Questi č Trebonio.

BRUTO - Ed č qui benvenuto.

CASSIO - E questi č Decio Bruto.

BRUTO - Benvenuto anche lui.

BRUTO - Benvenuto anche lui.

CASSIO - E questi č Casca. Questi č Cinna. Questi č Metelo Cimbro.

BRUTO - Son tutti benvenuti in casa mia. Ma quali inquiete cure sinterpongono fra i vostri occhi e la notte(29)?

CASSIO - Ti posso dir da solo una parola?

(Bruto e Cassio si appartano a parlare)

DECIO - Loriente č lŕ. Non č da quela parte che spunta il giorno?

CASCA - No.

CINNA - E invece sě, da quela parte, se non ti dispiace! E

quele strie grigiastre che si vedono contornar le nubi son foriere delalba.

CASCA - Ed io vi dico che sbagliate entrambi! Il sole sorge lŕ, dritto nel punto dovio punto la daga; un po piů a sud, con lanno giovinetto. Fra due mesi presenterŕ il suo fuoco piů in alto verso nord; il pieno oriente si trova dritto lŕ, sul Campidoglio.

BRUTO - (Avvicinandosi) Vo stringervi la mano, ad uno ad uno.

CASSIO - E facciamo qui tutti giuramento di stare al nostro patto.

BRUTO - No, Cassio, qui non servon giuramenti. Se non basta che ci guardiamo in faccia, se non bastan le nostre sofferenze, limpostura del tempo che viviamo, se queste son ragioni troppo futili, tronchiamo tutto, fin che siamo in tempo, e torni ognuno alozio del suo letto; e cosě laltezzosa tirannia sestenda in lungo e in largo, e cada ognuno come vuol la sorte.

sestenda in lungo e in largo, e cada ognuno come vuol la sorte.

Ma se questi motivi, comio credo, hanno in se stessi sufficiente fuoco da infiammare anche gli animi piů vili e da temprare di virile audacia perfino i cuori dele femminucce, alora ditemi, concittadini, quale bisogno abbiamo daltro stimolo che ci sproni ad agire tutti insieme, oltre la nostra causa? Quale altro vincolo ci puň servire in piů dela parola di Romani, segreta e senza riserve mentali? Quale altro giuramento, oltre limpegno duomini onesti con uomini onesti a far che questo avvenga, o altrimenti a soccombere per esso? Giurino i preti, i vili, i malfidati, vecchie carogne duomini infroliti, e gli animi che, a loro simiglianza, son usi a sopportar qualsiasi torto; giurino pur sule cattive cause tutti queli che son di dubbia fede; ma non macchiamo la chiara virtů di questa nostra impresa, e lindomabile tempra dei nostri spiriti col credere che questo nostro impegno e la sua materiale messa in atto richieda un giuramento colettivo, quando ogni goccia del nobile sangue che scorre nele vene dun Romano si renderebbe rea di bastardaggine segli infrangesse la minima parte dogni promessa uscitagli di bocca.

CASSIO - Con Cicerone come ci mettiamo? Č il caso di sentirlo? Ho limpressione che sunirŕ con noi, decisamente.

CASCA - Non sha da lasciar fuori.

CINNA - No, di certo.

METELLO - Oh, facciamo daverlo insieme a noi! Largento dela sua capigliatura ci acquisterŕ buona reputazione e voci in lode dela nostra azione(30): si dirŕ che a guidar le nostre mani fu il suo senno; le nostre giovinezze e la nostra selvaggia inesperienza saran coperte dala sua saggezza.

inesperienza saran coperte dala sua saggezza.

BRUTO - Non parliamo di lui! Non ci apriamo con lui; perché č uomo che non saccoderŕ mai a qualcosa che sia stata intrapresa da altri uomini(31).

CASSIO - Quandč cosě, convien tenerlo fuori.

CASCA - In effetti, non č per questa impresa.

DECIO - E a cadere devesser solo Cesare? E nessun altro?

CASSIO - Unottima domanda; io penso infatti che anche MarcAntonio, legato a Cesare da tanto affetto, non debba sopravvivergli; lui vivo, ci troveremmo ancora di tra i piedi un insidioso orditore dintrighi; ed i suoi mezzi, come voi sapete, sei dovesse affinarli contro noi, son ben capaci di darci fastidio. A prevenire ciň, Cesare e Antonio han da cadere insieme!

BRUTO - Cassio, no! Troppo cruda e sanguinaria apparirebbe questa nostra azione: come di chi tagliasse ad uno il capo e poi si desse a squartargli le membra; come chi agisse dira neluccidere, e dodio cieco dopo aver ucciso.