Mentre cercavo presso la finestra un acciarino per accender lesca, ho visto sul piancito questo foglio, suggelato cosě; ma son sicuro visto sul piancito questo foglio, suggelato cosě; ma son sicuro che non cera, quando mi coricai.
(Gli consegna un foglio)
BRUTO - Ritorna a letto. Non č ancora giorno. Di un po, ragazzo, non sono domani glidi di marzo?
LUCIO - Non saprei, padrone.
BRUTO - Guarda sul calendario, e vieni a dirmelo.
(Esce Lucio)
Queste schegge di stele che solcano fischiando latmosfera(26) gettano sula terra tanta luce che posso leggere al loro chiarore.
(Apre la lettera e legge) Bruto, tu dormi. Risvčgliati e guŕrdati. Dovrŕ Roma subire
Parla, Bruto, parla, colpisci, rettifica i torti! Bruto, tu dormi, dčstati!
. Stimolazioni delo stesso genere mi son cadute spesso sotto gli occhi in luoghi dove dovevo raccoglierle. Dovrŕ Roma
finisco io la frase: Dovrŕ Roma continuare a vivere nel terrore di un uomo?
. Come! Roma!
Ma dale vie di Roma gli avi miei cacciarono Tarquinio, quando si fece proclamare re(27)! Parla, colpisci, rettifica i torti
. Mi si scongiura dunque di parlare, e di colpire?
Ah, ti prometto, Roma, che se il risanamento seguirŕ, tu avrai Ah, ti prometto, Roma, che se il risanamento seguirŕ, tu avrai da Bruto tutto quanto chiedi!
Rientra LUCIO
LUCIO - Padrone, Marzo sč giŕ consumato di quattordici giorni.
BRUTO - A meraviglia. (Si odono colpi ala porta) Va ala porta. Qualcuno sta bussando.
(Esce Lucio)
Da quando Cassio ha preso a pungolarmi contro Cesare, non ho piů dormito. Tra il concepire unimpresa terribile e il tradurla in azione cč uno spazio chč un sogno orribile, come un fantasma. Lanima razionale e le passioni in quel momento siedono a consulto e tutto lessere umano č in subbuglio come un piccolo regno chč in rivolta.
(Entra Lucio)
LUCIO - Ala porta cč tuo cognato Cassio(28), che vuol vederti.
BRUTO - Č solo?
LUCIO - No, con altri.
BRUTO - Li conosci?
LUCIO - Macché: hanno i cappucci sul capo fino a coprire gli orecchi, ed i volti sepolti nei manteli, e non posso scoprire da alcun segno le lor fisionomie.
BRUTO - Lasciali entrare.
BRUTO - Lasciali entrare.
(Esce Lucio)
Son loro, i congiurati!
Ah, tu, congiura! Se ti vergogni di mostrar di notte, quando le malefatte han minor freno, il minaccioso ghigno del tuo volto, dove andrai, quandč giorno, a ricercarti un antro tutto buio da nasconder la tua mostruosa faccia? Non cercarne, congiura! Ma cerca di nascondere il tuo volto fra sorrisi ed amabili maniere; perché se vai girando sula terra nel tuo vero sembiante, lErebo non sarŕ scuro abbastanza da occultarti e impedire di scoprirti a chi puň sospettar del tuo disegno.
Entrano CASSIO, CASCA, DECIO, CINNA,
METELLO, CIMBRO e TREBONIO
CASSIO - Temo che siamo stati troppo arditi a venire a turbare il tuo riposo. Buon giorno, Bruto. Ti rechiamo incomodo?
BRUTO - Sono alzato da unora, e sono stato sveglio tutta notte. Questi uomini che sono qui con te li conosco?
CASSIO - Sě, li conosci tutti. E tra loro non vč chi non tonori; e che non brami di vedere Bruto avere quel concetto di se stesso che di lui hanno a Roma tutti i nobili.
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