I miserabili - Volume III
I MISERABILI
Victor Hugo
INDICE VOLUME III
Libro sesto
- IL PICCOLO GAVROCHE
I.
Cattiva birichinata del vento
II.
Dove il piccolo Gavroche trae partito da Napoleone il Grande
III.
Peripezie dell'evasione
Libro settimo
- L'"ARGOT"
I.
Origini
II.
Radici
III.
"Argot" che piange e "Argo" che ride
IV.
I due doveri: vegliare e sperare
Libro ottavo
- INCANTI E DESOLAZIONI
I.
Piena luce
II.
Lo stordimento della felicità totale
III.
Un principio d'ombra
IV.
"Cab" in inglese corre e in gergo abbaia
V.
Fatti della notte
VI.
Marius ritorna alla realtà fino al punto di dare il proprio indirizzo a Cosette
VII.
Vecchio cuore e giovane cuore
Libro nono
- DOVE VANNO?
I.
Jean Valjean
II.
Marius
III.
Mabeuf
Libro decimo
- Il 5 GIUGNO 1832
I.
La superficie della questione
II.
Il fondo della questione
III.
Un funerale: occasione per rinascere
IV.
Fermenti d'altri tempi
V.
Originalità di Parigi
Libro undicesimo
- L'ATOMO FRATERNIZZA CON L'URAGANO
I.
Qualche chiarimento sulle origini della poesia di Gavroche - Influenza d'un accademico su quella poesia
II.
Gavroche in cammino
III.
Giusta indignazione di un parrucchiere
IV.
Il fanciullo si stupisce del vecchio
V.
Il vecchio
VI.
Reclute
Libro dodicesimo
- CORINTO
I.
Storia di Corinto dalla sua fondazione
II.
Allegrie preliminari
III.
Cominciano a calare le tenebre su Grantaire
IV.
Tentativo di consolazione delle vedova Hucheloup
V.
Preparativi
VI.
L'attesa
VII.
L'uomo reclutato in rue Billettes
VIII.
Parecchi punti interrogativi a proposito in un certo Le Cabuc che forse non si chiamava Le Cabuc
Libro tredicesimo
- MARIUS ENTRA NELL'OMBRA
I.
Da rue Plumet al quartiere Saint-Denis
II.
Parigi a volo di gufo
III.
Il limite estremo
Libro quattordicesimo
- GRANDEZZA DELLA DISPERAZIONE
I.
La bandiera: atto primo
II.
La bandiera: atto secondo
III.
Gavroche avrebbe fatto meglio ad accettare la carabina d'Enjolras
IV.
Il barile di polvere
V.
Fine dei versi di Jean Prouvaire
VI.
L'agonia della morte dopo l'agonia della vita
VII.
Gavroche profondo calcolatore delle distanze
Libro quindicesimo
- RUE DELL'HOMME-ARME'
I.
Carta assorbente ciarliera
II.
Il monello nemico dei lampioni
III.
Mentre Cosette e Toussaint dormono
IV.
Eccessi di zelo di Gavroche
Parte quinta: JEAN VALJEAN
Libro primo
- LA GUERRA FRA QUATTRO MURA
I.
La Cariddi del faubourg Saint-Antoine e la Scilla del faubourg du Temple
II.
Che fare nell'abisso se non discutere?
III.
Schiarite e offuscamenti
IV.
Cinque di meno, uno di più
V.
Che orizzonte si vede dall'alto della barricata
VI.
Marius turbato, Javert laconico
VII.
La situazione si aggrava
VIII.
Gli artiglieri si fanno prendere sul serio
IX.
Come vennero impiegati quel vecchio talento da bracconiere e quella mira infallibile che avevano influito sulla condanna del 1796
X.
Aurora
XI.
Quel colpo di fucile che non fallisce mai il bersaglio e non uccide nessuno
XII.
Il disordine partigiano dell'ordine
XIII.
Bagliori che passano
XIV.
Dove si leggerà il nome dell'amante di Enjolras
XV.
Gavroche allo scoperto
XVI.
Come da fratello si diventi padre
XVII.
"Mortuus pater filium moriturum expectat"
XVIII.
L'avvoltoio divenuto preda
XIX.
Jean Valjean si vendica
XX.
I morti hanno ragione e i vivi non hanno torto
XXI.
Gli eroi
XXII.
A palmo a palmo
XXIII.
Oreste digiuno e Pilade ubriaco
XXIV.
Prigioniero
Libro secondo
- L'INTESTINO DEL LEVIATANO
I.
La terra impoverita dal mare
II.
Storia antica della fogna
III.
Brunesau
IV.
Particolari ignorati
V.
Progresso attuale
VI.
Progresso futuro
Libro terzo
- LA MELMA, MA L'ANIMA
I.
La cloaca e le sue sorprese
II.
Spiegazioni
III.
L'uomo pedinato
IV.
Anche lui porta la sua croce
V.
Per la sabbia come per la donna esiste una finezza che è perfidia
VI.
Liquefazione
VII.
Talvolta ci si arena dove si crede di sbarcare
VIII.
La falda dell'abito lacerata
IX.
Marius sembra morto a qualcuno che se ne intende
X.
Il ritorno alla vita del figliol prodigo
XI.
L'assoluto vacilla
XII.
Il nonno
Libro quarto
- JAVERT SCONVOLTO
I.
