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Letteratura italiana Einaudi Giosue Carducci - Giambi ed epodi XXX.

il canto dell’amore

Oh bella a’ suoi be’ dí Rocca Paolina Co’ baluardi lunghi e i sproni a sghembo!

La pensò Päol terzo una mattina Tra il latin del messale e quel del Bembo.

– Quel gregge perugino in tra i burroni 5

Troppo volentier – disse – mi si svia.

Per ammonire, il padre eterno ha i tuoni, Io suo vicario avrò l’artiglieria.

Coelo tonantem canta Orazio, e Dio Parla tra i nembi sovra l’aquilon.

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Io dirò co’ i cannoni: O gregge mio, Torna a i paschi d’Engaddi e di Saron.

Ma, poi che noi rinnovelliamo Augusto, Odi, Sangallo: fammi tu un lavoro Degno di Roma, degno del tuo gusto, 15

E del ponteficato nostro d’oro. –

Disse: e il Sangallo a la fortezza i fianchi Arrotondò qual di fiorente sposa: Gittolle attorno un vel di marmi bianchi, Cinse di torri un serto a l’orgogliosa.

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La cantò il Molza in distici latini; E il paracleto ne la sua virtú Con piú che sette doni a i perugini In bombe e da’ mortai pioveva giú.

Ma il popolo è, ben lo sapete, un cane, 25

E i sassi addenta che non può scagliare, 84

Letteratura italiana Einaudi Giosue Carducci - Giambi ed epodi E specialmente le sue ferree zane Gode ne le fortezze esercitare; E le sgretola; e poi lieto si stende Latrando su le pietre ruinate, 30

Fin che si leva e a correr via riprende Verso altri sassi ed altre bastonate.

Cosí fece in Perugia. Ove l’altera Mole ingombrava di vasta ombra il suol Or ride amore e ride primavera, 35

Ciancian le donne ed i fanciulli al sol.

E il sol nel radïante azzurro immenso Fin de gli Abruzzi al biancheggiar lontano Folgora, e con desio d’amor piú intenso Ride a’ monti de l’Umbria e al verde piano.

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Nel roseo lume placidi sorgenti I monti si rincorrono tra loro, Sin che sfumano in dolci ondeggiamenti Entro i vapori di viola e d’oro.

Forse, Italia, è la tua chioma fragrante 45

Nel talamo, tra’ due mari, seren, Che sotto i baci de l’eterno amante Ti freme effusa in lunghe anella al sen?

Io non so che si sia, ma di zaffiro Sento ch’ogni pensiero oggi mi splende, 50

Sento per ogni vena irmi il sospiro Che fra la terra e il ciel sale e discende.

Ogni aspetto novel con una scossa D’antico affetto mi saluta il core, 85

Letteratura italiana Einaudi Giosue Carducci - Giambi ed epodi E la mia lingua per sé stessa mossa 55

Dice a la terra e a al cielo, Amore, amore.

Son io che il cielo abbraccio, o da l’interno Mi riassorbe l’universo in sé?…

Ahi, fu una nota del poema eterno Quel ch’io sentiva e picciol verso or è.

60

Da i vichi umbri che foschi tra le gole De l’Apennino s’amano appiattare; Da le tirrene acròpoli che sole Stan su i fioriti clivi a contemplare; Da i campi onde tra l’armi e l’ossa arate 65

La sventura di Roma ancor minaccia; Da le ròcche tedesche appollaiate Sí come falchi a meditar la caccia; Da i palagi del popol che sfidando Surgon neri e turriti incontro a lor; 70

Da le chiese che al ciel lunghe levando Marmoree braccia pregano il Signor; Da i borghi che s’affrettan di salire Allegri verso la cittade oscura, Come villani ch’hanno da partire 75

Un buon raccolto dopo mietitura; Da i conventi tra i borghi e le cittadi Cupi sedenti al suon de le campane Come cucúli tra gli alberi radi Cantanti noie ed allegrezze strane; 80

Da le vie, da le piazze glorïose, Ove, come del maggio ilare a i dí 86

Letteratura italiana Einaudi Giosue Carducci - Giambi ed epodi Boschi di querce e cespiti di rose, La libera de’ padri arte fiorí; Per le tenere verdi mèssi al piano, 85

Pe’ vigneti su l’erte arrampicati, Pe’ laghi e’ fiumi argentëi lontano, Pe’ boschi sopra i vertici nevati, Pe’ casolari al sol lieti fumanti Tra stridor di mulini e di gualchiere, 90

Sale un cantico solo in mille canti, Un inno in voce di mille preghiere:

– Salute, o genti umane affaticate!

