Non vuoi dare loro qualche cosa, Ko Po Kyin? Io non ho dato niente, perché possa avere tu il merito di averlo fatto.»
U Po Kyin si allontanò dallo specchio. Quell’appello lo commuoveva un poco. Non perdeva mai l’occasione di acquistarsi merito, quando poteva farlo senza rimetterci nulla. La sua riserva di merito, secondo lui, era come un conto in banca che aumentava sempre. Ogni pesce reso alla libertà, ogni dono ai sacerdoti erano un passo verso il nirvana. Questo era un pensiero confortante. Diede ordine che il cesto di manghi, portato dal capo del villaggio, fosse mandato al monastero.
Finalmente uscì, seguito da Ba Taik che portava le pratiche. Camminava pian piano, tutto rigido per controbilanciare il peso del grosso ventre, tenendo sopra la testa un ombrello di seta gialla. Il suo paso roseo scintillava al sole come una caramella. Andava al tribunale per sentenziare sui casi del giorno.
1. Abito nazionale birmano, lunga veste dritta raccolta davanti in un’unica piega. (NdT)
2. Briganti. (NdT)
3. Condimento indiano composto di curcuma, aglio, zenzero e pepe. (NdT)
4. Ma è prefisso birmano di tutti i nomi femminili. (NdT)
5. Corta giacca. (NdT)
6. Copricapo maschile composto da una striscia di seta arrotolata intorno alla testa. (NdT)
2
All’incirca nello stesso momento in cui U Po Kyin iniziava il suo lavoro mattutino, “il signor Porley”, il commerciante di legna, amico del dottor Veraswami, si preparava a uscire di casa per recarsi al circolo.
Flory aveva trentacinque anni, era di statura media, non mal fatto, con i capelli nerissimi e tesi che ricadevano bassi sulla fronte e corti baffetti neri. La pelle, gialliccia per natura, era brunita dal sole. Non era né calvo né grasso, sicché non dimostrava più della sua età. Ma il viso era pallido, malgrado fosse cotto dal sole, con le guance magre e gli occhi cerchiati da profonde occhiaie scure. Era evidente che quella mattina si era rasato. Era vestito con la solita camicia bianca, pantaloncini corti e calze, e invece del topi1 portava un vecchio cappello terai,2 inclinato su un occhio. Aveva in mano un bastoncino di bambù con un laccio di cuoio, e un cocker spaniel nero, di nome Flo, gli trotterellava dietro.
Ma tutte queste cose si notavano in un secondo tempo. A prima vista dava nell’occhio soltanto una voglia scura che, a forma di mezzaluna frastagliata, gli attraversava la guancia sinistra, dall’occhio sino all’angolo della bocca. Visto di profilo da sinistra, il viso aveva un’espressione dolorosa e avvilita, come se la voglia color blu fosse stata un livido.
1 comment