Perfino la nave fu presa, incendiata e fatta saltare in aria.

Solo Tremal-Naik e la sua fidanzata erano stati risparmiati. Aveva rimorso, Suyodhana, a spegnere anche il mio padrone che tanto aveva fatto per quegl'infami, oppure sperava di fare di lui un thug? Io non lo seppi mai.

Ma, tre giorni dopo, il mio padrone, che era stato fatto impazzire mediante la somministrazione di un liquore misterioso, veniva arrestato dalle autorità inglesi presso il forte Williams. Era stato denunciato come thug ed i testimoni non erano mancati, poiché quella setta conta numerosi seguaci anche a Calcutta.

Fu risparmiato perché era pazzo, ma condannato alla deportazione perpetua nell'isola di Norfolk, una terra al sud d'una regione chiamata Australia, così mi dissero.

- Quale spaventevole dramma!- esclamò la Tigre, dopo alcuni istanti di silenzio. - Così intensamente Suyodhana odiava lo sventurato Tremal- Naik?

- Il capo dei settari voleva, facendo decapitare il capitano dal mio padrone, spegnere per sempre la passione che ardeva nel cuore della vergine della pagoda.

- Era un mostro quel feroce capo dei thugs.

- Ma il tuo padrone è ancora pazzo? - chiese Yanez.

- No, i medici riuscirono a guarirlo.

- E non si difese? Non svelò tutto?...

- Lo tentò, ma non fu creduto.

- Ma perché si trova a Sarawak?...

- Perché il legno che lo trasportava a Norfolk naufragò presso Sarawak. Disgraziatamente nelle mani del rajah non ci starà molto.

- E perché?

- Perché la nave è già partita dall'India e fra sei o sette giorni, se i miei calcoli non m'ingannano, giungerà a Sarawak. Quella nave è diretta a Norfolk.

- Come si chiama quella nave?

- L'Helgoland.

- L'hai vista tu?

- Prima di lasciare l'India.

- E dove ti recavi colla Young-India?

- A Sarawak a salvare il mio padrone - disse Kammamuri con fermezza.

- Solo?

- Solo.

- Sei un giovanotto audace, maharatto mio - disse la Tigre della Malesia. - E della vergine della pagoda d'Oriente cosa fece il terribile Suyodhana?

- La tenne prigioniera nei sotterranei di Raimangal, ma la disgraziata, dopo il sanguinoso assalto dei thugs nella jungla, era impazzita.

- Ma come fuggì dalle mani dei thugs? - chiese Yanez.

- È fuggita? - domandò Sandokan

- Sì, fratellino.

- E dove si trova?

- Lo saprai più tardi. Narrami, Kammamuri, in che modo fuggì - disse Yanez.

- Ve lo dirò in due parole - disse il maharatto. Io ero rimasto coi thugs anche dopo l'atroce vendetta di Suyodhana, e vegliavo attentamente sulla vergine della pagoda. Saputo, dopo parecchio tempo, che il mio padrone era stato condannato alla deportazione nell'isola di Norfolk e che la nave che lo trasportava era naufragata a Sarawak, meditai la fuga. Comperai un canotto, lo nascosi in mezzo alla jungla, e una sera d'orgia, mentre i thugs, ubriachi fradici, non erano più in grado di uscire dai loro sotterranei, mi recai alla pagoda sacra, pugnalai gl'indiani che la custodivano, afferrai fra le mie braccia la Vergine e fuggii.

All'indomani io ero a Calcutta e quattro giorni dopo a bordo della Young-India.

- E la Vergine? - chiese Sandokan.

- È a Calcutta - s'affrettò a dire Yanez.

- È bella?

- Bellissima - disse Kammamuri. - Ha i capelli neri e splendidi occhi scuri.

- E si chiama?

- La vergine della pagoda, vi ho detto.

- Non ha nessun altro nome?

- Sì.

- Dimmelo.

- Si chiama Ada Corishant.

A quel nome la Tigre della Malesia aveva fatto un balzo, gettando un urlo terribile.

- Corishant!... Corishant!... Il nome dell'adorata madre della mia povera Marianna!... Dio!... Dio!... - urlò con accento disperato.

Poi piombò sul tappeto con la faccia orribilmente sconvolta e le mani contratte sul cuore. Un rauco singhiozzo, che parve un ruggito, lacerò il suo petto.

Kammamuri, spaventato, sorpreso, si era alzato per accorrere in aiuto del pirata, che pareva fosse stato colpito a morte, ma due mani robuste lo arrestarono.

- Una parola - gli disse il portoghese, tenendolo stretto per le spalle. - Come si chiamava il padre di quella giovinetta?

- Harry Corishant - rispose il maharatto.

- Gran Dio!... Ed era?

- Capitano dei sipai.

- Esci di qui!

- Ma perché?... Che cosa è accaduto?...

- Silenzio, esci di qui!

E, riafferrandolo per le spalle, lo spinse bruscamente fuori della porta, che richiuse con un doppio giro di chiave.

 

 

5. La caccia all' Helgoland.

 

 

Il pirata di Mompracem si era prontamente rimesso da quella terribile commozione. La sua faccia, quantunque ancora alterata, aveva ripreso la sua fiera espressione che incuteva rispetto e terrore ai più coraggiosi, e sulle sue labbra, quantunque un po' scolorite, errava un malinconico sorriso.

Grosse gocce di sudore imperlavano però la sua ampia fronte, lievemente corrugata, e una fiamma sinistra brillava in quegli sguardi che penetravano nel più profondo dei cuori.

- È passata la tempesta? - chiese Yanez, sedendosi accanto a lui.

- Sì - disse la Tigre, con voce sorda.

- Ogni volta che tu odi un nome che ti ricorda Marianna ti agiti e stai male.

- Ho troppo amato quella donna... Yanez. Quel ricordo così bruscamente evocato mi ha fatto più male di una palla di carabina che fosse entrata nel mio petto... Marianna, mia povera Marianna!

Un secondo singhiozzo lacerò il petto della Tigre.

- Coraggio, fratello mio - disse Yanez, che era assai commosso. - Non dimenticare che tu sei la Tigre della Malesia.

- Certi ricordi sono tremendi anche per una tigre.

- Vuoi che parliamo di Ada Corishant?

- Parliamone, Yanez.

- Credi a quanto ha narrato il maharatto?

- Credo, Yanez.

- Che cosa farai?

- Yanez - rispose Sandokan con voce triste, - ti ricordi ciò che disse una sera, sotto la fresca ombra di un maestoso durion, mia moglie?

- Sì, me lo ricordo. «Sandokan, mio prode amico, ti disse, ho una cugina che idolatro nella lontana India. È figlia d'un fratello di mia madre».

- Avanti, Yanez.

- Proseguo. «Ella è scomparsa, non si sa dove sia.