Il capitale - Libro III
IL CAPITALE
KARL MARX
CRITICA DELL’ECONOMIA POLITICA
LIBRO III
Karl Marx and Friedrich Engels
AVVERTENZA PER IL LETTORE
Il testo del III libro del Capitale che viene qui riportato NON È UNA DELLE TRADUZIONI INTEGRALI DEL TESTO ORIGINALE che sono disponibili: esso infatti è una rivisitazione delle traduzioni esistenti (in italiano ed in francese) a cui sono state apportate le seguenti modifiche:
1 – non sono state riportate le note che Marx ed Engels richiamano nel testo (fatte salve alcune eccezioni);
2 – sono state introdotte delle modifiche per quanto riguarda gli esempi numerici in cui, per facilitare la lettura;
a – sono state cambiate le unità di misura e le grandezze;
b – diversi dati richiamati nella forma di testo sono stati trasformati in tabelle;
c – in alcuni esempi numerici le cifre decimali sono state limitate a due e nel caso di numeri periodici, ad esempio 1/3 o 2/3, la cifra periodica è stata indicata con un apice (‘).
Ci rendiamo conto che leggere un testo del Capitale in cui Marx formula esempi in Euro (€) invece che in Lire Sterline (Lst) o scellini potrebbe far sorridere e far pensare ad uno scherzo o ad una manipolazione che ha travisato il pensiero dell’Autore, avvertiamo invece il lettore che il testo è assolutamente fedele al pensiero originale e che ci siamo permessi di introdurre alcune “varianti” per consentire a coloro che non hanno dimestichezza con le unità di misura e monetarie inglesi di non bloccarsi di fronte a questa difficoltà e di facilitarne così la lettura o lo studio.
In altre parti si sono invece mantenute le unità di misura e monetarie inglesi originali perchè la lettura non creava problemi di comprensione o per ragioni di fedeltà storica.
Ci facciamo altresì carico dell’osservazione che Engels ha formulato nelle “considerazioni supplementari” poste all’inizio del III Libro,laddove, di fronte alle molteplici interpretazioni del testo che vennero fatte dopo la prima edizione, sostiene: “Nella presente edizione ho cercato innanzitutto di comporre un testo il più possibile autentico, di presentare, nel limite del possibile, i nuovi risultati acquisiti da Marx, usando i termini stessi di Marx, intervenendo unicamente quando era assolutamente necessario, evitando che, anche in quest’ultimo caso, il lettore potesse avere dei dubbi su chi gli parla. Questo sistema è stato criticato; si è pensato che io avrei dovuto trasformare il materiale a mia disposizione in un libro sistematicamente elaborato, en faire un livre, come dicono i francesi, in altre parole sacrificare l’autenticità del testo alla comodità del lettore. Ma non è in questo senso che io avevo interpretato il mio compito. Per una simile rielaborazione mi mancava qualsiasi diritto; un uomo come Marx può pretendere di essere ascoltato per se stesso, di tramandare alla posterità le sue scoperte scientifiche nella piena integrità della sua propria esposizione. Inoltre non avevo nessun desiderio di farlo: il manomettere in questo modo perchè dovevo considerare ciò una manomissione l’eredità di un uomo di statura così superiore, mi sarebbe sembrato una mancanza di lealtà. In terzo luogo sarebbe stato completamente inutile. Per la gente che non può o non vuole leggere, che già per il primo Libro si è data maggior pena a interpretarlo male di quanto non fosse necessario a interpretarlo bene — per questa gente è perfettamente inutile sobbarcarsi a delle fatiche”.
Marx ed Engels non ce ne vogliano, ma posti di fronte alle molteplici “fughe” dallo studio da parte di persone che non possedevano una cultura accademica, fughe che venivano imputate alla difficoltà presentate dal testo, abbiamo deciso di fare uno “strappo” alle osservazioni di Engels, intervenendo in alcune parti avendo altresì cura di toccare il testo il meno possibile. Nel fare questo “strappo” eravamo tuttavia confortati dal fatto che, a differenza della situazione in cui Engels si trovava, oggi chi vuole accedere al testo “originale”, dispone di diverse edizioni in varie lingue.
Coloro che volessero accostarsi al testo originale in lingua italiana si consigliano le seguenti edizioni:
.Il capitale, Le Idee, Editori Riuniti, traduzione di Maria Luisa Boggeri;
.Il capitale, Edizione Einaudi, traduzione di Maria Luisa Boggeri;
.Il capitale, Edizione integrale – I mammut – Newton Compton, a cura di Eugenio Sbardella.
Chi volesse accedere ad edizioni del Capitale e di altri testi di Marx in lingue estere, si propone di consultare il sito internet di seguito riportato:
http://www.marxists.org/xlang/marx.htm
PREFAZIONE
Finalmente mi è concesso di offrire al pubblico questo terzo Libro dell’opera principale di Marx, la conclusione della parte teorica. All’atto della pubblicazione del secondo Libro, nel 1885, pensavo che il terzo avrebbe presentato solo delle difficoltà tecniche, ad eccezione, tuttavia, di alcune sezioni molto importanti. E così era in realtà: però non avevo allora alcuna idea della difficoltà che appunto queste sezioni, che rappresentano le parti più importanti dell’opera, mi avrebbero riservato, né degli altri ostacoli che dovevano tanto ritardare la pubblicazione del libro.
