Il Capitale Read Online
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Supponiamo che questo prezzo venga realizzato attraverso la vendita M — D. Che cosa è che fa di questo semplice processo di ogni circolazione di merci, contemporaneamente, una funzione di capitale? Non una variazione che avvenga all’interno di esso, né in relazione al carattere d’uso, poiché la merce passa al compratore come oggetto d’uso, né in relazione al suo valore, poiché questo non subisce mutamenti di grandezza, ma solo un mutamento di forma. Prima esisteva in filo, ora esiste in denaro. Emerge così una differenza essenziale tra il primo stadio D — M e l’ultimo stadio M — D. Là il capitale anticipato opera come capitale monetario, poiché mediante la circolazione si converte in merci dallo specifico valore d’uso. Qui la merce può operare come capitale solo in quanto porta con sé interamente questo carattere fin dal processo di produzione, prima che abbia inizio la sua circolazione. Durante il processo della filatura i filatori hanno creato valore in filo per un ammontare di 30.720 €. Di questi, 12.000 € formano per un capitalista soltanto un equivalente per la sua spesa in forza-lavoro, e 18.720 € — ad un grado di sfruttamento della forza-lavoro del 156% — formano plusvalore.
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Il valore delle 10.000 q.li di filo contiene dunque in primo luogo il valore del capitale produttivo consumato P, del quale: la parte costante è pari a 89.280 € e la parte variabile è uguale a 12.000 €., la loro somma che è uguale a 101.280 € equivale a 8.440 q.li di filo.
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Il valore del capitale produttivo P è però M, valore dei suoi elementi di formazione, che nello stadio D — M si trovavano di fronte al capitalista come merci nelle mani dei loro venditori. In secondo luogo, però, il valore del filo contiene un plusvalore di 18.720 € pari a 1.560 q.li di filo. M, come espressione di valore dei 10.000 q.li di filo è dunque = M + ΔM, M più un incremento di M (18.720 €) che chiameremo m, poiché esso esiste nella stessa forma di merce in cui esiste ora il valore originario M. Il valore dei 10.000 q.li di filo che é di 120.000 € è dunque uguale a M + m = M’. Ciò che fa di M, come espressione del valore dei 10.000 q.li di filo, M’, non è quindi la sua grandezza assoluta di valore (120.000 €), giacché essa, come per ogni altra M che sia espressione di valore di una qualsiasi altra somma di merci, è determinata dalla grandezza del lavoro in essa oggettivato; è la sua grandezza di valore relativa, la sua grandezza di valore paragonata con il valore del capitale P consumato per produrla. Essa contiene questo valore, più il plusvalore fornito dal capitale produttivo. Il suo valore è maggiore, eccedente questo valore-capitale, di questo plusvalore m.
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valore monetario |
valore espresso in quantità di merci |
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€ |
q.li |
capitale merce prodotta |
filo |
120.000 |
10.000 |
Capitale produttivo consumato |
P |
101.280 |
8.440 |
capitale variabile |
v |
12.000 |
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capitale costante |
c |
89.280 |
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plusvalore |
m |
18.720 |
1.560 |
I 10.000 q.li di filo sono depositari del valore-capitale valorizzato, arricchito di un plusvalore, e sono ciò in quanto prodotto del processo capitalistico di produzione. M’ esprime un rapporto di valore, il rapporto in cui sta il valore del prodotto-merce con il valore del capitale speso per produrlo, dunque la combinazione di valore-capitale e plusvalore, che forma il suo valore. I 10.000 q.li di filo sono capitale-merce, M’, solo come forma trasformata del capitale produttivo P, dunque in un nesso che all’inizio esiste soltanto nel ciclo di questo capitale individuale, ossia per il capitalista che con il suo capitale ha prodotto filo. È, per così dire, solo un rapporto interno, non esterno, che fa dei 10.000 q.li di filo, in quanto depositari di valore, un capitale-merce; essi recano l’impronta capitalistica non nella grandezza assoluta del loro valore, bensì nella grandezza relativa di questo, nella loro grandezza di valore paragonata con quella che possedeva il capitale produttivo in essi contenuto, prima che si fosse trasformato in merce. Perciò se i 10.000 q.li di filo vengono venduti al loro valore di 120.000 €, questo atto della circolazione, considerato per sè, è uguale a M — D, mera trasformazione di un valore invariato da forma di merce in forma di denaro. Ma come stadio particolare nel ciclo di un capitale individuale, il medesimo atto realizza il valore-capitale di 101.280 € racchiuso nella merce, più il plusvalore di 18.720 € racchiuso in essa, dunque M’ — D’, trasformazione del capitale-merce dalla sua forma di merce in forma di denaro4.
La funzione di M’ è ora quella di ogni prodotto-merce: tra sformarsi in denaro, essere venduto, compiere la fase della circolazione M — D. Fino a che il capitale ora valorizzato perdura nella forma di capitale-merce, giace fermo sul mercato, il processo di produzione si arresta. Il capitale non opera come creatore di prodotto né come creatore di valore. Secondo il diverso grado di velocità con cui il capitale respinge la sua forma di merce e assume la sua forma di denaro, ossia secondo la rapidità della vendita, lo stesso valore-capitale, in grado assai differente, servirà come creatore di prodotto e di valore, e la scala della riproduzione si estenderà o si restringerà. Nel primo Libro è stato mostrato come il grado di efficacia di un dato capitale sia condizionato da potenze del processo di produzione che in certo grado sono indipendenti dalla grandezza di valore del capitale stesso.
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