Ah, signori, Dio governa tutto a suo piacere, e, contro la fortuna avversa un carrettiere ruppe buffetti la sua frusta. Fu al ritorno dalla Bicocca, quando Mastro Antito delle Crescioniere, s’addottorò in ogni grossezza, come dicono i canonisti: Beati lourdes, quoniam ipsi trebuchaverunt. Ma ciò che fa la quaresima così alta, per San Fiacre della Brie, non è altro che

 

La Pentecoste

Che mai non viene senza che mi coste:

 

ma :

 

arri, giumento,

Un po’ di pioggia abbatte il più gran vento.

 

Inteso che il gendarme non mise così alto il bersaglio al tiro che il cancelliere non si leccasse circolarmente le dita impiumate di penna d’oca maschio, e noi vediamo chiaramente che ciascuno se la prende col naso, salvoché non si guardasse in prospettiva cogli occhi volti verso il camino, nel luogo dove pende l’insegna del vino da quaranta cinghie, che sono necessarie a venti basti di dilazione. O almeno chi non vorrebbe sguinzagliar l’uccello davanti alla torta piuttosto che scoprirlo, poiché spesso la memoria si perde quando uno si calza a rovescio. Orsù, Dio salvi del male Tibaldo Mitaine!

- Adagio, amico mio, adagio, interruppe Pantagruele, parlate con moderazione e senza collera. Ho capito il caso; proseguite.

- Veramente, disse il signore di Baciaculo, è giusto ciò che si dice esser bene avvisare talora le persone, poiché uomo avvisato è mezzo salvato. Ora, signore, proseguì Baciaculo, la detta donnicciuola mormorando le sue antifone: Gaude e audi nos, non può coprirsi d’un falso rovescione ascendente in virtù, perbacco, dei privilegi dell’università, se non per ben lavarsi all’inglese, coprendolo con un sette di quadri, e tirandogli una stoccata volante proprio vicino alla posizione dove si vende la vecchia stoffa, come usano fare i pittori fiamminghi quando vogliono a buon diritto ferrare le cicale; ed io stupisco come la gente non faccia ova visto che sa così ben covare.

A questo punto il signore di Fiutascoregge interloquì volendo rettificare qualche cosa; ma Pantagruele lo rimbrottò:

- Come mai, ventre di Sant’Antonio! ti permetti di parlare senza autorizzazione? Io son qui che mi affanno a intendere la procedura della controversia e tu vieni ancora a rompermi le scatole? Silenzio, per tutti i diavoli, silenzio! Parlerai quanto ti pare quando l’altro avrà finito. Continuate, disse a Baciaculo, e non abbiate fretta.

- Vedendo dunque, proseguì Baciaculo,

 

Che di ciò non fea menzione

La prammatica sanzione,

 

e che il papa dava a ciascuno specifica libertà di scorreggiare a suo agio, se il bianchetto non fosse rigato, per quanto sia grande la povertà al mondo, purché uno non si segnasse colla mano mancina dei ribaldi, l’arcobaleno foggiato di fresco a Milano per sbocciare le allodole consentì che la buona donna scuotesse le sciatiche per la protesta de pesciolini coglioni che erano allora necessari a intendere la costruzione dei vecchi stivali. Gianvitello pertanto, suo cugino Gervasio riscosso dalla legna da bruciare, le consigliò che non si rischiasse a quest’avventura di lavare la melma fregatoria senza prima dar l’allume alla carta fintanto che pille, nade, soque, fore: poiché

 

Non de ponte vadit

Qui cum sapientia cadit,

 