Javert sconvolto
Libro quinto
- NIPOTE E NONNO
I.
Dove si rivede l'albero rivestito di zinco
II.
Marius, uscito dalla guerra civile, si prepara alla guerra domestica
III.
Marius attacca
IV.
La signorina Gillenormand finisce col non trovare più sconveniente che il signor Fauchelevent sia entrato con qualcosa sotto il braccio
V.
Depositate il vostro denaro nella tal foresta anziché dal tal notaio
VI.
I due vecchi fanno di tutto, ciascuno a modo suo, per rendere felice Cosette
VII.
Gli effetti del sogno mescolati alla felicità
VIII.
Due uomini che non si possono ritrovare
Libro sesto
- NOTTE IN BIANCO
I.
Il 16 febbraio 1833
II.
Jean Valjean ha sempre il braccio al collo
III.
L'inseparabile
IV.
"Immortale jecur"
Libro settimo
- L'ULTIMA SORSATA DEL CALICE
I.
Il settimo cerchio e l'ottavo cielo
II.
I punti oscuri che una rivelazione può contenere
Libro ottavo
- DECRESCENZA CREPUSCOLARE
I.
La camera a pianterreno
II.
Altro passo indietro
III.
Si ricordano i giorni di rue Plumet
IV.
L'attrazione e l'estinzione
Libro nono
- SUPREMA OMBRA, SUPREMA AURORA
I.
Pietà per gli infelici, ma indulgenza per i felici
II.
Ultimi palpiti della lampada senz'olio
III.
Una piuma pesa a chi sollevava il carro di Fauchelevent
IV.
Bottiglia d'inchiostro che riesce solo a sbiancare
V.
Notte dietro la quale c'è il giorno
VI.
L'erba nasconde e la pioggia cancella
LIBRO SESTO • IL PICCOLO GAVROCHE
I • CATTIVA BIRICHINATA DEL VENTO (torna all'indice)
Dopo il 1823, mentre la bettola di Montfermeil sprofondava e veniva inghiottita a poco a poco, non nell'abisso di una bancarotta, ma in una cloaca di debitucci, i coniugi Thénardier avevano avuto altri due figli; maschi entrambi. Con questi eran cinque: due ragazze e tre ragazzi. Erano tanti.
La Thénardier si era sbarazzata degli ultimi due, ancora in tenera età e piccolissimi, con singolare fortuna.
Sbarazzata è la parola. In quella donna c'era soltanto un frammento di natura. Fenomeno questo non raro. Come la marescialla di Lamothe-Houdancourt, la Thénardier era madre solo fino alle sue figlie. La sua maternità finiva lì. Il suo odio per il genere umano iniziava coi suoi figli maschi. Verso i figli la sua cattiveria era a picco e il suo cuore aveva a questo punto una lugubre scarpata. Come abbiamo visto detestava il maggiore; esecrava gli altri due. Perché? Perché sì: il motivo più terribile e la risposta più indiscutibile: «Perché non ho bisogno di una covata di bambini», diceva quella madre.
Spieghiamo ora come i Thénardier erano giunti a liberarsi dei loro due ultimi figli traendone anche profitto.
Quella ragazza, la Magnon, di cui si è parlato qualche pagina sopra, era la stessa che era riuscita a fare assegnare una rendita ai suoi figli dal buon vecchio Gillenormand. Abitava sul quai des Célestins all'angolo di quella antica rue du Petit-Musc che ha fatto quel che ha potuto per trasformare in buon odore la sua cattiva reputazione. Ci si ricorda della grande epidemia di difterite che desolò, trentacinque anni or sono, i quartieri rivieraschi della Senna a Parigi, della quale la scienza approfittò per sperimentare su larga scala l'efficacia delle inalazioni di allume, oggi sostituite così utilmente da una tintura esterna di iodio. In quell'epidemia la Magnon perse, nello stesso giorno, uno al mattino e l'altro la sera, i suoi due figli, ancora in tenera età. Fu un colpo. Quei bambini erano preziosi per la madre: rappresentavano ottanta franchi al mese. Quegli ottanta franchi erano saldati con gran precisione, a nome di Gillenormand, dal suo esattore, il signor Barge, un usciere in pensione in rue du Roi-de-Sicile. Morti i figli, la rendita era sotterrata. La Magnon cercò un espediente. In quella tenebrosa massoneria del male di cui essa faceva parte, si sa tutto, si tiene il segreto e ci si dà reciproco aiuto. Alla Magnon servivano due bambini, la Thénardier ne aveva due, stesso sesso, stessa età. Buona sistemazione per l'una e buona collocazione per l'altra. I piccoli Thénardier divennero i piccoli Magnon. La Magnon lasciò il quai de Célestins e andò a abitare in rue Cloche-Perce. A Parigi, l'identità che lega un individuo a se stesso si spezza nel passaggio da una via all'altra.
Lo stato civile, non avvertito di nulla, non reclamò e la sostituzione si fece nel modo più semplice del mondo. Solo la Thénardier volle, per il prestito dei figli, dieci franchi al mese che la Magnon promise e pure pagò. Va da sé che Gillenormand continuò a sborsare. Andava ogni sei mesi a vedere i piccini. Non si accorse della sostituzione. «Come vi assomigliano, signore!», gli diceva la Magnon.
Thénardier, al quale gli avatar riuscivano facili, colse questa occasione per diventare Jondrette.
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