«Lollardi» o fannulloni (dal verbo “to toll” = andare in giro senza scopo, oziando) erano soprannominati dai cattolici ortodossi i seguaci del teologo eretico John Wycliffe, a cui si deve l’ispirazione e in parte l’esecuzione della prima versione compieta della Bibbia in inglese.
Nota 22. Incerti manoscritti è lo Scudiero che interviene, in altri è il Cursore. L’Epilogo al
“Racconto del Commissario di Giustizia” non s’allaccia, ad ogni modo, alla storia seguente.
Frammento Terzo.
Prologo
DELLA COMARE DI BATH.
Prologo al Racconto della Comare di Bath.
«Non ci fosse altra autorità al mondo, a me basterebbe l’esperienza per dirvi quanti guai ci sono nel matrimonio. (1) Difatti, signori miei, di mariti alla porta di chiesa ne ho avuti cinque (tante sono invero le volte che mi son sposata!), e tutti a loro modo erano uomini in gamba. Però, non molto tempo fa, m’è stato detto che, siccome Cristo più d’una volta non sì recò a nozze, a Cana in Galilea, con quell’esempio m’avrebbe avvertito che anch’io più d’una volta non avrei dovuto sposarmi. E sentite poi che aspre parole disse Gesù, Dio e uomo, rimproverando la Samaritana presso il pozzo: ‘Cinque mariti hai già avuto,’ le fece ‘ma l’uomo che ti ha sposato ora non è tuo marito!’.
Proprio così le fece. Che cosa veramente intendesse, non lo saprei dire. Ma, mi domando io, perché mai il quinto uomo della Samaritana non doveva essere suo marito come gli altri? Era forse stabilito quanti mariti dovesse avere? In vita mia non ho mai sentito parlare a questo proposito d’un numero definito. La gente può mettersi a discutere e a questionare fin che vuole, ma io so, senza tante storie, che Dio ci ha espressamente comandato di crescere e di moltiplicare: è questo che per me fa testo.
So che ha pure detto che mio marito avrebbe dovuto lasciare il padre e la madre per prendere me, ma non ha mai fatto menzione d’alcun numero, né di bigamia né di…
ottogamia. E allora perché accanirsi tanto? Ecco, pensate al saggio re messer Salomone: credo che di mogli ne avesse altroché una! Dio volesse che anch’io potessi rinfrescarmi almeno la metà di lui! Quanta grazia di Dio con tutte quelle mogli! Nessun uomo al mondo n’ebbe mai tanta… Dio solo sa quante volte questo nobile re, m’immagino, marciasse allegramente all’attacco con ciascuna di loro la prima notte, gagliardo com’era! Ma, grazie al Cielo, i miei cinque me li sono sposati anch’io! E
benvenuto il sesto, quando capiterà! Infatti, dico la verità, di far la verginella non me la sento proprio. Una volta che mio marito da questo mondo se ne sia andato, posso benissimo sposarmi con qualche altro cristiano, perché allora, come dice l’apostolo, (3) sono di nuovo libera, a Dio piacendo, di maritarmi con chi voglio. Non dice affatto che sia peccato sposarsi… anzi, meglio sposarsi che ardere. Che m’importa se la gente parla male di Lamech e della sua bigamia? (4) … So benissimo che Abramo era un sant’uomo, e così Giacobbe, da quanto mi risulta: eppure ciascuno di loro ebbe più d’un paio di mogli; e così molti altri uomini santi. Da che mondo è mondo, quando mai avete visto l’Altissimo proibire espressamente il matrimonio? Avanti, ditemelo. E dove mai ha imposto la verginità? Vi assicuro, lo so anch’io che, parlando di verginità, l’apostolo disse di non avere al riguardo alcun precetto. Si può, sì, consigliare a una donna di rimanere casta, ma un consiglio non è mai un comandamento. Insomma, Dio si fida del nostro buon senso. Se veramente avesse imposto la verginità, avrebbe con quell’atto condannato il matrimonio. E allora, se non si spargesse nessun seme, anche chi è vergine come farebbe a nascere? Paolo non se la sentì proprio d’imporre una cosa sulla quale dal suo Maestro non aveva nessuna prescrizione. Ecco, mettiamola in palio, la verginità: l’acchiappi chi può, vediamo chi corre meglio. Non si tratta di qualcosa che va bene per tutti, ma solo per chi, a Dio piacendo, ne abbia la forza. So bene che l’apostolo era vergine; però, sebbene scrivesse e dicesse di voler che tutti fossero come lui, questo non era altro che un consiglio alla verginità. E dato che con me è già stato così indulgente da permettermi di diventare una moglie, non ci sarebbe niente di male se, una volta morto il mio compagno, mi risposassi; non si tratterebbe cioè di peccato di bigamia.
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