e non si vedevano più cieli azzurri o tinte d’ambra e cremisi. Margaret andò presto a cambiarsi per il tè, e trovò Dixon più indaffarata del solito, a causa della visita che aveva reso la giornata impegnativa un po’ per tutti. Spazzolò con fretta i capelli di Margaret, con la scusa d’essere attesa dalla Signora Hale. Eppure, nonostante questo, Margaret dovette attendere a lungo in salotto prima di veder scendere sua madre. Si sedette da sola davanti al camino, illuminata dalla lieve luce delle candele sul tavolo dietro di lei, pensando alla giornata appena trascorsa, alla piacevole passeggiata, ai bei disegni, all’allegro e lieto pranzo, e poi al disagio, per quella spiacevole conversazione in giardino.
Quanto erano diversi gli uomini dalle donne! Ora lei era turbata e infelice, perché il suo primo istinto non le aveva suggerito altro che rifiutarlo; mentre lui, solo dopo pochi minuti aver subìto il rigetto per ciò che aveva di più profondo, facendole la proposta più sacra della sua vita, era tornato a parlare con noncuranza degli abiti, del successo, di tutti gli accorgimenti necessari per una buona casa, della società intelligente e piacevole, che apertamente dichiarava come unico oggetto dei suoi desideri. Oh caro! Invero avrebbe potuto amarlo solo se fosse stato diverso, decisamente diverso, più riflessivo, e senz’altro assai più profondo. Poi sospettò che, dopotutto, l’improvvisa leggerezza che lui aveva manifestato, fosse una maschera per coprire l’amarezza e la delusione, che dovevano essersi impresse nel suo cuore, quando il suo amore era stato rifiutato.
Sua madre entrò nella stanza prima che questo turbinio di pensieri trovassero un ordine logico. Margaret cercò di scrollarsi di dosso i ricordi di quanto era stato fatto e detto tutto il giorno, e si mise ad ascoltare le lamentele di Dixon, per il fatto che la coperta utilizzata per stirare era stata bruciata di nuovo, e sorrise dell’incontro di Dixon con Susan Lightfoot, che mostrava apertamente fiori finti sulla sua cuffietta, dando così prova d’essere terribilmente altezzosa e vanitosa. Il Signor Hale sorseggiò il tè in un silenzio astratto; Margaret cercava di trovar risposta alle proprie incertezze. Si chiese come fosse possibile che suo padre e sua madre fossero così smemorati! Nonostante il Signor Lennox avesse passato l’intera giornata con loro, non lo menzionarono per tutta la sera. Le era sfuggito ch’egli non aveva fatto alcuna offerta per le opere di carità.
Dopo il tè il Signor Hale s’alzò, e rimase con il gomito appoggiato alla mensola del camino, reggendosi la testa con una mano, meditando su qualcosa, sospirando profondamente di tanto in tanto. La Signora Hale andò a consultarsi con Dixon riguardo alcuni indumenti invernali da destinare ai poveri. Margaret si mise a preparare i lavori di lana per sua madre, non contenta della lunga serata che l’attendeva, desiderando andare a letto, dove almeno avrebbe dimenticato gli eventi del giorno.
“Margaret!” la chiamò il Signor Hale, in un modo così improvvisamente disperato, che lei s’impensierì. “Quel lavoro di maglia è così impellente? Voglio dire, potete lasciarlo e accompagnarmi nel mio studio? Desidero comunicarvi qualcosa di molto penoso per tutti noi”.
“Molto penoso per tutti noi…”. Il Signor Lennox non aveva avuto l’opportunità d’avere una conversazione privata con suo padre dopo il suo rifiuto, altrimenti sarebbe stata davvero una conversazione molto penosa. In primo luogo, Margaret si sentiva in colpa e si vergognava per essere diventata così in fretta una donna capace d’attrarre gentiluomini verso il matrimonio; secondo di poi, non sapeva se suo padre sarebbe stato dispiaciuto che aveva scelto da sola di rifiutare la proposta del Signor Lennox, senza consultarlo. Ma sentiva che presto avrebbe scoperto che non era successo niente, e che stava semplicemente alimentando complicati pensieri, così s’alzò per andare a parlare con suo padre. S’allungò per prendergli una sedia; lui si muoveva nervosamente davanti alle candele, tanto che il suo movimento agitato le spense, e sospirò una o due volte prima di decidersi a dire quello che doveva – e quelle parole gli uscirono come un’esplosione -.
“Margaret! Sto per lasciare Helstone!”.
“Lasciare Helstone, papà! Di che cosa state parlando? Perché?”.
Il Signor Hale rimase in silenzio per un minuto o due. Sistemò alcune carte sul tavolo in modo nervoso e confuso, aprendo la bocca diverse volte per parlare, ma richiudendola senza trovare il coraggio di pronunciare una parola.
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