Tutto trapassa e nulla può morir.

Noi troppo odiammo e sofferimmo. Amate.

95

Il mondo è bello e santo è l’avvenir. –

Che è che splende su da’ monti, e in faccia Al sole appar come novella aurora?

Di questi monti per la rosea traccia Passeggian dunque le madonne ancora?

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Le madonne che vide il Perugino Scender ne’ puri occasi de l’aprile, E le braccia, adorando, in su ’l bambino Aprir con deità cosí gentile?

Ell’è un’altra madonna, ell’è un’idea 105

Fulgente di giustizia e di pietà: Io benedico chi per lei cadea, Io benedico chi per lei vivrà.

Che m’importa di preti e di tiranni?

Ei son piú vecchi de’ lor vecchi dèi.

110

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Letteratura italiana Einaudi Giosue Carducci - Giambi ed epodi Io maledissi al papa or son dieci anni, Oggi co ’l papa mi concilierei.

Povero vecchio, chi sa non l’assaglia Una deserta volontà d’amare!

Forse ei ripensa la sua Sinigaglia 115

Sí bella a specchio de l’adriaco mare.

Aprite il Vaticano. Io piglio a braccio Quel di sé stesso antico prigionier.

Vieni: a la libertà brindisi io faccio: Cittadino Mastai, bevi un bicchier!

120

1877.

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Letteratura italiana Einaudi

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  • Giambi ed epodi
  • Edizione
  • Sommario
  • Prologo
  • Libro I
  • I - Agli amici della valle tiberina
  • II - Meminisse horret
  • III - Per eduardo corazzini
  • IV - Nel vigesimo anniversario
  • V - Il cesarismo
  • VI - Per Giuseppe Monti
  • I - Torpido fra la nebbia ed increscioso
  • II - E pur tu sei canuto: e pur la vita
  • III - Meglio cos�! Sangue de i morti, affretta
  • VII - Heu Pudor!
  • I - M�nte chi dice ch’ove il core avvampa
  • II - No. Vanni Fucci in faccia a Dio rubava
  • III - Da le tombe del pian che aprile infiora
  • VIII - Le nozze Del mare
  • IX - Via Ugo Bassi
  • X - Onomastico
  • XI - La Consulta Araldica
  • XII - Nostri Santi e nostri morti
  • XIII - In morte di Giovanni Cairoli
  • XIV - Per le nozze di Cesare Parenzo
  • XV - Ripresa
  • I - Avanti, avanti, o sauro destrier de la canzone!
  • II - Ahi, da’ primi anni, o gloria, nascosi del mio cuore
  • III - Avanti, avanti, o indomito destrier de gl’inni alato!
  • Libro II
  • XVI - A Certi censori
  • XVII - Per il lxxviii anniversario
  • XVIII - Per Vincenzo Caldesi
  • XIX - Oblii
  • XX - Io triumphe!
  • XXI - Versaglia
  • XXII - Canto dell’Italia
  • XXIII - Giuseppe Mazzini
  • XXIV - Alla morte di Giuseppe Mazzini
  • XXV - A un Heiniano d’Italia
  • XXVI - Per il quinto anniversario
  • XXVII - A messer cante Gabrielli da Gubbio
  • XXVIII - La Sacra di Enrico quinto
  • XXIX - A proposito del processo Fadda
  • I - Da i gradi alti del circo ammantellati
  • II - Voi sgretolate, o belle, i pasticcini
  • XXX - Il canto dell’amore
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