Benedice la corona del figliuol di San Luigi Quel che giacque sotto il piombo del comune di Parigi.65
Tristi cose. Al men tuo padre (son cortesi i giacobini) Nel palchetto d’un teatro morí al suon de’ violini.
Coprí l’onda de l’orchestra la real confessïone, Salí Cristo in sacramento tra le maschere al veglione.
Farem gala a quel teatro noi borbonica tregenda: 70
Da quel palco (Iddio ti salvi!) muove, o re, la tua leggen-da. –
Cosí strilla sghignazzando via pe’l grigio aere la scorta.
Ma cavalca il quinto Enrico dritto e fermo in vèr la porta.
Su la porta di Parigi co ’l bacile d’oro in mano A l’omaggio de le chiavi sta parato un castellano.
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Letteratura italiana Einaudi Giosue Carducci - Giambi ed epodi Ei non guarda, non fa cenno di saluto, non procede: Un’antica e fatal noia su le grosse membra siede.
Erto il capo e ’l guardo teso, ma l’orgoglio non vi raggia: Una tenue per il collo striscia rossa gli viaggia.
Non pare ordine o collare che il re doni al suo fedele: 80
Non è quel di San Luigi, non è quel di San Michele.
Al passar d’Enrico, ei muove a test’alta e regalmente; Fende in mezzo il gran corteggio: ciascun vede e niun lo sente.
È a la staffa già d’Enrico; ma non piega ad atto umíle, E tien dritto e fermo il collo mentre leva su il bacile. 85
– Ben ne venga mio nipote, l’ultim’uom de la famiglia!
Queste chiavi ch’io ti porgo fûr catene a la Bastiglia.
Tali al Tempio io le temprava. – Con l’offerta fa l’inchino Ed il capo de l’offrente rotolava nel bacino; Ed il capo di Luigi con l’immobile occhio estinto 90
Boccheggiante nel bacino riguardava Enrico quinto.
Ottobre 1874.
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Letteratura italiana Einaudi Giosue Carducci - Giambi ed epodi XXIX.
a proposito del processo fadda I.
Da i gradi alti del circo ammantellati Di porpora, esse ritte
Ne i lunghi bissi, gli occhi dilatati, Le pupille in giú fitte,
Abbassavano il pollice nervoso De la mano gentile.
Ardea tra bianche nuvole estuoso Il sol primaverile
Su le superbe, e ne la nera chioma Mettea lampeggiamenti.
Fremea la lupa nutrice di Roma Ne i lor piccoli denti,
Bianchi, affilati, tra le labbra rosse Contratte in fiero ghigno.
Un selvatico odor su da le fosse Vaporava maligno.
Era il sangue del mondo che fervea Con lievito mortale,
Su cui provava già Nemesi dea Al vol prossimo l’ale.
E le nipoti di Camilla, pria Di cedere le mani
A i ferri, assaporavan l’agonia De’ cerulei Germani.
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Letteratura italiana Einaudi Giosue Carducci - Giambi ed epodi II.
Voi sgretolate, o belle, i pasticcini Tra il palco e la galera;
Ed intente a fornir di cittadini La nuova italica èra,
Studiate, e gli occhi mobili dan guizzi 5
Di feroce ideale,
Gli abbracciamenti de’ cavallerizzi Tra i colpi di pugnale;
E palpate con gli occhi abbracciatori Le schiene ed i toraci,
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Mentre rei gerghi tra sucidi odori Testimonian su i baci.
Poi, se un puttin di marmo avvien che mostri Qualcosellina al sole,
Protesterete con furor d’inchiostri, 15
Con fulmin di parole.
E pur ieri cullaste il figliuoletto Tra i notturni fantasmi
Co ’l piè male proteso fuor del letto Ne gli adulteri spasmi.
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Ma voi siete cristiane, o Maddalene!
Foste da’ preti a scuola.
Siete moderne! avete ne le vene L’Aretino e il Loiola.
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