No, Cesare non lo farŕ: il pericolo sa bene che Cesare č piů pericoloso del pericolo: noi siamo due leoni, lui ed io, venuti al mondo con lo stesso parto: ma io per primo, e sono il piů terribile. E Cesare uscirŕ.
ma io per primo, e sono il piů terribile. E Cesare uscirŕ.
CALPURNIA - Ahimč, marito mio, la tua saggezza sannula nela tua troppa fiducia! Non uscir, oggi: dŕ la colpa a me, di chč stata soltanto mia paura a trattenerti a casa. Manderemo al Senato MarcAntonio per dir che oggi non stai troppo bene. Te lo chiedo in ginocchio: non andare.(42)
CESARE - Va bene, taccontento. MarcAntonio dirŕ che non sto bene, e che, per tuo capriccio, resto a casa.
Entra DECIO BRUTO
Ma ecco Decio, sarŕ lui a dirglielo.
DECIO - Cesare, salve! Cesare magnanimo, buongiorno, vengo a scortarti al Senato.
CESARE - E arrivi proprio nel momento giusto per recare al Senato il mio saluto e dir loro che oggi non andrň; non perché non lo possa, perché č falso, o che non losi, chč piů falso ancora; non ho voglia di uscire, oggi, ecco tutto. Di loro questo, Decio.
CALPURNIA - No, Decio, di che non si sente bene.
CESARE - Che! Cesare inviare una menzogna? Avrei dunque disteso questo braccio tanto lontano, a conquistare terre, per ridurmi a temer di dire il vero a dei vecchi barbogi?
Va, va, Decio, e di che Cesare non vuole uscire.
DECIO - Potentissimo Cesare, chio ne possa conoscer la ragione, ad evitar che mi si rida in faccia quando labbia annunciato in questi termini.
CESARE - La ragione č soltanto il mio volere Non ho voglia di andare; e tanto basti al Senato per esser soddisfatto. Per tua soddisfazione personale, Decio, ed anche perché ti voglio bene, te lo dico: č mia moglie, qui, Calpurnia, che vuol per forza trattenermi a casa. Stanotte ha visto, in sogno, la mia statua che, come una fontana a cento getti, sprizzava sangue vivo, e tuttintorno saccalcavano, a intingervi le mani, tanti baldi Romani sorridenti. Ela interpreta queste apparizioni come arcani messaggi premonitori di mali imminenti; e mha perciň scongiurato in ginocchio di restarmene dentro queste mura.
DECIO - A me pare, perň, che questo sogno sia stato interpretato ala rovescia. Per me, si tratta duna apparizione assai benigna, e dassai buon auspicio: la statua tua, col sangue che ne usciva da molti getti a cui tanti Romani venivano a bagnarsi sorridenti, vuole significare che da te la grande Roma suggerŕ la linfa duna novela vita; e a te dintorno accorreranno in fola grandi uomini per ricever, bagnati del tuo sangue, uninfusione, un segno, una reliquia.(43) Questo č il senso del sogno di Calpurnia.
CESARE - E tu lhai giustamente interpretato.
DECIO - Infatti, e ti sarŕ ciň confermato da quanto sto per dirti: sappi dunque che proprio oggi il Senato ha deciso di dare una corona a Cesare possente.(44) Se tu fai lor sapere che non vai, potrebbero decidere altrimenti. Sarebbe inoltre facile, per qualcuno di loro, motteggiare sula faccenda in chiave dironia:
Aggiorniamo il Senato ad altra data, fino a che altri sogni non verranno ala moglie di Cesare. Se poi č Cesare che si nasconde, verranno ala moglie di Cesare. Se poi č Cesare che si nasconde, mi par giŕ di sentirli bisbigliare: Vuoi vedere che Cesare ha paura? Perdona, Cesare, se dico questo, ma laffettuosa mia solecitudine pel tuo bene mi fa parlar cosě; e la ragione in me la cede al cuore.
CESARE - Quanto vane e ridicole, Calpurnia, ora mappaiono le tue paure! Mi vergogno daver ceduto ad esse.
Dammi la toga; io vado.
Entrano PUBLIO, BRUTO, LIGARIO, METELLO
CIMBRO, CASCA, TREBONIO e CINNA, nelordine: Cesare vede per primo Publio e dice a Decio e Calpurnia: Ecco Publio, che viene a prelevarmi.
PUBLIO - Salve, Cesare.
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