considerato che i signori della Corte dei Conti non convenivano nella intimazione dei flauti alemanni coi quali avevan fabbricato Gli occhiali dei principi stampati di recente ad Anversa. Ed ecco, signori, che fa una cattiva relazione, e credo alla parte avversa, in sacer verbo dotis. Poiché volendo ottemperare al volere del re, mi ero armato da capo a piedi d’una quadratura di ventre per andare a vedere come i miei vendemmiatori avessero tagliuzzato i loro gran berretti per meglio suonar le nacchere; infatti era il tempo alquanto pericoloso della cacarella, onde parecchi franchi arcieri erano stati rifiutati alla mostra nonostante che i camini fossero abbastanza alti secondo la proporzione della giarda e delle malandre dell’amico Baudichon. E, in questo modo fu una grande annata di conchiglie nell’Artois, e non fu piccolo emendamento per i signori portatori di gerle, quando si mangiava senza sguainare i galligrù a ventre sbottonato. E, che ciascuno, secondo il mio volere, avesse anche bella voce: meglio si giocherebbe al pallone e le piccole finezze che si ottengono etimologizzando gli zoccoli, discenderebbero più agevolmente alla Senna, per servir sempre al ponte dei Mugnai, come un tempo fu decretato dal re delle Canarie, e il decreto si trova ancora in questa cancelleria qua dentro. Perciò, signore, io faccio istanza che sul caso sia detto e dichiarato da Vostra Signoria ciò che di ragione, con spese, danni e interessi.

- Amico, disse allora Pantagruele, desiderate aggiungere più nulla?

- No, signore, rispose Baciaculo, giacché ne ho detto tutto il tu autem, senza, sull’onor mio, nulla deformare.

- A voi dunque, disse Pantagruele, signor di Fiutascorregge, dite ciò che credete, e siate breve, senza nulla tralasciare tuttavia di ciò che servirà alla causa.

 

CAPITOLO XII.

 

Come qualmente il signore di Fiutascorregge perorò davanti a Pantagruele.

 

Allora cominciò il signore di Fiutascorregge, nel modo che segue:

- Signore, signori, se l’iniquità degli uomini fosse vista colla stessa facilità di giudizio categorico, come vedonsi mosche in latte, il mondo, in nome di quattro buoi! non sarebbe tanto roso dai sorci com’esso è, e vi sarebbero sulla terra molte orecchie che ne sono state divorate troppo vilmente. Infatti, benché tutto ciò che ha detto la parte avversa sia verissimo quanto alla lettera e storia del factum, tuttavia, signori, sotto il vaso di rose, ci stanno nascosti la finezza, l’imbroglio, i rampini.

Devo io tollerare che mentre mangio la mia zuppa senza pensare né dir male d’alcuno, mi vengano a rompere le scatole e a intronare il cervello sonandomi l’antifona e dicendo:

 

Chi mangiando zuppa beve,

Dopo morto non ci vede.

 

E, santa madonna, quanti grandi capitani non abbiamo visto in pieno campo di battaglia quando si davano gli scapaccioni del pane benedetto della confraternita per dondolarsi più bellamente, strimpellare il liuto, suonar di culo e far saltellini sulla piattaforma colle loro scarpette tagliate a barba di gambero ? Ma ora il mondo è tutto libero e sciolto dai lucchi di Leicester; l’uno si dà all’orgia, l’altro cinque quattro e due, e se la Corte non vi pone rimedio sarà un cattivo spigolare quest’anno, oppure farà dei bicchieri. Se un povero diavolo va ai bagni per farsi istoriare il muso di sterco vaccino, o a comprare stivali d’inverno e i gendarmi o quelli della ronda ricevono sui loro tabernacoli o la pozione d’un clistere o la materia fecale d’un bugliolo, dovrebbesi per questo limare i testoni o fricassare scud…elle di legno? Talora noi pensiamo una cosa ma Dio ne fa un’altra e quando il sole è tramontato tutte le bestie sono all’ombra. Non voglio essere creduto se non lo provo gagliardamente con gente di piena luce.

L’anno trentasei, avevo comprato un cortalto di Germania, alto e corto d’assai buona lama e tinto in grana come garantivano gli orefici: tuttavia il notaio vi mise i suoi etcetera. Io non son punto una scienza da prendere la luna con i denti; ma nel vaso del burro dove si sigillavano gli strumenti di Vulcano correva voce che il manzo salato facesse trovare il vino senza candela di piena mezzanotte, foss’anche nascosto in fondo a un sacco di carbonaio gualdrappato e bardato in tutto punto, col frontale e i gambali richiesti a ben fricassar l’arrosto, cioè a dire testa di castrato. Ed è ben vero il proverbio che dice: fa buon vedere vacche nere in bosco bruciato quando si fa all’amore. Feci consultare su questa materia i signori uomini di scienza ed essi risolsero e conclusero, per frisesomorum che nulla è sì confacente quanto il falciar l’estate in cantina ben guarnita di carta e inchiostro di penne e temperino di Lione sul Rodano, tarabin tarabas: poiché non appena un’armatura puzza d’aglio, la ruggine le mangia il fegato, e poi non fa che ribellarsi al torcicollo fiuterellando il sonnellino dopo pranzo. Ed ecco perché il sale è tanto caro.

