Non peccare del tutto è il sogno dell’angelo. Tutto ciò che è terrestre è sottomesso al peccato. Il peccato è una gravitazione».

Quando la gente gridava forte e s’indignava per un nonnulla, diceva:

«Oh! Questo mi ha tutta l’aria di un delitto che tutti commettono.

Ecco che le ipocrisie spaventate s’affrettano a protestare e a mettersi al riparo».

Era indulgente con le donne e con i poveri sui quali grava il peso della società umana. Diceva: «Le colpe delle donne, dei fanciulli, dei servi, dei deboli, degli indigenti, degli ignoranti, sono le colpe dei mariti, dei padri, dei padroni, dei forti, dei ricchi e dei sapienti». E diceva anche: «A quelli che non sanno insegnate più cose che potete; la società è colpevole di non impartire l’istruzione gratuita, è responsabile della tenebra che produce. Quell’anima è piena d’ombra, ed ecco che commette il peccato. Il colpevole non è colui che commette il peccato, ma colui che ha fatto l’ombra».

Come si vede aveva un suo modo strano di giudicare le cose. Ho il sospetto che l’avesse preso dal Vangelo.

Un giorno sentì parlare in un salotto di un processo penale in fase di istruzione che sarebbe stato presto discusso. Un poveretto, per amore di una donna e del fanciullo che da lei aveva avuto, senza mezzi, si era messo a battere monete false. Il falso monetario, allora, era punito con la pena di morte. La donna era stata arrestata mentre cercava di spacciare la prima moneta falsa fabbricata dall’uomo. Avevano preso lei; avevano le prove soltanto contro di lei. Lei sola poteva accusare il suo amante e perderlo confessando tutto. Negò. Insistettero. S’ostinò a negare. Il procuratore del Re allora ebbe un’idea. Immaginò un’infedeltà dell’amante e riuscì, con frammenti di lettere abilmente montati, a convincere la poveretta che aveva una rivale e che quell’uomo la ingannava. Solo allora, esasperata dalla gelosia, ella aveva denunciato l’amante, confessato tutto, fornito tutte le prove. L’uomo era perduto. Stava per essere processato ad Aix con la sua complice. Si raccontava il fatto e tutti si compiacevano dell’abilità del magistrato. Puntando sulla gelosia era riuscito a far scaturire la verità dalla collera e venir fuori la giustizia dalla vendetta. Il vescovo ascoltava in silenzio. Alla fine chiese:

«Dove saranno giudicati quest’uomo e questa donna?».