Quell'idea si era trasformata nell'insegnare a leggere a una bambina. Allora il vecchio galeotto sorrideva col sorriso pensoso degli angeli.

            Sentiva in questo una premeditazione suprema, una volontà di qualcuno che non è l'uomo, e si perdeva nelle fantasticherie. I buoni pensieri hanno i loro abissi come i cattivi.

            Insegnare a leggere a Cosette, e lasciarla giocare, era praticamente questa tutta la vita di Jean Valjean. E poi le parlava di sua madre e la faceva pregare.

            Lei lo chiamava: papà, e non gli conosceva altro nome.

            Lui passava ore a contemplarla vestire e svestire la bambola, e a sentirla cinguettare. La vita gli sembrava ormai piena d'interesse, gli uomini gli sembravano buoni e giusti, non rimproverava nei suoi pensieri più nulla a nessuno, non vedeva alcuna ragione di non invecchiare fino alla decrepitezza ora che quella bambina l'amava. Si vedeva tutto un avvenire illuminato da Cosette come da una luce affascinante. I migliori non sono esenti da pensieri egoisti. Ogni tanto pensava con una sorta di gioia che ella sarebbe stata brutta.

            Questa non è che un'opinione personale, ma per esporre completamente il nostro pensiero, al punto in cui era Jean Valjean quando si mise ad amare Cosette, non è provato che non avesse bisogno di quel soccorso per perserverare nel bene. Egli aveva appena visto sotto nuovi aspetti la cattiveria degli uomini e la miseria della società, aspetti incompleti e che non mostravano fatalmente che un lato del vero, la sorte della donna riassunta in Fantine, l'autorità pubblica personificata da Javert; era tornato all'ergastolo, stavolta per aver ben operato; nuove amarezze l'avevano colmato; il disgusto e la stanchezza lo riprendevano; il ricordo stesso del vescovo subiva forse qualche momento d'eclissi, salvo riapparire più tardi luminoso e trionfante; ma infine quel ricordo sacro s'affievoliva. Chi sa se Jean Valjean non era sul punto di scoraggiarsi e di ricadere? Amò, e ridivenne forte. Ahimè! Non era meno fragile di Cosette. Egli la protesse ed ella lo rafforzò. Grazie a lui, ella poté incamminarsi verso la vita; grazie a lei, egli poté continuare nella virtù. Egli fu il sostegno di quella bimba, e quella bimba fu il suo punto d'appoggio. O mistero insondabile e divino degli equilibri del destino!

 

IV • LE CONSIDERAZIONI DELLA PRINCIPALE LOCATARIA    (torna all'indice)

 

            Jean Valjean aveva la prudenza di non uscire mai di giorno. Tutte le sere, al crepuscolo, passeggiava per un'ora o due, talvolta solo, spesso con Cosette, cercando i controviali delle strade più solitarie ed entrando nelle chiese al calar della notte. Andava volentieri a St.-Médard che è la chiesa più vicina. Quando non conduceva con sé Cosette, questa rimaneva con la vecchia, ma uscire col buonuomo era la gioia della bambina. Preferiva un'ora con lui persino agli incantevoli colloqui con Catherine. Egli camminava tenendola per mano e dicendole parole dolci.

            Risultò che Cosette era molto allegra.

            La vecchia faceva le pulizie e cucinava, e andava a fare la spesa.

            Vivevano sobriamente, avevano sempre un po' di fuoco, ma come gente in strettezze. Jean Valjean non aveva cambiato nulla dei mobili del primo giorno; soltanto aveva fatto sostituire con una porta piena la porta a vetri dello stanzino di Cosette.

            Aveva sempre la sua finanziera gialla, i suoi pantaloni neri e il suo vecchio cappello. Per strada lo prendevano per un mendicante. Capitava talvolta che qualche buona donna si voltasse e gli donasse un soldo. Jean Valjean prendeva il soldo e s'inchinava profondamente. Capitava anche talvolta che incontrasse qualche miserabile che chiedeva la carità; allora guardava dietro di sé che qualcuno non lo osservasse, si avvicinava furtivamente all'infelice, gli metteva in mano una moneta, spesso d'argento, e si allontanava rapidamente. Il che aveva i suoi inconvenienti. Nel quartiere si cominciava a conoscerlo con la definizione il mendicante che fa l'elemosina.

            La vecchia principale locataria, creatura ingrugnita e tutta piena nei riguardi del prossimo dell'attenzione degli invidiosi, esaminava molto Jean Valjean senza che egli se ne accorgesse. Era un poco sorda, cosa che la rendeva loquace. Del suo passato le restavano due denti, uno in alto l'altro in basso, che batteva sempre uno contro l'altro. Aveva fatto domande a Cosette, la quale, non sapendo nulla, nulla aveva potuto dire, salvo che veniva da Montfermeil.