Non crediate, signori, che al tempo in cui la buona donna ingoiò il palettone per meglio rinforzare il ricordo del gendarme e che le interiora buddinali tergiversarono per le borse degli usurai, nulla fu più indicato per difendersi dai cannibali che prendere una resta di cipolle legata con trecento Avez Mariatz e alcun poco di reti di vitello della miglior lega che possiedano gli alchimisti, ben spalmare e calcinare le pantofole pian pian bel bello, con una buona salsa di rastrello e nascondersi in qualche tana di talpa, salvando sempre le trippe. E se il dado non vuol altro rispondere che doppio asse, o doppio tre ecc. mettete la dama in un cantuccio del letto e palleggiatela qua e là turututela turututà e bevete a fondo, depiscando grenoillibus, a piena gola; e riservatevi per le ochette all’ingrasso che si divertono al gioco del fochetto, attendendo di battere il metallo e scaldar la cera ai bevitori di birra. Gli è vero che i quattro buoi di cui si parla avevano la memoria un po’ corta; tuttavia per saper la gamma, non temevano marangone né anitra savoiarda, e la buona gente della mia terra ne traeva buona speranza dicendo: “questi figliuoli diventeranno grandi in algebra e ciò sarà per noi una rubrica di diritto”. Non è possibile che ci sfugga il lupo, facendo le siepi al di sopra del mulino a vento del quale ha parlato la parte avversa. Ma il gran diavolo n’ebbe invidia e mise gli Alemanni pel di dietro che fecero diavoli da bere: Her! tringue, tringue! das is, cotz, fretorum bigot paupera guerra fuit . E mi stupisco forte come gli astrologi si perdano tanto nei loro astrolabii e almicantari. Poiché non v’è alcuna verosimiglianza affermando che a Parigi una gallina di paglia ch’ova fa sul Piccolo Ponte e fossero pure crestate quanto upupe di palude, salvoché veramente, non si sacrificassero le pompette dell’inchiostro di fresco spremuto di lettere versali, o corsive, per me è lo stesso, purché la stringhetta non vi generi i vermi.

E posto il caso che, all’accoppiamento dei cani correnti, le scimiettine avessero dato un suon di corno prima che il notaio avesse consegnato la sua relazione per arte cabalistica, non ne segue perciò (salvo il miglior giudizio della Corte) che sei pertiche di prato, di quelle abbondanti facessero tre balle di fino inchiostro senza soffiare al bacino, considerato che ai funerali del re Carlo si trovavano in pieno mercato le pelli per

 

sei bianchi, intendo, nel giurar di lana.

 

E vedo di consueto, in tutte le buone cornamuse, che quando si va alla posta, facendo tre giri di scopa pel camino e insinuando il proprio nome, non si fa che sforzare i reni e soffiare al culo, se per avventura fosse troppo caldo, e birilli e bilie,

 

tosto appena le lettere vedute,

le sue vacche gli furono rendute.

 

E ne fu dato eguale decreto alla martingala l’anno diciassette per il mal governo di Louzefoigerouse, a cui piacerà alla Corte porre attenzione.

Io non dico veramente che non si possa per equità spossessare in giusto titolo quelli che berrebbero acqua benedetta come si fa d’una taglia di tessitore, onde si fanno le suppositorie a quelli che non vogliono far merenda se non a buon gioco buon danaro. Tunc, signori, quid juris pro minoribus? Poiché l’usanza comune della legge salica è tale che il primo butta fuoco che affronta la vacca, che soffia il naso in pieno canto di musica, senza solfeggiare i punti del ciabattino, deve, in tempo di baldoria, sublimare la penuria del suo membro con la mu…sica colta durante la noia della messa di mezzanotte per tirare il collo a quei vini bianchi dell’Angiò che danno lo sgambetto alla moda di Bretagna. Concludendo come sopra con spese, danni e interessi”.