Innanzitutto e più di tutto mi disturbò una continua debolezza della vista, che per anni ridusse al minimo il tempo che potevo dedicare allo scrivere e tuttora solo eccezionalmente mi permette di adoperare la penna alla luce artificiale. Sopravvennero poi altri lavori dai quali non potevo esimermi: edizioni nuove e traduzioni di precedenti lavori di Marx e miei e quindi revisioni, introduzioni, integrazioni, che spesso richiedevano studi particolari, ecc. In primo luogo l’edizione inglese del primo Libro, del cui testo sono in ultima istanza personalmente responsabile, e che di conseguenza ha assorbito molto del mio tempo. Chi ha in qualche misura seguito il colossale sviluppo della letteratura socialista internazionale durante gli ultimi dieci anni e specialmente il numero delle traduzioni di prece denti lavori di Marx e miei, mi darà ragione se mi rallegro del fatto che è molto limitato il numero delle lingue per le quali io potevo essere utile al traduttore e avevo quindi il dovere di non sottrarmi a una revisione del suo lavoro. Lo sviluppo della letteratura socialista, però, era solo un sintomo del corrispondente sviluppo dello stesso movimento operaio internazionale. E questo mi impose nuovi doveri. Dai primi giorni della nostra attività pubblica, una buona parte del lavoro di contatto fra i movimenti nazionali dei socialisti e degli operai nei diversi paesi ricadde su Marx e su di me: questo lavoro aumentò col rafforzarsi del movimento nel suo complesso.
Mentre però, anche in questo settore, Marx si era assunto, fino alla sua morte, l’onere maggiore, da allora In poi il lavoro sempre crescente ricadde solo su di me. È vero che frattanto i rapporti diretti fra i singoli partiti operai nazionali sono diventati la regola e lo diventano fortunatamente sempre di più; ciò nondimeno si ricorre tuttora al mio aiuto, molto più spesso di quanto non mi farebbe piacere nell’interesse dei miei lavori teorici. Chi, come me, è stato attivo per oltre cinquant’anni in questo movimento, considera i lavori che ne derivano un dovere irrecusabile e da compiere senza indugio. Come nel sedicesimo secolo, così nella nostra età movimentata, si trovano teorici puri nel campo degli interessi pubblici solo dalla parte della reazione ed appunto perciò questi signori non sono più dei veri teorici, ma semplici apologeti della reazione stessa.
La circostanza che io abito a Londra comporta che tali rapporti di partito si svolgano durante l’inverno per lo più in forma epistolare, mentre d’estate, in gran parte, a mezzo di contatti per.. sonali. Di qui, e insieme dalla necessità di seguire gli sviluppi del movimento in un numero di paesi continuamente crescente e in un. complesso di organi di stampa in ancor più rapido aumento, è derivata per me l’impossibilità di compiere altro che in inverno, e specialmente nei primi tre mesi dell’anno, lavori che non tollerino interruzioni. Quando si sono lasciati indietro i settant’anni, le fibre cerebrali lavorano con una certa sgradevole lentezza: non si superano più, con la stessa facilità e prontezza di prima, interruzioni in difficili lavori teorici. Ne venne che il lavoro di un inverno, se non portato completamente a termine, era per la maggior parte da rifare ex novo nell’inverno seguente, ciò che si verificò specialmente per la più difficile sezione, la quinta.
Come il lettore rileverà dalle informazioni seguenti, il lavoro di redazione fu essenzialmente diverso da quello fatto per il secondo Libro. Per il terzo infatti esisteva solo un primo abbozzo, per di più estremamente lacunoso. Normalmente la parte iniziale di ogni singola sezione era elaborata con una certa cura e rifinita anche stilisticamente. Però quanto più si procedeva, tanto più la stesura diventava lacunosa e frammentaria, tanto più conteneva digressioni su questioni collaterali emerse nel corso dell’indagine, per le quali la sistemazione definitiva veniva rimessa a un successivo riordinamento della materia, tanto più lunghi e intricati diventavano i periodi nei quali si esprimevano i pensieri scritti in statu nascendi. In più punti la grafia e l’esposizione tradiscono anche troppo chiaramente il sopravvenire e i graduali sviluppi di quelle crisi derivanti da eccesso di lavoro, che resero in un primo tempo il lavoro autonomo sempre più difficile per l’Autore e lo costringevano poi di quando in quando ad interromperlo totalmente. Né ci si deve meravigliare. Fra il 1863 e il 1867 Marx aveva non solo preparato in abbozzo i due ultimi libri del Capitale e in stesura definitiva il primo, ma anche svolto il lavoro gigantesco inerente alla fondazione e allo, sviluppo dell’Associazione internazionale degli operai. In conseguenza però già nel 1864 e ‘65 apparvero sintomi molto seri di quei disturbi cui si deve se Marx non ha potuto provvedere lui stesso alla stesura definitiva del II e del III Libro.
Il mio lavoro si iniziò con la dettatura dell’intero manoscritto per trarne dall’originale, che spesso era difficile da decifrare anche per me, una copia leggibile, il che mi portò via abbastanza tempo.
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