(51)

(Esce)

PORZIA - (Tra sé) Devo rientrare

Ahimč, che fragil cosa il cuore duna donna!

Oh, Bruto, Bruto, ti disbrighino i cieli in questa impresa!

Il ragazzo ha sentito, certamente

(52) (A Lucio, con imbarazzo) Bruto, sě, Bruto ha una certa supplica che Cesare rifiuta di esaudire

Oh, io svengo!

Va, Lucio, va, di corsa, e saluta per me il tuo padrone Fagli sapere che sono serena

Poi torna a dirmi quelo che tha detto.

(Escono da parti diverse)

(Escono da parti diverse)

ATTO TERZO

SCENA I

Roma, il Campidoglio.

Grande fola sula strada che mena al Campidoglio. Tra la fola, Artemidoro e lINDOVINO. Una fanfara annuncia lingresso di CESARE che entra seguito da BRUTO, CASSIO, CASCA, DECIO, METELLO CIMBRO, TREBONIO,

CINNA, MARCANTONIO, LEPIDO, POPILIO LENA, PUBLIO e molti altri.

CESARE - (Scorgendo tra la fola lIndovino) Ehi, tu, glidi di marzo sono giunti!

INDOVINO - Giunti, ma non trascorsi ancora, Cesare.

ARTEMIDORO - (Facendosi avanti e porgendogli la supplica) Salve, Cesare. Leggi questo foglio.

DECIO - (Intromettendosi e porgendo a Cesare un altro foglio) Trebonio chiede che a tuo miglior comodo tu legga questa sua umile supplica.

ARTEMIDORO - Cesare, leggi prima quela mia, che tocca Cesare piů da vicino! Leggila, grande Cesare.

CESARE - Quelo che tocca la nostra persona sarŕ letto per ultimo.

ARTEMIDORO - No, Cesare, leggila, non tardare un solo ARTEMIDORO - No, Cesare, leggila, non tardare un solo istante.

CESARE - Chi č costui, un pazzo?

PUBLIO - (Sospingendo Artemidoro) Largo, largo!

CASSIO - E che! Da quando in qua si presentano suppliche per strada? Venite in Campidoglio!

(Cesare entra in Campidoglio, gli altri lo seguono. Tutti i senatori sono in piedi)(53)

POPILIO - (A parte, a Cassio) Mauguro, Cassio, che la vostra impresa, vada a buon fine.

CASSIO - (Sorpreso) Che impresa, Popilio?

POPILIO - Ti saluto. (Se ne va verso Cesare) BRUTO - (A parte, a Cassio) Che ti diceva quelo?

CASSIO - Che saugura che la nostra iniziativa oggi vada a buon fine. Ho gran paura che il nostro piano sia stato scoperto.

BRUTO - (Indicando Popilio) Guardalo lŕ, come saccosta a Cesare, osserva bene.

CASSIO - Casca, tienti pronto, perché temiamo desser prevenuti. Bruto, che sha da fare? Dilo tu. Se fossimo scoperti, (54) o Cassio o Cesare oggi non uscirŕ vivo da qui, perchio muccido.

BRUTO - Cassio, sta tranquilo; Popilio Lena non gli sta parlando di quel che sa che noi vogliamo fare; perché, lo vedi, č tutto sorridente, e lumore di Cesare non cambia.

CASSIO - Trebonio sa a puntino la sua parte. Guarda, come si trae da parte Antonio.

(Si vede Trebonio uscire con Marcantonio) DECIO - Dovč Metelo Cimbro? Vada subito a presentar la sua supplica a Cesare.

BRUTO - Ecco, sappresta a farlo: accalchiamoci tutti intorno a lui, diamogli mano.

CINNA - Cassio, tu per primo devi alzare la mano.(55) CESARE - (Ai senatori) Siam pronti?

Che cč di fatto male cui ora Cesare ed il suo Senato devon porre riparo?

METELLO - (Andando verso Cesare con la supplica in mano) Altissimo, fortissimo, potentissimo Cesare, ai tuoi piedi Metelo Cimbro getta un umil cuore. (Singinocchia) CESARE - Cimbro, tavverto: queste prostrazioni e queste basse cortigianerie posson servire ad infiammare il sangue degli uomini qualunque, non giŕ a mutare una disposizione giŕ adottata e sancita per decreto, in una legge-gioco per bambini.(56) Non esser tanto sciocco da pensare che Cesare abbia un sangue cosě indocile(57) da lasciarsi traviare facilmente dala sua genuina qualitŕ con mezzi buoni a blandire gli stolti; e cioč con le dolci paroline, le sgangherate cortigianerie, le basse piaggerie da cuccioletti. Tuo fratelo č bandito per decreto. Sč per lui che tu vieni ad inchinarti, ed a pregare ed a blandire Cesare, io ti caccio a pedate come un cane dala mia strada.