E cosí d’anno in anno, e di ministro In ministro, io mi scarco
Del centro destro su ’l centro sinistro, 75
E ’l mio lunario sbarco:
Fin che il Sella un bel giorno, al fin del mese, Dato un calcio a la cassa, Venda a un lord archeologo inglese L’augusta mia carcassa.
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12 Novembre 1871.
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Letteratura italiana Einaudi Giosue Carducci - Giambi ed epodi XXIII.
giuseppe mazzini
Qual da gli aridi scogli erma su ’l mare Genova sta, marmorëo gigante, Tal, surto in bassi dí, su ’l fluttuante Secolo, ei grande, austero, immoto appare.
Da quelli scogli, onde Colombo infante 5
Nuovi pe ’l mar vedea mondi spuntare, Egli vide nel ciel crepuscolare Co ’l cuor di Gracco ed il pensier di Dante La terza Italia; e con le luci fise A lei trasse per mezzo un cimitero, 10
E un popol morto dietro a lui si mise.
Esule antico, al ciel mite e severo Leva ora il volto che giammai non rise,
– Tu sol – pensando – o ideal, sei vero.
2 Febbraio 1872.
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Letteratura italiana Einaudi Giosue Carducci - Giambi ed epodi XXIV.
alla morte di giuseppe mazzini Quando – Egli è morto – dissero, Io, che qui sola eterna
Credo la morte, un fremito Correr sentii l’interna
Vita ed al cuore assiderarmi un gel.
5
Immortal lui credeva. E gli occhi torbidi Volsi, chiedendo e dubitando, al ciel.
Ei che d’Italia a l’anime
Fu quel ch’a i corpi il sole, Del quale udiva io parvolo 10
Mirabili parole
Sí come d’un fatidico
Spirito tra il passato e l’avvenir, Egli il cui nome appresermi Con quel d’Italia, ei non potea morir.
15
Guardai. D’Italia stavano
Le ville i templi i fòri,
Da le sue torri a l’aure
Splendeano i tre colori,
Fremeano i fiumi i popoli
20
Ed i pensier con onda alterna, il sol Rideva a l’alpi al doppio mare a l’isole Come pur ieri… Ed era morto ei sol.
Passato era de i secoli
Nel dí trasfigurante,
25
A i mondi onde riguardano
Camillo e Gracco e Dante,
Grandi ombre con immobili
Occhi di stelle a le fluenti età, 71
Letteratura italiana Einaudi Giosue Carducci - Giambi ed epodi E riposa Cristoforo
30
Colombo e Galileo contempla e sta.
… … … … … . .
12 Marzo 1872.
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Letteratura italiana Einaudi Giosue Carducci - Giambi ed epodi XXV.
a un heiniano d’italia
Quando a i piaceri in mezzo od a i tormenti Arrigo Heine crollava
La bionda chioma ed a i tedeschi venti Le sue strofe gittava,
E le furie e le grazie de la prosa 5
Folli feroci e schiette
Ei liberava da la man nervosa Qual gruppo di saette,
L’ombra del suo pensiero, ombra di morte, Da i suon balzava fuora,
10
E con la scure in man battea le porte Gridando – È l’ora, è l’ora! –
Dal viso del poeta atroce e bello Pendea, ridendo, il dio
Thor, e chiedea, brandendo il gran martello, 15
– Ch’io picchi, o figliuol mio? –
Sotto il vento de’ cantici immortali Piegavano croscianti
Le selve de le vecchie cattedrali Con le lor guglie e i santi: 20
Rintoccava, da i culmini ondeggiando, A morto ogni campana,
E Carlo Magno s’avvolgea tremando Nel lenzuol d’Aquisgrana.
Quando toccate, o tisicuzzo, voi 25
Il chitarrin cortese,
73
Letteratura italiana Einaudi Giosue Carducci - Giambi ed epodi Mugghian d’assenso tutti i serbatoi Del mio dolce paese.
Le canzonette, assettatuzze e matte, Ed isgrammaticate
30
Borghesemente, fan cagliare il latte E tremar le giuncate.
Deh, come erra fantastico il belato Vostro via per l’acerba
Primavera! O montone, al prato, al prato!
35
O agnello, a l’erba, a l’erba!
Il garofolo giallo e la viola Vi sorridon gl’inviti:
Ah ghiottoncello, a voi fanno piú gola I cavoli fioriti?
40
Brucate, ruminate, meriggiate E belate a i pastori;
E, se potete, i bei cornetti armate Pe’ i lascivetti amori.
Con due scambietti poi l’ebete grifo 45
Ponete, oh voi beato!,
Su le ginocchia a Cloe, se non ha schifo Del puzzo di castrato.
Giugno 1872.
74
Letteratura italiana Einaudi Giosue Carducci - Giambi ed epodi XXVI.
per il quinto anniversario della battaglia di mentana Ogni anno, allor che lugubre L’ora de la sconfitta
Di Mentana su’ memori
Colli volando va,
I colli e i pian trasalgono 5
E fieramente dritta
Su i nomentani tumuli
La morta schiera sta.
Non son nefandi scheletri; Sono alte forme e belle,
10
Cui roseo dal crepuscolo
Ondeggia intorno un vel:
Per le ferite ridono
Pie le virginee stelle,
Lievi a le chiome avvolgonsi 15
Le nuvole del ciel.
– Or che le madri gemono
Sovra gl’insonni letti,
Or che le spose sognano
Il nostro spento amor,
20
Noi rileviam dal Tartaro
I bianchi infranti petti,
Per salutarti, o Italia,
Per rivederti ancor.
Qual ne l’incerto tramite
25
Gittava il cavaliero
Il verde manto serico
De la sua donna al piè,
75
Letteratura italiana Einaudi Giosue Carducci - Giambi ed epodi Per te gittammo l’anima
Ridenti al fato nero;
30
E tu pur vivi immemore
Di chi moria per te.
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