I racconti delle Fate
Charles Perrault - I racconti delle fate
TRATTO DA: I racconti delle fate / di C. Perrault ; tradotti da F. Verdinois. - Napoli : Società Editrice Partenopea, 1910.
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Il libro d'oro della gioventù
I RACCONTI delle FATE
DI C. PERRAULT
Tradotti da F. VERDINOIS
NAPOLI
SOCIETÀ EDITRICE PARTENOPEA
1910
PARTE PRIMA - Quando c'eran le Fate
Avvertenza degli editori
Quest'opera fu da noi già pubblicata in edizione economica e in due volumi. Riproducendola in carta da lusso abbiamo voluto serbarla integralmente, riunendo i due volumi in un solo, con la divisione in parte prima e parte seconda. Ciò serva a giustificare le due prefazioni scritte a qualche mese di distanza l'una dall'altra e appunto per l'edizione economica.
L'editore al Lettore
Ancora una versione dei racconti di Perrault! esclameranno in coro, stupefatti, gli amatori di libri vecchi e nuovi. Proprio: ancora una! e pour cause direbbe un nostro confratello d'oltr'alpi. E la cause bisogna ricercarla nel fatto che quasi tutte le edizioni del Perrault pubblicate finora in italiano, specialmente quelle economiche, sono scelleratamente tradotte; errori ed orrori scappan fuori ad ogni pagina, e ne scappassero per davvero sarebbe un bene, il guaio è che vi restano e con quanto danno dei giovani lettori non v'è chi non veda!
È da tempo che i più celebri pedagogisti han gettato il grido d'allarme: Attenti ai libri che debbono andare per le mani dei ragazzi! In quei teneri cervelli le impressioni sono agevoli come nella cera, e vi restano incancellabili come nel bronzo. Se si abituano a leggere volumi scritti in buona lingua, correttamente, ne trarranno durevoli benefici per la loro istruzione futura e viceversa. Ora non v'è chi non sappia quanto sia difficile una buona traduzione, e che per ottenerla bisogna rivolgersi a scrittori di polso, a quelli che vanno per la maggiore, i quali non si contentano dei pochi soldi che si offrono al primo improvvisato traduttore ignaro degli elementi rudimentali della lingua del testo, e, quel che è peggio, anche di quella nella quale deve tradurre. E son questi i traduttori traditori, che spargono sui lussureggianti campi dell'italiana favella il mal seme, disgraziatamente fecondo, dei barbarismi, degl'idiotismi, dei francesismi ed altri simili ibridismi; e ne guastano l'armonica pronunzia, storpiandone l'ortografia; e ne turbano la limpida costruzione, traducendo alla lettera locuzioni proprie ad altri linguaggi.
Gli editori che assoldano questi crumiri della penna si scusan dicendo che trattandosi di edizioni a buon mercato non si può far diversamente. E sì che si può fare, contentandosi di un guadagno limitatissimo; come facciam noi, che affidiamo le nostre traduzioni al Verdinois, al Borrelli, ad Arnaldo de Lysle ed ai più competenti scrittori, riconosciuti ed affermatisi per purezza di lingua e semplicità di stile.
Buon mercato non deve significar libro mal fatto, tutt'altro, giacchè appunto per la sua grande diffusione questo genere di letteratura ha una influenza potentissima sull'educazione del popolo.
E poi non bisogna mai falsare il pensiero di un autore, nè far servire i suoi libri ad uno scopo diverso da quello pel quale furon scritti.
Istruire e divertire, ecco il compito che si era proposto il Perrault, e ciò egli stesso dichiara nella prefazione ai suoi tre racconti in versi. Noi, che a lui ci rivolgiamo, abbiamo voluto fare il meglio che si poteva per aderire al suo pensiero, non badando a sacrificii, nè avendo in mira esagerati guadagni. E a chi meglio potevano affidare la traduzione dei suoi meravigliosi racconti se non al Verdinois? il quale, sia detto fra noi, è anch'egli sotto l'incantesimo di una fata potente, da cui ha ricevuto l'impareggiabile dono di una magica penna, che sa mirabilmente trasformare una lingua in un'altra. Insomma è un mago anche lui! Il regno del meraviglioso è dominio suo. Perciò i suoi scritti affascinano ed avvincono. Leggendo questo libro, vedrete quanta vivezza d'immaginazione, qual grande ricchezza di colori ha saputo profondere in esso, tanto da farne un'opera originale, un vero capolavoro, un gioiello di grazia, che conquiderà grandi e piccini. Proprio così come Perrault voleva, giacchè prima di divertire con questi racconti i fanciulli, egli aveva intrattenuto i vecchi parrucconi dell'Accademia francese, a cui li leggeva, fra una seduta e l'altra, con loro diletto profondo.
E l'idea di trascrivere questi racconti dalle meravigliose fonti delle tradizioni popolari, sorprendendoli sulle labbra delle nonne e delle vecchie serve, non venne forse inspirata al Perrault da quei versi del La Fontaine, nei quali il celebre favoleggiatore diceva che se Pelle d'Asino gli fosse narrata egli vi avrebbe gustato un estremo piacere?
Di queste pubblicazioni, che possono andare con pari utilità e diletto fra le mani di grandi e piccini, ne abbiamo già dato, modestia a parte, splendidi saggi. I fantastici e smaglianti racconti del celebre scrittore amiricano W. Irving, che il Verdinois ha tradotto e che noi abbiamo stampato in un elegantissimo volume dal titolo Nel Regno Fatato1, quel capolavoro di grazia e di fantasia, La leggenda della bella Baldura2 di V. Hugo, che ci ha procurato lettere di entusiasmo da tutta la gioventù italiana, ed anche di V. Hugo i meravigliosi ed istruttivi racconti dell'Epopea del Leone3, tradotti dal Verdinois con così delicata finezza di tocco, ne sono una incontrastata e luminosa conferma.
L'Epopea del Leone, eroica, tenera, delicata e meravigliosa finzione, che fa pensare al gran poeta stesso che la concepì; il leone non è forse lui? il giudice terribile che s'intenerisce alla preghiera di una bimba? E chi meglio di V. Hugo poteva istruire e dilettare i fanciulli, egli che ad essi dedicò, si può dire, tutte le cure della sua vecchiaia? Nessuno ha mai considerato l'infanzia con sguardi più carezzevoli e commossi; Egli si sentiva rapito dinanzi a due occhioni ingenui pieni di aurora, e dinanzi ad una piccola bocca rosea che balbettava parole di paradiso. E come sapeva incantarli, mettendo sempre in fondo ai suoi racconti, ai giuochi che per essi inventava ed a tutti i loro divertimenti un'idea grandiosa!
Improvvisava pei suoi nipotini un'infinità di racconti morali come quello della buona pulce e del cattivo re; e l'altro del buon cane, che, morendo vittima della sua devozione per una giovanetta, è trasformato in angelo custode; e quello dell'asino, il quale, cosa straordinaria...
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